4.7.14

il caso di Marinaleda ecco come riprendersi dalla crisi . ma allora il socialismo non è un’utopia?


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In un  periodo  di ricorrenti crisi  economiche  e di un sistema   sempre  peggiore  



 da un video che  viene  continuamente rimosso      ma   che riappare  ciclicamente   sintesi  del film    https://www.youtube.com/watch?v=7gSRg_zoBgA

Eccovi  una  modello  di utopia realizzata  

Nel cuore dell'Andalusia sorge una piccola comunità rurale che è riuscita a sconfiggere la piaga dei senza lavoro. Un esempio unico nell'Europa colpita dalla crisi e dalla recessione creato dallo storico sindaco della cittadina. 

Juan Manuel Sànchez Gordillo ha fondato la politica economica e sociale su un principio che ha avuto successo: non più copetività ma cooperazione. Ispirandosi ai valori del socialismo ha costruito nell'arco di 30 anni un sistema che garantisce la sussistenza all'intera comunità agricola. Il risultato è la piena occupazione e un sogno che resiste: l'utopia di un sistema di convivenza e produttivo diverso
Un paese senza disoccupati né mutui da pagare, dove tutti hanno uno stipendio garantito. Non è utopia ma quanto accade a Marinaleda, un piccolo centro abitato nei pressi di Siviglia, in Andalusia, dove tutto questo è realtà.Il piccolo comune andaluso è balzato agli onori della cronaca perché rappresenta un esperimento sociale ed economico quanto meno interessante. Nel bel mezzo della più grave crisi del dopoguerra, con la disoccupazione al 30% in Spagna, il centro governato dalla fine degli anni ’70 dal rivoluzionario sindaco Gordillo registra un sorprendente 0% alla casella disoccupazione.Il principio ispiratore si fonda sulla cooperazione. L'obiettivo da realizzare è un'utopia, nel senso letterale del termine: è scritto a
caratteri cubitali perfino sullo stemma della città: 'Marinaleda, un'utopia verso la pace'.Da quando il sindaco Gordillo è al governo, la popolazione, dapprima assai povera, ha occupato terreni abbandonati di latifondisti per metterli a reddito, ed in seguito una grossa tenuta è stata ceduta dal proprietario al comune perché fosse assegnata alla popolazione più povera. Dall'inizio del mandato di Gordillo quasi tutta la popolazione in grado di lavorare si è dedicata alla coltivazione e alla trasformazione dei frutti della terra riunendosi nella Cooperativa Humar - Marinaleda SCA, creata dagli stessi lavoratori. In più sono sorti un piccolo commercio e una piccola distribuzione locale.
La cooperativa, che rappresenta la vera forza economica di questo paese, impiega il 70% dei residenti. Il restante 30% della popolazione lavora negli uffici e nelle scuole o in piccole botteghe a conduzione familiare.Lo stipendio, uguale per tutti, è di 47 euro al giorno, per sei giorni di lavoro alla settimana. Identica remunerazione anche per gli operai dei campi e per quelli dell’industria della trasformazione, indipendentemente dalla mansione ricoperta o dalle ore di lavoro svolte, che oscillano dalle sei giornaliere a coltivare la terra alle otto in fabbrica.Non esiste la polizia e le decisioni politiche vengono prese in una riunione in cui tutti i residenti sono tenuti a partecipare. Le cariche politiche sono volontarie e senza compenso, svolte solo per il bene della collettività. Le imposte da pagare sono bassissime e il bilancio comunale è pubblico.Ma non è finita qui: ogni cittadino di Marinaleda ha la possibilità di pagare un affitto calmierato di 15 euro al mese per un appartamento di 90 metri quadri. Come?



 Il Comune gestisce il terreno, ne concede il permesso di edificabilità valutando la bontà del progetto e l'assegnatario contribuisce alla costruzione dell'edificio con il proprio lavoro.Nella Spagna stretta dalla morsa delle politiche di austerità,--- secondo  questo articolo d'inchieste  repubblica ( di cui trovate  nel blog  il video  )  ----  Marinaleda ha risposto all'impatto della crisi peggiore che l'Europa abbia conosciuto nel dopoguerra con la costruzione di un tessuto sociale e vincoli di solidarietà. Vivere qui non è semplice, ci raccontano alcuni lavoratori.  "Il lavoro nei campi per noi è parte integrante di un sistema che dura da 30 anni e non tutti sarebbero disposti ad accettare queste condizioni". Ci vuole "volontà politica, prima di tutto", chiosa Esperanza. 
E a chi li accusa di essere dei pazzi fuori dal tempo e dall'economia globalizzata, arriva la risposta di una produzione agricola che oggi giunge sulle tavole di tutta la Spagna, di alcuni paesi europei  -  Italia compresa  -  fino al lontano Venezuela.

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