in sottofondo
Redemption Song - Joe Strummer
lo so che avevo detto che non avrei parlato di San Remo
"Non seguire o blocca più per 30 giorni" chi parla dell'evento canzonettaro tipico di questo periodo.E vedi come ti si rimette in sesto la homepage semplice
e che sono abituato essendo cresciuto in un tempo in cui i "settori " erano separati e distinti e quindi ragiono ancora in parte (sto lottando per sradicare questa mia abitudine retrograda ormai superata dai mutamenti del costume ed di provare a mettere in atto questa frase : << soltanto
uno stolto conservatore giudica il presente con le idee del passato e soltanto uno stolto liberale giudica il passato con le idee del presente >> Lord Acton 1895 ) per categorie cioè gli sportivi devono fare gli sportivi non le soubrette . Ma tali commenti idioti ( è a dir poco ) e sessisti proprio non mi vanno giù e mi fanno venir meno a quanto promesso nelle righe precedenti .
Infatti
Ma quanto livore c’è in giro sui social? Quanta frustrazione e invidia? Perché sfogare la propria rabbia così nei confronti di una persona che porta ancora i segni di una tragedia. Segni che non vediamo più al volto, ma sono ancora più indelebili perché la giovane infermiera simbolo della lotta al Covid li porta tutti dentro. Nel cuore.Perché ricoprire di tonnellate di insulti Alessia Bonari solo perché ha accolto l’invito di Amadeus a salire sul palco del festival di Sanremo? Alessia il giorno dopo era già al lavoro, il suo lavoro, quella missione che ha onorato sin dall’inizio della pandemia, con coraggio, umiltà e abnegazione. È salita sul palco e ha lanciato, ancora una volta, un messaggio di speranza che è arrivato nelle case degli italiani. È stata pagata? Sì, perché qualcuno ha cominciato a far circolare fake news sull’ingente cachet che avrebbe intascato. La più bella risposta è arrivata proprio da lei. Alle bestie che conoscono solo l’aggressività come unica modalitàIo ringrazio Alessia per averci rappresentato , e per essersi presentata come infermiera senza fregiarsi del titolo di dottore, così, come si presenta un avvocato o un ingegnere, senza titoli aggiuntivi, perché non ce ne è bisogno . Siamo infermieri."di comunicazione ha spiegato di aver devoluto tutto il suo compenso a un'associazione che si occupa di cure palliative per i malati terminali. Una donazione. Perché Alessia anche se non era in corsia, da quel palco non ha dimenticato neppure per un secondo la sua missione. Aiutare gli altri.
Ma poi scusate ciascuno/a di noi è libero di fare quello che vuole purché non danneggi gli altri ? Ma cosa ha fatto di osceno, scandaloso, offensivo ?? Nulla! E se pure fosse andata per viversi un'esperienza unica, rara, che molti desidererebbero, ma bene saranno .... !! Meritatissima visibilità, rappresenta una categoria che è stata fondamentale per la nostra sopravvivenza!! Non vediamo sempre il marcio e mettiamo da parte le invidie !!
Ora come dice questo post di Lorena Boccali "Tra i tanti commenti contrariati uno ha scritto ' ed ora è pronta ad abbassarsi le mutandine " un altro invece ha scritto che si è aperta la strada per diventare escort.
Commenti sessisti, mortificanti, e discriminativi ad opera di : uomini, donne, e anche di infermieri, che da censori moralisti hanno attaccato questa ragazza che ha diverse colpe : essere donna, giovane, bella, e che di professione fa l'infermiera, ed è qui la discriminazione, perché il primo incipit è la professione, come può un'infermiera presidiare il palco dell'Ariston? Non è mica Burioni, non è mica Bassetti o la Capua? L'infermiera dovrebbe essere in corsia a prestare cure ai malati, che ci sta a fare in tv? Non è mica il suo posto? Del resto da Lucia Annunziata a Vittorio Sgarbi, fino alla gente comune , il pensiero generale è che quello dell'infermiere sia un ruolo ausiliario, una mezza missione, una professione al ribasso, e quindi, Alessia indigna perché delude l'immaginario collettivo, perché scoperchia una pentola di pregiudizi, perché l'infermiera nell'opinione comune la si dovrebbe fare in silenzio, un po' come la beneficenza, perché l'infermiera non ha il dovere di visibilità, mica è un medico? Mica è una giornalista? Mica è una soubrette?
E poi perché lei e non un'altra? Perché è bella? E i segni della mascherina mica li ha portati solo lei? Non importa che Alessia abbia rappresentato un'intera categoria, quello che importa all'opinione pubblica e non solo, è che quello non era il posto di Alessia, perché nell'immaginario collettivo l'infermiera ha ruolo ambiguo, che va dalla padella , alla soddisfazione sessuale confinata al dolore, lo cantava pure De Gregori su generale no? l'infermiera che cura il dolore e il piacere, senza necessariamente togliersi la divisa, come nei film della Fenech, senza uscire dal confine che ne delimita il territorio.
