Cosa ci ha insegnato o almeno dovrebbe la Grande guerra - prima guerra mondiale

Una  lettera interessante    da  repubblica  del  6\7\2014

Luca Zorzenon (  lucazorzenon@alice.it ) 

ABITO a Redipuglia, a 300 metri dal Sacrario,nella casa dei bisnonni costruita, come altre nei dintorni, all'indomani della fine della I  guerra mondiale, con materiali che la povera  gente di allora recuperava da un Carso devastato.
Per un secolo, da allora, i «centomila» morti e i men che mille vivi che popolano la frazioncina,ogni sera alle 17 odono una flebile  tromba che suona loro il «silenzio»: entrano,quelle note dignitose, in punta di piedi, mentre leggi o cucini, badi all’orto, giochi con i figli,studi.
Oggi, invece, il maestro Muti suonerà per tutti il Requiem verdiano, ed è un grande messaggio di pace e di fratellanza fra i popoli. Anche un omaggio alla Costituzione. Calca permettendo, ci sarò. Altrimenti, mi basterà tener le finestre aperte, per partecipare.
L’indomani, da quelle stesse finestre,rientrerà, quotidiano, il «silenzio». Ho letto su Repubblica il bel testo del Presidente Napolitano.*
Solo una cosa mi sento di dire, da professore  di liceo che ogni giorno parla ai giovani. Prova tremenda sofferta e vinta dal popolo  italiano da poco unito, prova molto meno  positiva delle sue classi dirigenti (politiche e  militari), la Grande guerra ci consegna non  un’Italia più unita e consapevole, ma anzi lacerata
ai limiti della guerra civile, dentro cui  le istituzioni dello stato liberale crollano e la  monarchia compie nel 1922 (quasi all’anniversario  di Caporetto), il passo irresponsabile  di consegnarne a Mussolini il governo. Meglio di me, perché ne visse sulla pelle le conseguenze, lo sa il Presidente: ed io questo dico  e ripeto ai giovani.


*
 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/07/05/europa-piu-unita-cosi-il-ricordo-della-prima-guerra-rafforzera-la-pace11.html


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