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22.8.25

Sulle Alpi si scioglie la Storia: 140 mila bombe ed residuati bellici della grande guerra in otto anni


Dai ghiacci alpini che si sciolgono e dalle montagne che si sgretolano, spunta un tesoro di dolore e di ricordi lontani. Sono i cimeli della Grande Guerra, tragica epopea di un massacro che vedeva contrapposti gli eserciti del regno d’italia e dell’impero austroungarico. Un secolo abbondante è trascorso, è venuta un’altra guerra mondiale, ma i nevai hanno continuato a custodire ordigni di morte e oggetti di vita ordinaria in trincea. Adesso che il ghiaccio si ritira è sempre più frequente il ritrovamento di proiettili, bombe, gavette, munizioni ed esplosivo, che fanno tornare alla memoria pagine di Storia e di sangue in Trentino e in Alto Adige.

A partire dalla Val Martello, una laterale della Val Venosta che sale da Laces verso il Parco dello Stelvio,

i militari del 2º Reggimento Genio Guastatori Alpini, che fa parte della brigata “Julia”, hanno cominciato da fine luglio un lavoro ad alto rischio. Sulla base delle segnalazioni che arrivano da alpinisti e camminatori, individuano i residuati bellici e li mettono in sicurezza. I ritrovamenti servono però anche da indicatore dei luoghi dove se ne possono trovare degli altri, pericolosi per chi li trova e li maneggia, visto che il potenziale può essere rimasto intatto a dispetto del tempo.Il quartier generale delle operazioni è a Trento, ma le operazioni si svolgono con il supporto degli elicotteri del 4º Reggimento Altair dell’aviazione di stanza a Bolzano, adloClima I ghiacciai in ritirata restituiscono cimeli, spesso pericolosi: il Genio Alpini riceve le segnalazioni e sale in quota per sminare destrati per le difficili missioni in alta quota. Si tratta quindi di una collaborazione tra Esercito,Aviazione, Protezione civile regionale e altre forze dell’ordine. 

IL lavoro che viene svolto dagli artificieri non si limita alla rimozione, ma si basa su un consolidato meccanismo di segnalazione. Nell’area di competenza del 2. Reggimento, che copre le due province autonome di Trento e Bolzano, dall’inizio dell’anno sono stati neutralizzati 190 residuati bellici di vario calibro. Vengono portati in cave predisposte e fatti brillare.I militari spiegano che gli ordigni possono sembrare innocui, ma in realtà l’esplosivo che si trova al loro interno non si degrada e mantiene intatta la carica. Per questa ragione le indicazioni che vengono fornite sono tassative. Nessuno pensi di portarsi a casa un ricordino della Grande guerra, deve evitare di toccarlo e avvertire allo stesso tempo i carabinieri. Da loro verrà messa in moto la macchina di intervento specializzato che prevede la catalogazione degli ordigni e la valutazione sul modo migliore per il trasporto a valle e la distruzione. Quando possono essere conservati, finiscono in uno dei tanti musei di guerra di cui sono disseminate le località alpine.

scorso anno l’operazione “Carè Alto” si era svolta in alta quota sul gruppo dell’adamello. Aveva portato al recupero di 53 granate d’artiglieria che erano in ottimo stato di conservazione e si trovavano nelle zone di Bocchetta del Cannone (2.850 metri) e Cima Pozzoni (2.915 metri). Nel 2022 gli ordigni recuperati erano stati 785, nel 2021 erano stati 340. Nel 2023, nella sola zona della Vedetta di Nardis, sono stati trovati addirittura 1.039 ordigni. Secondo i calcoli del Genio guastatori, dal 2017 al 2024 sono stati rinvenuti ed estratti ben 141 mila ordigni in tutta la regione Trentino Alto Adige.

Non c’è solo la montagna. Nel 2021 e 2022 il cantiere del Waltherpark ha portato alla luce a Bolzano due bombe inesplose risalenti alla Seconda guerra mondiale. Lo scorso febbraio, nella zona industriale di Bressanone Sud è stata trovata una bomba d’aereo americana, poi disinnescata dai guastatori e fatta brillare in una cava a Naz - Sciaves. A gennaio, durante i lavori del cantiere del bypass ferroviario di Trento, sono emerse dal terreno munizioni del Secondo conflitto bellico, che hanno richiesto anche l’intervento dei Vigili del fuoco per la messa in sicurezza.

Le ricerche vengono estese ai laghi e ai bacini idrici, grazie alla collaborazione dell’esercito con la Marina militare. A intervenire nel Garda e nel lago di Torbole sono stati alcuni mesi fa gli specialisti del Comando Subacquei e Incursori (COMSUBIN). In quel caso erano state rinvenute quattro bombe a mano risalenti alla Prima guerra mondiale, due bombe da fucile modello “Zeitzunder Grenade” e due proiettili d’artiglieria dell’ultima guerra.

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