Come sempre accade per tutte le celebrazioni d'anniversari ci sono miti che resistono anche se sono da recenti studi e acquisizione di documenti rimessi indiscussione. Ed è il caso di quando , il nella notte fra il 23-24 maggio del 1915 l'Italia segno' la sua entrata nella carneficina che fu la grande guerra .Tutti credono che Dal Forte Verena, sull'altopiano di Asiago, parte un primo colpo di cannone verso le fortezze austriache situate sulla Piana di Vezzena: che fu questo per l'Italia inizia ufficialmente le operazioni militari nella prima guerra mondiale. E primo soldato Regio esercito a essere ucciso da una pallottola dell’esercito austro-ungarico fu l’udinese Riccardo Giusto. All’alba del 24 maggio 1915, nella zona del monte Colovrat,il proiettile sparato da un gendarme imperiale rimbalzò sulla vanga fissata allo zaino di Giusto e gli trafisse la nuca. Quasi contemporaneamente dal forte Verena, a nord ovest di Asiago, partiva il primo colpo di cannone di una batteria italiana. Ma oggi,sebbene si sia soliti abbinare alla mezzanotte del 24 maggio l’inizio delle ostilità, sappiamo con certezza che il primo colpo fu sparato due ore prima. A farlo – nonostante l’ordine perentorio di non sparare prima della mezzanotte – furono due militari della Guardia di Finanza sul torrente Judrio, non lontano da Gorizia, contro una pattuglia di austriaci che volevano minare un ponte.A Darne notizia è la bellissima e ben fatta puntata della trasmissione rai " il tempo e la storia " del 2\5\2015
Una puntata realizzata in collaborazione con la Guardia di Finanza che ha reso possibile, per la prima volta, la ricostruzione filmata dell’episodio con soldati equipaggiati con divise e armi originali dell’epoca.
Ospite di Massimo Bernardini, il professor George Meyr che ripercorre l’accavallarsi degli eventi politici e diplomatici che portarono appunto a quel fatidico primo colpo di fucile sparato dai nostri soldati nella grande guerra. Un evento, in sé, quasi insignificante se paragonato all’immane tragedia del primo conflitto mondiale, ma dal valore altamente simbolico per la storia militare del regio esercito italiano.
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