Ecco perchè ho appoggiato la manifestazione del 24 novembre
articolo tratto dawww.girodivite.it/I-media-e-l-immagine-femminile.html tranne le parole non in corsivo
Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato. Sono sempre di più le donne che occupano posizioni di rilievo nel mondo della comunicazione. Nelle medie e grandi aziende private italiane, le addette stampa sono il 74%, e il 77,8% sono dirigenti delle aree di informazione. Nonostante questo, però, l’immagine della donna veicolata dai media e dalla pubblicità continua ad essere legata a schemi e stereotipi tipici di una cultura profondamente sessista .
Di questo tema si è parlato alcuni giorni fa in Fiera a Bologna nel corso di una tavola rotonda organizzata da INAIL (Istituto Nazionale per l’ assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e dall’ Associazione della Comunicazione Pubblica, oviamente ignorata dai media nazionale che l'hanno considerata una non notizia o una notizia locale
"Negli ultimi dieci anni la comunicazione si è trasformata, passando da strumento di importanza marginale a elemento strategico per il successo delle aziende, sia pubbliche che private - ha spiegato Antonella Ninci, presidente del comitato Pari Opportunità dell’ Inail - in questo cambiamento le donne hanno svolto spesso un ruolo da protagoniste, a volte artefici inconsapevoli di successi e di cambiamenti. Si può quindi affermare che la comunicazione è donna, anche se le donne continuano a guadagnare meno rispetto ai colleghi maschi e le poltrone del potere sono occupate, nella maggior parte dei casi, dagli uomini".
"Purtroppo c’è un altissimo numero di messaggi pubblicitari che ledono l’immagine femminile - ha detto Isabella Rauti, consigliera nazionale di Parità - manca un’ educazione seria basata sui principi non discriminatori e sul rispetto delle differenze di genere. Un esempio fra tanti è quello della pubblicità di una patatina che aveva come testimonial un noto attore di film porno. Un messaggio certamente carico di allusioni sessuali e di volgarità, per il quale è stato chiesto come capo espriatorio ( perchè ce ne sono ben peggiori ) e ha ottenuto,l’intervento del giurì della disciplina pubblicitaria".
Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato. "La risposta a tutto questo è semplice - ha ammesso Roberto Vecchi, autore e regista televisivo - e si chiama audience. I dati Auditel, ad esempio, sono fondamentali per chi fa televisione, ed è innegabile che la presenza di una velina aumenti inevitabilmente il picco di ascolti. Solo una forte pressione da parte di chi si occupa di Pari Opportunità su chi gestisce i media potrebbe portare, forse, ad un’ attenzione e ad un rispetto maggiore nei confronti delle donne".Tesi su cui non solo d'accordo perchè è solo repressiva , meglio insistere su una nuova eduazione etico morale , iniziando dall'infanzia."Commentando una pubblicità della Tim che aveva come testimonial la Canalis, il quotidiano inglese Financial Times ha scritto che l’ Italia ha dimenticato il femminismo - ha aggiunto la Rauti - in effetti nel nostro Paese c’è una sorta di discontinuità storica e sociale nel percorso dell’ emancipazione femminile. E’ necessario proporre un’ idea di plurale femminile, di non adesione ad un unico modello, per uscire dallo stereotipo della donna velina, velona, poco vestita e sempre in atteggiamenti seduttivi".
Infatti sono contento Mi fa piacere vedere che proprio le donne stiano alzando la testa, evidenziando il grave malessere sociale che investe il nostro paese...dai 12 ai 52 anni si cerca di dimostrare sempre la stessa età...questa idea che lo scopo della vita sia rincorrere e rimpiangere i 25 anni, fa perdere di vista ciò che ha davvero importanza...il piacere di crescere, evolversi, acquisire conoscenza, maturità, rispettabilità, sociale e personale ciò che ha spinto gli uomini fin dagli albori ad evolversi e passare dalle clave ai pc sembra non avere più importanza almeno per le donne...medici donne, avvocati donne, commercialiste, insegnanti, astronauti, militari e scienziati donne e la lista potrebbe continuare, lavorano spesso all’ombra...di potenti che stanno imponendo attraverso i media un’idea di società formata da eterni e istupiditi ragazzi che non costruiscono più nulla, non credono più in nulla e che vengono appagati dalle sgambettanti veline, consumatori e null’altro.
articolo tratto dawww.girodivite.it/I-media-e-l-immagine-femminile.html tranne le parole non in corsivo
Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato. Sono sempre di più le donne che occupano posizioni di rilievo nel mondo della comunicazione. Nelle medie e grandi aziende private italiane, le addette stampa sono il 74%, e il 77,8% sono dirigenti delle aree di informazione. Nonostante questo, però, l’immagine della donna veicolata dai media e dalla pubblicità continua ad essere legata a schemi e stereotipi tipici di una cultura profondamente sessista .
