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Litigio sul bus: «La conducente non voleva farmi salire mi ha detto vai a casa tua»
Livorno, la mamma senegalese, che aveva con sé il passeggino, accusa la dipendente del Ctt. L’azienda: «Apriremo un’istruttoria interna, vogliamo ascoltare le due versioni»di Juna Goti
LIVORNO. «La conducente mi ha detto che non potevo salire sul bus. Mi ha detto vai a casa tua». E ieri mattina sulla Lam blu che corre dal viale Italia verso via Grande sono arrivati anche i carabinieri. A denunciare l’episodio è Fatima Cissoko, 40 anni, originaria del Senegal, in Italia da dieci anni. È arrabbiata e dispiaciuta per quello che definisce un episodio di razzismo.
«Ho due bimbe di uno e cinque anni», racconta: «Dopo essere andata dalla pediatra, sono andata alla fermata del bus, sul viale Italia. La conducente quando sono arrivata davanti alla porta per entrare mi ha fatto un gesto con la mano e mi ha detto “te no”...». La donna aveva una bambina per mano e l’altra nel passeggino. Va detto che la salita sui bus con il passeggino è spesso motivo di botta e risposta anche accesi tra passeggeri e conducenti, come raccontano dalla stessa Ctt. Questo perché sui mezzi più vecchi, quelli a tre porte, non si può salire con il passeggino aperto, mentre su quelli più nuovi è possibile farlo purché sia libero il posto riservato alle carrozzine.
In questo caso, però, la storia sembra aver preso un’altra direzione. «Se il problema era il passeggino – riprende – poteva dirmi: “signora, lei così non può entrare”. Invece quando le ho chiesto perché non potevo salire e le ho detto che avrei chiuso il passeggino ha continuato a rispondermi: “Te no”. Anche una signora accanto a me le ha chiesto spiegazioni. Ma la conducente ha insistito: “Te no, fuori”. E alla fine mi ha detto: “Vai a casa tua”. Allora ho capito che è una razzista e abbiamo litigato. Tutti sul bus l’hanno criticata». «Una donna che mi ha difeso – racconta ancora – ha chiamato i carabinieri: sono arrivati, hanno preso i dati, mi hanno detto che posso fare denuncia. La farò perché sono rimasta male: la bambina è rimasta male, mi ha detto che non vuole più prendere il bus per come siamo state trattate, è stato brutto». Alla fine la famiglia è salita sul mezzo: «Ho detto io da qui non scendo, ho il biglietto».
L’episodio è avvenuto ieri intorno alle 11. Nel pomeriggio Il Tirreno ha contattato il Ctt per conoscere la versione della conducente e dell’azienda. «La dipendente ha chiamato la centrale dicendo che ha avuto un diverbio con alcuni utenti, per il momento sappiamo solo che c’è stato un intervento dei carabinieri», ha spiegato il responsabile della gestione, Bruno Bastogi. «Senz’altro – fa sapere – apriremo un’istruttoria interna per capire cosa è successo, vogliamo sentire le due versioni, sia la dipendente che la signora». Per «non fare processi sommari».Detto questo, «se viene confermato quanto detto dalla signora, le scuse sono dovute, fermo restando il rispetto delle regole. L’episodio descritto è grave, non per il passeggino ma per tutto il resto: certe frasi non sarebbero accettabili».
«Ho due bimbe di uno e cinque anni», racconta: «Dopo essere andata dalla pediatra, sono andata alla fermata del bus, sul viale Italia. La conducente quando sono arrivata davanti alla porta per entrare mi ha fatto un gesto con la mano e mi ha detto “te no”...». La donna aveva una bambina per mano e l’altra nel passeggino. Va detto che la salita sui bus con il passeggino è spesso motivo di botta e risposta anche accesi tra passeggeri e conducenti, come raccontano dalla stessa Ctt. Questo perché sui mezzi più vecchi, quelli a tre porte, non si può salire con il passeggino aperto, mentre su quelli più nuovi è possibile farlo purché sia libero il posto riservato alle carrozzine.
