31.5.15

perchè quando i responsabili di un crimine hanno un nome. parliamo ( specie le prime pagine dei media e dei tg ) della loro etnia o provenienza geografica ? abbiamo nostalgia delle leggi razziali del 1938 ?

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N.b
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Krusco_03 29 maggio 2015 alle 11:10  da  http://www.huffingtonpost.it/

Mi sembra un discorso fazioso,buonista;ne ho sentiti molti di discorsi di questo tipo fatti dalla benpensante 'borghesia progressista';da tanti 'pennivendoli'animati da buone intenzioni solo sulla carta!Non significa essere razzisti avercela con i Rom;qualsiasi altra etnia che viene nel nostro paese è ben accetta,ma non loro.Non sto certo a spiegare i gravi difetti che si portano dietro da sempre,che sono endemici nella loro cultura,perchè sarebbe troppo ovvio,e chi li nega(questi difetti)è senza dubbio in malafede.Io sono sempre stato contro figure razziste alla Salvini,ma nel caso dei Rom,ha perfettamente ragione;sono brutte persone a prescindere  e da come parlano,basta il suono della loro voce a rendere l'idea!!Il che fare è un altro discorso,e non è facile da risolvere,ma una cosa è certa,che in un momento come questo,gli conviene stare molto attenti a come si muovono.
 Possono , sempre  che non vogliano allargare i loro orizzonti  , a meno di leggere    il post  d'oggi


A mente  fredda    dopo aver letto  diversi articoli  sulla  tragedia   di primavalle    avvenuta  qualche  giorno fa   ( speriamo  finiscano dentro   e Chi ha ucciso  merita di finire in galera per qualche decennio )  e  ascoltando  questo  sublime pezzo , purtroppo   sono riuscito a trovarlo  solo  in versione  sottofondo  e   non solo musicale    che  riporto sotto



70 anni fa il bombardamento dell'Abbazia di Montecassino (estratto dalla puntata di Tg1Dialogo di sabato 15 febbraio 2014) 
Clip realizzata da Roberto Olla, montaggio di Patrizia Pellegrini, musica "Perché" composta e eseguita da Giuseppina Torre

che   torno a parlare   della marea nera  ed  appiccicosa  ormai diventata sempre  più incontrollabile sui social   e  non   grazie alle  bufale  prese per  buone .Ma  soprattutto   concordo     con questo articolo di  ,che  riporto   integralmente ,  sempre  delll' http://www.huffingtonpost.it 29/05/2015 14:38