Di questo tema si è parlato alcuni giorni fa in Fiera a Bologna nel corso di una tavola rotonda organizzata da INAIL (Istituto Nazionale per l’ assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e dall’ Associazione della Comunicazione Pubblica, oviamente ignorata dai media nazionale che l'hanno considerata una non notizia o una notizia locale
"Negli ultimi dieci anni la comunicazione si è trasformata, passando da strumento di importanza marginale a elemento strategico per il successo delle aziende, sia pubbliche che private - ha spiegato Antonella Ninci, presidente del comitato Pari Opportunità dell’ Inail - in questo cambiamento le donne hanno svolto spesso un ruolo da protagoniste, a volte artefici inconsapevoli di successi e di cambiamenti. Si può quindi affermare che la comunicazione è donna, anche se le donne continuano a guadagnare meno rispetto ai colleghi maschi e le poltrone del potere sono occupate, nella maggior parte dei casi, dagli uomini".
"Purtroppo c’è un altissimo numero di messaggi pubblicitari che ledono l’immagine femminile - ha detto Isabella Rauti, consigliera nazionale di Parità - manca un’ educazione seria basata sui principi non discriminatori e sul rispetto delle differenze di genere. Un esempio fra tanti è quello della pubblicità di una patatina che aveva come testimonial un noto attore di film porno. Un messaggio certamente carico di allusioni sessuali e di volgarità, per il quale è stato chiesto come capo espriatorio ( perchè ce ne sono ben peggiori ) e ha ottenuto,l’intervento del giurì della disciplina pubblicitaria".
Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato. "La risposta a tutto questo è semplice - ha ammesso Roberto Vecchi, autore e regista televisivo - e si chiama audience. I dati Auditel, ad esempio, sono fondamentali per chi fa televisione, ed è innegabile che la presenza di una velina aumenti inevitabilmente il picco di ascolti. Solo una forte pressione da parte di chi si occupa di Pari Opportunità su chi gestisce i media potrebbe portare, forse, ad un’ attenzione e ad un rispetto maggiore nei confronti delle donne".Tesi su cui non solo d'accordo perchè è solo repressiva , meglio insistere su una nuova eduazione etico morale , iniziando dall'infanzia."Commentando una pubblicità della Tim che aveva come testimonial la Canalis, il quotidiano inglese Financial Times ha scritto che l’ Italia ha dimenticato il femminismo - ha aggiunto la Rauti - in effetti nel nostro Paese c’è una sorta di discontinuità storica e sociale nel percorso dell’ emancipazione femminile. E’ necessario proporre un’ idea di plurale femminile, di non adesione ad un unico modello, per uscire dallo stereotipo della donna velina, velona, poco vestita e sempre in atteggiamenti seduttivi".
Infatti sono contento Mi fa piacere vedere che proprio le donne stiano alzando la testa, evidenziando il grave malessere sociale che investe il nostro paese...dai 12 ai 52 anni si cerca di dimostrare sempre la stessa età...questa idea che lo scopo della vita sia rincorrere e rimpiangere i 25 anni, fa perdere di vista ciò che ha davvero importanza...il piacere di crescere, evolversi, acquisire conoscenza, maturità, rispettabilità, sociale e personale ciò che ha spinto gli uomini fin dagli albori ad evolversi e passare dalle clave ai pc sembra non avere più importanza almeno per le donne...medici donne, avvocati donne, commercialiste, insegnanti, astronauti, militari e scienziati donne e la lista potrebbe continuare, lavorano spesso all’ombra...di potenti che stanno imponendo attraverso i media un’idea di società formata da eterni e istupiditi ragazzi che non costruiscono più nulla, non credono più in nulla e che vengono appagati dalle sgambettanti veline, consumatori e null’altro.
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