1.9.06

Senza titolo 1423

Quando ci dimentichiamo di essere umani

Io schiavo in Puglia di Fabrizio Gatti





Il padrone ha la camicia bianca, i pantaloni neri e le scarpe impolverate. È pugliese, ma parla pochissimo italiano. Per farsi capire chiede aiuto al suo guardaspalle, un maghrebino che gli garantisce l'ordine e la sicurezza nei campi. "Senti un po' cosa vuole questo: se cerca lavoro, digli che oggi siamo a posto", lo avverte in dialetto e se ne va su un fuoristrada. Il maghrebino parla un ottimo italiano. Non ha gradi sulla maglietta sudata. Ma si sente subito che lui qui è il caporale: "Sei rumeno?". Un mezzo sorriso lo convince. "Ti posso prendere, ma domani", promette, "ce l'hai un'amica?". "Un'amica?". "Mi devi portare una tua amica. Per il padrone. Se gliela porti, lui ti fa lavorare subito. Basta una ragazza qualunque". Il caporale indica una ventenne e il suo compagno, indaffarati alla cremagliera di un grosso trattore per la raccolta meccanizzata dei pomodori: "Quei due sono rumeni come te. Lei col padrone c'è stata". "Ma io sono solo". "Allora niente lavoro". l'articolo continua QUI e poi  QUI e ancora Che dire, come sempre complimenti a Gatti, che oltre alla sua professionalità, non dimentica la dignità di queste persone.Italiani brava gente , invasi da orde di extracomunitari clandestini, malfattori, assassini che riempiono le pagine dei nostri Tg, che gli tolgono il lavoro, che gli stuprano le donne, che ci fanno parlare tanto per dare aria alla bocca, chissà quanti Italiani brava gente così ci sono nelle nostre beneamate città.Si chiama RIDUZIONE IN SCHIAVITU' no...non è più concessa..anche se vi fanno così schifo.

1 commento:

Loreanne ha detto...

Reportage shockante, anche quest'ultimo di Gatti! Anche sul Giramundo abbiamo voluto metterlo in evidenza.

Un saluto, compagno di viaggio.