GIPSY
E dunque, se ho ben capito: gli zingari sono stupratori e assassini, i marocchini spacciatori e stupratori, i rumeni ladri e assassini, gli albanesi magnaccia, e gli italiani brava gente. Nessuna madre italiana ha partorito stupratori, assassini, ladri e puttanieri. E questo, essendo io italiana e potenziale mamma, mi consola un bel po'. Perché, giustamente, la delinquenza è una roba che ha a che fare con l'etnia, mica con l'etica delle persone. Al massimo si può concedere che abbia a che fare con la fisiognomica, comunque non con la morale e il cervello che la partorisce.
Deve essere davvero rassicurante cullarsi nella convinzione che se si asfaltano i campi nomadi, si chiudono le frontiere e si sbattono fuori gli immigrati, l'Italia tornerà ad essere un paese sicuro in cui poter lasciare le chiavi sulla toppa di casa e dormire con le finestre aperte che nessuno, ma proprio nessuno, entrerà per fregarci i gioielli di famiglia, usarci violenza e poi tagliarci la gola. Deve essere molto rassicurante pensare di poter saltellare sulle strisce pedonali con la certezza che nessun ubriacone disgraziato ci stirerà mandandoci all'altro mondo.
Peccato che, solo negli ultimi 15 giorni due italiani abbiano falciato le gambe e la vita di altrettante incolpevoli persone tra cui una ragazzina di 14 anni. Peccato che meno di un mese fa un bravissimo ragazzo partorito da un'italianissima mamma abbia stuprato una tassista. Peccato che le rassicurazioni che si fondano sulle generalizzazioni siano favole tristi lontane dalla realtà. Che la vita è un'altra cosa e non prevede semplificazioni massimaliste come quelle di chi oggi è saltato in groppa al cavallo della questione razziale per rimpinguare un magro bottino di consensi elettorali. La vita, almeno quella di oggi qui in Italia, è un equilibrismo continuo su una corda consumata.
Ed è molto comodo indicare nell'altro il funambolo che l'ha sfilacciata, ma la verità è che i primi a ridurla in brandelli siamo stati noi, noi che oggi rischiamo di precipitare nel baratro che si apre sotto i nostri piedi. Siamo stati noi ogni volta che abbiamo fatto i furbi, che non abbiamo emesso una fattura, che siamo passati col rosso, che abbiamo fregato il nostro vicino di casa, che abbiamo copiato a un concorso, che ci siamo fatti raccomandare. La rovina attuale del nostro Paese non può essere scaricata sulle spalle di chi è appena arrivato qua e non è capace di integrarsi perché le politiche di integrazione costano denaro e lo Stato questo denaro non ce l'ha e se ce l'ha non ha voglia di spenderlo in iniziative poco popolari.
L'integrazione costa, il populismo e l'intolleranza no. Basta fare i conti della serva per capire quanto la fiaccolata di ieri sera (e tutte quelle che l'hanno preceduta e la seguiranno) sia più conveniente rispetto a politiche di educazione civica e integrazione. Per parlare alla pancia ormai vuota degli italiani riempiendola di ignoranza e di razzismo assicura voti e consensi, applausi e ovazioni. Accendere torce e piazzarle nelle mani degli italiani brava gente costa meno che piazzare in quelle mani buoni libri. Urlare odio costa meno che sussurrare comprensione. Strumentalizzare la barbarie di uno spalmandola su tutta la razza sua è diventato il nuovo sport nazionale. Una volta eravamo tutti allenatori, oggi siamo tutti antropologi del pressapochismo etnico per cui: gli zingari non si vogliono integrare e i mussulmani son quelli del velo sulla testa delle donne.
E gli italiani? Gli italiani son quelli che fanno i soldi sulla miseria di zingari e mussulmani, che li lasciano a mangiare sabbia e scarafaggi perché si sono intascati il denaro per il loro pane. E però gli italiani son brava gente. Come no. Gli italiani non stuprano e non ammazzano, non rubano e non truffano. Gli italiani son brava gente: non si sognerebbero mai di maltrattare le loro terre con discariche abusive che spruzzano nell'aria diossina e veleni. Gli italiani non sono Gomorra e Roberto Saviano è la reincarnazione del delirio mistico di Dante Alighieri. Certo: gli italiani son brava gente e chi sostiene il contrario è solo un razzista ignorante. Ecco.


  
Infatti è da  un paio  d'anni  che   sui  media   su tutti i media (  e  ora   ache in rete  in particolare  social  come     )   , non  più soltanto    di destra  (   ormai  senza   nessuna distinzione tra moderata ed estrema  )   e  recentementre  anche  [ sic ] quelli progressisti   e    democratici cè spazzatura, Una valanga razzista, titoli che incitano all'odio, commenti e articoli che puzzano di pogrom. I rom, di nuovo, vengono additati come il Male, come la feccia da eliminare al più presto. Fisicamente, se necessario.


