leggo solo ora a causa impegni fuori sede queste news : la prima tratta come sempre dal blog comunity deol discusso Pino Scaccia blogfriends
Trenta chili o qualcosa di meno. Questo il peso della modella israeliana Hila Elmalich quando è morta all'improvviso, per un attacco cardiaco dopo anni di lotta contro l'anoressia. E' l'ultimo shock, in ordine di tempo, a colpire il mondo della moda sotto accusa da più parti per la promozione di un'immagine di bellezza irreale e pericolosa e l'eccessiva pressione imposta alle modelle, costrette ad essere troppo magre. In Israele, la denuncia arriva da un fotografo, amico della Elmalich, che ha dato vita ad una campagna nazionale contro il diktat delle modelle ultra-magre. Dopo Oliviero Toscani, con le sue immagini choc che hanno fatto tanto discutere, ora è la volta di Adi Barkan, che ha deciso di non fotografare più ragazze con un indice di massa corporea - una misura del grasso corporeo - al di sotto di 19. Due anni fa, ha visto la sua amica Hila cadergli tra le braccia incapace di reggersi in piedi. E ora, le è stato accanto anche per la sua ultima crisi, che l'ha portata alla morte. Dopo la tragedia che l'ha colpito personalmente, ha deciso di non rimanere più a guardare: Israele è stato il primo paese nel 2004 ad approvare una legge che impone alle agenzie di non assumere ragazze troppo magre. "In Israele, in 10 anni, abbiamo perso molte taglie: quando ho cominciato a lavorare, 10 anni fa, le modelle portavano la 38, adesso la 32, al massimo la 34''. La sua battaglia la combatte a livello internazionale, per cercare di cambiare l'atteggiamento del mondo della moda nei confronti di un'immagine di bellezza falsa, al limite della malattia. ( continua su Repubblica.it ) dove trovate il Video e le foto Foto [le immagini sono molto crude]
la seconda dal bellissimo blog che ha per titolo " dove le bestie siamo noi, mica gli animali " esso è harpo8.splinder.com
Peggiora invece di migliorare, la sorte delle balene del Pacifico. Domenica una flotta baleniera giapponese è salpata per quella che potrebbe diventare la caccia più vasta degli ultimi 20 anni, con un obiettivo di oltre mille grandi cetacei, tra i quali per la prima volta figurano anche le megattere, a rischio di estinzione secondo gli ambientalisti, e particolarmente amate dai whales watchers per i loro caratteristici salti acrobatici fuori dall'acqua. La mossa dei giapponesi ha suscitato le ire della Nuova Zelanda e dell'Australia, che hanno presentato formale protesta attraverso i propri ambasciatori a Tokyo. "L'Australia è contro ogni forma di caccia delle balene, chiediamo formalmente al Giappone di riconsiderare le proprie decisioni", ha detto il ministro degli Esteri australiano Alexander Downer. Altri in Australia sono stati meno diplomatici. Da Canberra il ministro ombra per gli Affari esteri, Robert McClelland, ha invocato l'uso della marina militare come deterrente contro le baleniere giapponesi, che spesso pescano anche dentro i confini delle aree protette, soprattutto nei mari antartici. La premier neozelandese Helen Clark ha usato parole durissime: "I pescherecci giapponesi avrebbero fatto meglio a restarsene a casa loro, invece di venire qui nascondendosi sotto l'imbroglio di una missione scientifica, quando vogliono semplicemente uccidere mille balene". Il Giappone aveva ufficialmente abbandonato la caccia commerciale alle balene nel 1986, ubbidendo alla moratoria internazionale, per passare dall'anno successivo a quello che continua a chiamare caccia per scopi di ricerca scientifica. continua su Ansa.it
la seconda dal bellissimo blog che ha per titolo " dove le bestie siamo noi, mica gli animali " esso è harpo8.splinder.com
Peggiora invece di migliorare, la sorte delle balene del Pacifico. Domenica una flotta baleniera giapponese è salpata per quella che potrebbe diventare la caccia più vasta degli ultimi 20 anni, con un obiettivo di oltre mille grandi cetacei, tra i quali per la prima volta figurano anche le megattere, a rischio di estinzione secondo gli ambientalisti, e particolarmente amate dai whales watchers per i loro caratteristici salti acrobatici fuori dall'acqua. La mossa dei giapponesi ha suscitato le ire della Nuova Zelanda e dell'Australia, che hanno presentato formale protesta attraverso i propri ambasciatori a Tokyo. "L'Australia è contro ogni forma di caccia delle balene, chiediamo formalmente al Giappone di riconsiderare le proprie decisioni", ha detto il ministro degli Esteri australiano Alexander Downer. Altri in Australia sono stati meno diplomatici. Da Canberra il ministro ombra per gli Affari esteri, Robert McClelland, ha invocato l'uso della marina militare come deterrente contro le baleniere giapponesi, che spesso pescano anche dentro i confini delle aree protette, soprattutto nei mari antartici. La premier neozelandese Helen Clark ha usato parole durissime: "I pescherecci giapponesi avrebbero fatto meglio a restarsene a casa loro, invece di venire qui nascondendosi sotto l'imbroglio di una missione scientifica, quando vogliono semplicemente uccidere mille balene". Il Giappone aveva ufficialmente abbandonato la caccia commerciale alle balene nel 1986, ubbidendo alla moratoria internazionale, per passare dall'anno successivo a quello che continua a chiamare caccia per scopi di ricerca scientifica. continua su Ansa.it
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