Non siamo ancora pronti per accettare che Alessia è una professionista della salute, che è una donna, giovane e bella e ritengo giusto che come testimonial sia stata scelta una ragazza di gradevole aspetto fisico, è giusto al pari di una parrucchiera che sceglie la capigliatura più bella per farsi pubblicità, e non una testa spelacchiata , o come è giusto che un negozio per bambini scelga come testimonial i bambini più belli senza dover mortificare gli altri bambini. Perché funziona così .
E come lei anch' Io ringrazio Alessia per averci rappresentato , e per essersi presentata come infermiera senza fregiarsi del titolo di dottore, così, come si presenta un avvocato o un ingegnere, senza titoli aggiuntivi, perché non ce ne è bisogno .
da https://www.fanpage.it/sport/calcio/la-proposta-di-bassetti-vaccino-per-i-calciatori-di-serie-a-sono-meno-di-600/
3 MARZO 2021 9:33di Alessio Pediglieri
La proposta di Bassetti: “Vaccino per i calciatori di Serie A, sono meno di 600”
Il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Professor Matteo Bassetti, sui social ha aperto all’idea di vaccinare tutti i giocatori di Serie A, per evitare nuovi focolai di contagio e soprattutto dare un segnale agli scettici. Non sono mancate forti polemiche: “Alla fine sarebbero solo 555 e sarebbe un messaggio forte, anche se le priorità restano le categorie a rischio”.
Vaccinare i giocatori di calcio di Serie A. L'ultima idea per dare scacco matto al Covid 19 è arrivata dal direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, il Professor Matteo Bassetti che ha espresso il proprio pensiero via Instagram, divulgandone i motivi che lo hanno portato a tale riflessione. Per l'infettivologo ci sarebbero più pro che contro nell'accettare la possibilità di una vaccinazione di massa nei confronti dei campioni di calcio, soprattutto con l'intento di cacciare lontano pregiudizi e perplessità sull'efficacia dei vaccini.
Il post del Prof. Bassetti e che riguarda da vicino il mondo del calcio arriva in un momento molto particolare del nostro campionato, a poche ore dall'ultimo caso che ha spaccato in due nuovamente il settore a causa della mancata disputa della gara tra Torino e Lazio. Martedì pomeriggio alle 18 era in programma il turno infrasettimanale tra i granata e i capitolini, ma la squadra del club di Cairo non si è presentata a causa di un focolaio da variante inglese che ha fermato diversi giocatori del gruppo squadra. Con la pronuncia dell'Asl piemontese che vietava qualsiasi forma di possibili contatti, il Torino – dopo aver saltato per lo stesso motivo il match contro il Sassuolo – non è sceso in campo, riaprendo il medesimo dibattito (anche se con differenze sostanziali) che per mesi ha tenuto banco attorno al mancato incontro tra Juventus e Napoli.
La tesi del Porf. Bassetti è fondata su un triplice pensiero: vaccinare i giocatori permetterebbe di frenare l'epidemia nel ondo del calcio, creando a quel punto un ‘effetto bolla‘ attorno ai gruppi squadra evitando ulteriori situazioni come l'ultima descritta. Far sì che i beniamini di migliaia di tifosi prendano il vaccino avrebbe anche un effetto a catena sulla popolazione, non solo per spirito di emulazione ma anche per il convincimento che sia necessario, al di là di dubbi e perplessità: "Faccio un esempio – scrive il Pord. Bassetti su Instagram – se si vaccinasse Cristiano Ronaldo un campione assoluto e amatissimo, chissà quanti tifosi seguirebbero l’esempio…"
L'idea non è del tutto nuova, perché il tema vaccini nel mondo del pallone era stato già affrontato tempo fa anche se i soggetti cui era riferito non erano i calciatori e i tesserati dei club bensì i tifosi. Infatti, si era prospettato – e sottoposto al Ministro della Salute Speranza – l'idea di riaprire gli stadi, in modo contingentato e con le procedure sanitarie adeguate, ai tifosi vaccinati. Una proposta che poi è andata a spegnersi di fronte alla complessa e delicata campagna vaccinale che sta avendo più di un contrattempo. Dopotutto, come scrive ancora il Prof. Bassetti "ovviamente la priorità restano gli anziani e i fragili in prima battuta, ma per fare tutto questo occorrono molti vaccini".
La polemica social e il nuovo post del Prof. Bassetti
Una chiosa a fine post che però non ha spento le critiche e le polemiche davanti a questa proposta per molti divenuta provocazione e mancanza di rispetto verso chi i vaccini li attende da tempo perché tra le categorie più esposte al contagio. Tanto che lo stesso Prof. Bassetti si è visto costretto ad approfondire il concetto: "La mia proposta di vaccinare i giocatori di serie A, che sono in tutto 555, voleva essere un messaggio per chi è ancora scettico ( e ahimè sono tanti) e utile per evitare molti problemi di contagio nelle squadre che sono all’ordine del giorno. Quindi – scrive sempre su Instagram l'infettivologo – mi spiace aver urtato la sensibilità di chi giustamente sta aspettando il vaccino da chi avrebbe già dovuto fornirglielo. Chiunque ha diritto al vaccino a ogni eta’ e situazione e io mi sto battendo per questo. Solo vaccinandoci tutti potremo vincere la battaglia". Per molti, comunque, il calcio, i suoi tifosi e i suoi campioni possono aspettare il proprio turno.
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