Un riflesso pavloviano. Succede ogni volta che qualche "zingaro" è protagonista di storie di cronaca nera. Spesso riguardano furti e borseggi. Stavolta è peggio: un'auto pirata con tre sinti a bordo, per scappare a un controllo di polizia, è finita a 150 all'ora sulla folla che attraversava la strada. Una donna filippina è morta sul colpo, altre otto persone sono rimaste ferite, il killer che guidava è riuscito a scappare.
Una tragedia, un assassinio. Ne capitano di continuo episodi così, ogni settimana. Ma se c'è un rom o un rumeno o  qualunque  altro  gruppo etnico di mezzo, l'opinione pubblica, i media e i politici si eccitano, e lil fatto non viene trattato come una drammatica vicenda di cronaca giudiziaria, ma diventa questione razziale, scontro politico, zuffa ideologica. Scatena frustazioni ancestrali per il diverso. La caccia allo "zingaro"  o  all'extracmunitario che si  èmacchiato  del  croimuine  riprende vigore, con più forza che pria.
I giornalisti, deputati di destra e commentatori hanno gioco facile ad alimentare la rabbia. Anche perchè sperano di aumentare lo SHARE, mentre i Salvini e le Meloni si leccano i baffi sicuri di guadagnare qualche voto. Da Boccea, il quartiere di Roma teatro della folle carambola, la gente non piange il morto. Ma urla innanzitutto bestialità fasciste: «Radiamo al suolo i campi rom», «gli zingari sono merda, assassini nati per delinquere», «vanno bruciati vivi quando sono bambini». Frasi atroci che in tv e sui giornali, invece di essere stigmatizzate, vengono comprese, giustificate, accarezzate.. Ma basterebbe guardare ai fatti, dare un'occhiata all'archivio dell'Ansa, e capire subito come l'incidente, anche stavolta, è strumentalizzato da razzisti e sciacalli. Cinque giorni fa, a Vibo Valentia, due giovani italiani hanno ammazzato Vituccia Pasceri, 68 anni, e sono scappati: nessuno ne ha parlato. Dieci giorni fa a Palermo Tania Valguarnera, 30 anni, è stata presa in pieno a folle velocità da Pietro Sclafani, che aveva riavuto la patente ritirata mesi fa per eccesso di velocità. Anche lui se l'è data a gambe senza prestare soccorso: nessuno gli ha dedicato la prima pagina.
Nello stesso giorno, il 17 maggio, un italiano di 32 anni di Celano, vicino Pescara, ha investito due ragazzini sul motorino, uccidendone uno. È scappato, aveva la patente scaduta. I tg non ne hanno fatto parola. A Pistoia un mese fa un ragazzo italiano di 19 anni ha preso a martellate il parabrezza della sua auto, per tentare di cancellare le tracce dell'impatto con il cranio di una studentessa di 17 anni, presa in pieno mentre attraversava sulle strisce. Nessun politico ne ha fatto menzione. La ragazza è morta sul colpo.
Andiamo avanti. Ad aprile una signora di Udine ha patteggiato tre anni per aver ucciso un operaio: la rispettabile friulana pare avesse bevuto peggio di un rom alla sua festa di matrimonio. A Monza un rispettabile Suv Audi Q5 ha investito un'auto uccidendo un 15 enne e mandando in coma la madre, ed è fuggito: non è uno zingaro quello che qualche giorno dopo si è costituito, ma un benestante quarantenne brianzolo. Ovviamente è già a piede libero. Decine di stranieri, infine, hanno perso la vita negli ultimi anni sulle nostre strade (compresi rom e pachistani), uccisi da italiani drogati o ubriachi che non si sono fermati a prestare soccorso.

Questo vizio  presente   nei media   vale    anche   se  a  commettere    un  reato è  anche  un  italiano   specialmente del sud




Si fa 130 km al giorno per perseguitare la ex: pastore sardo a processo

Venerdì 29 Maggio alle 16:57

Per perseguitarla non esitava a farsi ogni giorno 130 chilometri in auto.

L'aspettava davanti al portone, la minacciava, la seguiva sul posto di lavoro.

Ora dovrà rispondere davanti al giudice dell'accusa di stalking.
Ad essere rinviato a giudizio, Sebastiano Boe, pastore sardo di 58 anni, originario di Onanì (Nuoro) ma trasferitosi nel Maceratese.
Lo riferisce la stampa locale marchigiana.
La vittima, invece, è la sua ex compagna, residente a Senigallia (Ancona).
Secondo quanto accertato dalle indagini, l'uomo, non rassegnandosi alla fine della loro relazione e geloso del nuovo compagno della donna, aveva deciso di trasformare la vita di entrambi in un incubo, fatto di pedinamenti, messaggi minatori e, nei confronti della malcapitata, anche di telefonate con "disgustose allusioni sessuali".
Finché la donna, esasperata, si è rivolta alle autorità, sporgendo denuncia.
E ora, dopo le indagini di rito condotte dalla polizia, il magistrato ha deciso di portare alla sbarra il 58 enne
  medidate  gente  meditate  .

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