La lezione di papà: quell’ultimo posto alla Barcolana che vale un trofeo Per insegnare al figlio iper competitivo il significato dello sport Fabrizio ha gareggiato pur senza alcuna possibilità di vincere



è   proprio  la magia della  vita  , come dice   la  canzone    di Gaber  citata  sopra   che   ha  voluto insegnare  quersto  genitore

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La lezione di papà: quell’ultimo posto alla Barcolana che vale un trofeo

Per insegnare al figlio iper competitivo il significato dello sport Fabrizio ha gareggiato pur senza alcuna possibilità di vincere


TRIESTE Le moto d’acqua della Polizia, che l’hanno scortato lungo tutto il percorso, hanno azionato le sirene per segnalare il suo arrivo al traguardo. Gli applausi dei presenti, poliziotti compresi, hanno ritmato le ultime bracciate che gli hanno permesso di riguadagnare la riva. Fabrizio Paone non ha conquistato il primo posto alla Barcolana Nuota dello scorso primo ottobre: eppure ha vinto. L’architetto ligure, trapiantato da molti anni a Venezia, è riuscito infatti a lasciare il segno sulla competizione di nuoto in acque libere organizzata dalla Svbg, in collaborazione con la Triestina Nuoto, pur classificandosi in ultima posizione.
«La nostra è una famiglia molto legata al mare - spiega Paone -. Amiamo la navigazione, il nuoto, la pesca. Persino il romanzo Moby Dick l’abbiamo letto assieme per tre volte. Leopoldo è matto per la vela, ma ha una concezione dello sport che è indissolubilmente legata al risultato: si può vincere o arrivare fra i primi; l’alternativa a queste due opzioni è il ritiro». Alla vigilia della Barcolana Nuota, infatti, il giovane velista si è ritirato dopo aver “scuffiato”, rientrando a terra e pensando alle regate del giorno successivo. «La generazione di mio figlio - continua Paone - spesso interpreta la realtà come se fosse in un videogame: se le cose non vanno per il verso giusto, si spegne il dispositivo e si ricomincia daccapo. La competizione è un valore importante, ma non assoluto». Paone, a sostegno della sua tesi, tira in ballo anche il barone Pierre de Coubertin, simbolo riconosciuto di sportività: «Anche de Coubertin da giovane voleva vincere - sottolinea l’architetto -, ma poi ha capito che ci sono anche altri valori, come la voglia di stare assieme ad altre persone e il desiderio di portare a termine una prestazione».


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Al Rossetti le premiazioni della Barcolana 49


Dal momento che «un esempio taciuto è cento volte più efficace di una predica nervosa», Paone ha scelto di agire in coerenza con il proprio pensiero. Partito da Torino, dove insegna al Politecnico, ha percorso più di 600 km per assistere alle regate del figlio e compiere, nel suo piccolo, un’impresa. «Ho giocato a pallanuoto per tanti anni - le sue parole -, ma attualmente non sono allenato. Ho indossato una t-shirt di cotone e mi sono infilato in mezzo a 160 atleti con la muta. È stata un’esperienza bellissima, che ho deciso di godermi fino alla fine». La sua tenacia è stata notata dai presenti. Gli stessi poliziotti l’hanno incitato nel corso della gara, anche quando le meduse hanno rallentato il suo gesto atletico. La fatica è stata ampiamente ripagata al termine della nuotata: «È stato bellissimo arrivare davanti a piazza Unità – così Paone -. Ho un legame particolare con Trieste, dove ho insegnato per molti anni. Inoltre, il bisnonno dei miei due figli, Leopoldo e Martino, era il filologo e critico fiumano Ladislao Mittner».




La Barcolana da record a TriesteDomenica 8 ottobre a Trieste si è svolta la 49.a Barcolana: è stata l'edizione che ha stracciato ogni record. Con 2.101 barche sulla linea di partenza, è entrata di diritto nel Guinness dei primati quale regata più affollata del mondo. A trionfare è stata Spirit of Portopiccolo dei fratelli Benussi (a cura di Elisa Lenarduzzi, foto e riprese di Andrea Lasorte, Massimo Silvano e Francesco Bruni) LO SPECIALE BARCOLANA 49


L’ultimo posto alla Barcolana Nuota, conquistato mentre il giovane Leopoldo portava a termine tutte e tre le regate, è valso a Paone il premio Fairplay. «Parteciperò anche il prossimo anno - la sua promessa -, con l’obiettivo, questa volta, di lasciarmi alle spalle qualche nuotatore».

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