In questo caso, però, la storia sembra aver preso un’altra direzione. «Se il problema era il passeggino – riprende – poteva dirmi: “signora, lei così non può entrare”. Invece quando le ho chiesto perché non potevo salire e le ho detto che avrei chiuso il passeggino ha continuato a rispondermi: “Te no”. Anche una signora accanto a me le ha chiesto spiegazioni. Ma la conducente ha insistito: “Te no, fuori”. E alla fine mi ha detto: “Vai a casa tua”. Allora ho capito che è una razzista e abbiamo litigato. Tutti sul bus l’hanno criticata». «Una donna che mi ha difeso – racconta ancora – ha chiamato i carabinieri: sono arrivati, hanno preso i dati, mi hanno detto che posso fare denuncia. La farò perché sono rimasta male: la bambina è rimasta male, mi ha detto che non vuole più prendere il bus per come siamo state trattate, è stato brutto». Alla fine la famiglia è salita sul mezzo: «Ho detto io da qui non scendo, ho il biglietto».
L’episodio è avvenuto ieri intorno alle 11. Nel pomeriggio Il Tirreno ha contattato il Ctt per conoscere la versione della conducente e dell’azienda. «La dipendente ha chiamato la centrale dicendo che ha avuto un diverbio con alcuni utenti, per il momento sappiamo solo che c’è stato un intervento dei carabinieri», ha spiegato il responsabile della gestione, Bruno Bastogi. «Senz’altro – fa sapere – apriremo un’istruttoria interna per capire cosa è successo, vogliamo sentire le due versioni, sia la dipendente che la signora». Per «non fare processi sommari».Detto questo, «se viene confermato quanto detto dalla signora, le scuse sono dovute, fermo restando il rispetto delle regole. L’episodio descritto è grave, non per il passeggino ma per tutto il resto: certe frasi non sarebbero accettabili».
Per me i fatti sono piuù che chiari non credo che la gente a bordo chiami la poolizia o si schieri a favore della persona insultata per sport . Ora Sarà anche come dice n questo commento all'articolo del tirreno di
2 ore fa
antonio dini
A nessuno è venuto il dubbio che la Signora Senegal sia un passeggero abituale e che siano anni che conosce i regolamenti dei bus? A nessuno è venuto il dubbio che la signora autista fossero anni che gli spiegava la solita cosa? Come sempre accade in Italia se la signora autista era una gran menefreghista passava bene,evitava una possibile denuncia ed evitava di fare la figura della razzista. Prima di commentare bisognerebbe provare a lavorare con questi soggetti,ormai abituati a fare tutto quello che gli pare e piace,ovviamente a spese nostre. Attenzione perché non avete più a che fare con i neretti ingenui di un ventina di anni fa....hanno trovato terreno fertile,ed ora capiscono quello che gli pare se gli fa comodo. Io non sono assolutamente razzista,ma il dubbio che siano stati abituati male mi sorge,e non vorrei che presto si trasformasse in certezza
Ma come dice giustamente il commento di
2 ore fa
Roberta Cavalli
I fatti sono più che chiari, se parlo è perché sono informata... non si può negare a nessuno di salire su un mezzo pubblico a maggior ragione esordendo con la frase più squallida al mondo.... ma vai a casa tua a chi?? Dove sta la professionalità della conducente? Se fosse successo a qualche vostro familiare all'estero vi sareste tutti indignati vero??
2 ore fa
Roberta Cavalli
I fatti sono più che chiari, se parlo è perché sono informata... non si può negare a nessuno di salire su un mezzo pubblico a maggior ragione esordendo con la frase più squallida al mondo.... ma vai a casa tua a chi?? Dove sta la professionalità della conducente? Se fosse successo a qualche vostro familiare all'estero vi sareste tutti indignati vero??
Meno male chè cìè ancora come dimostra , la discussione commento all'articolo sopra riportato preso da https://www.facebook.com/gelocalcronacaitaliana/ che i tiene testa alle pecore salviniste che vedono i nemici nell'altro
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