UNO STRANO CRISTO © Daniela Tuscano


Avanza uno strano Cristo, veste da rapper, gambe da calciatore , o contadino, o entrambi. Sguardo basso e lento, persino un’aureola a incorniciare il volto immancabilmente barbuto. Alle sue spalle, avanzi di Bronx su una luce cieca. Al suo fianco, un fucile. Un Cristo armato, come in certi dipinti sudamericani.
Solo i benpensanti ne rimangono scandalizzati. Quell’arma non spara,... si difende. È una fionda, pur se uccide. Vi è costretta. Lo strano Cristo si chiama Massoud, la lotta ce l’ha nel nome. Musulmano, 28 anni, non lavora la terra ma fa l’ingegnere e ora si trova lì, in un Bronx libico chiamato Sirte. Combatte contro Daesh, “i falsi musulmani che distorcono l’Islam”. Continuerà a combattere finché non li avrà respinti. Suoi compagni sono altri giovani, ben più giovani di lui, ragazzi che cercano un futuro, già veterani di guerra. Chi ha una paura fottuta di morire, altri che se la sono fatta passare. Pensano al dopo, a quando torneranno agli studi, al lavoro. Esausti ma tenaci.
Forse non li capiremo mai del tutto. Dei loro occhi, qualche lampo c’inquieterà. Ma calpestano questa vita. Sono giovani e soli. Possiamo voltarci altrove? Un giorno, reduci, percorreranno le nostre strade. E lo faranno da cittadini.

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