E' vergognoso che allo stadio durtante le partite possano entrare striscioni exenofobici e e ultra razzististi o inneggianti al fascismo ( o al comunismo , e all'antifascimo militante nella l curva del Livorno ) , insuiltanti verso i morti ( perchè i morti qualunque sia la loro causa si rispettano ) di nassyria o striscioni per la liberazione degli ostaggi italiani in Iraq e in Afghanistan , e non come nel caso dell'ultimo sequestro in sardegna striscioni per richiedere ai sequestratori la liberazione . Ora mi chieso come mai per Farruk Kassam seqquestrato nel 1992\3 si era fatta uan cosa simile e per Pinna ( l'ultimo sequestrato No .
Ecco l'articolo dela news tratta dalla nuova sardegna del 29\10\2006
Bonorva. Tolto lo striscione: «Uno scandalo», ha detto Floriana Muroni del comitato spontaneo
Lo sconcerto dei tifosi arrivati da Giave e Bonorva per il derby Milan-Inter
itti libero» negato anche a San Siro
GIANNI BAZZONI
BONORVA. Oggi è atteso un messaggio del Papa per la liberazione di Titti Pinna. La richiesta è arrivata a Benedetto XVI tramite il vescovo di Sassari, padre Paolo Atzei. E il Santo Padre potrebbe rivolgere l’appello ai sequestratori all’Angelus, o magari mercoledì nel giorno dei Santi.
Quello di Giovanni Battista Pinna, però, continua a essere un sequestro di serie B. E la conferma arriva da uno stadio di calcio di serie A. Ieri pomeriggio, a San Siro, infatti, una delegazione di giovani di Giave e Bonorva (tifosi del Milan), arrivata per assistere al derby con l’Inter, ha sistemato dietro la porta dei rossoneri - con tanto di autorizzazione della società - uno striscione con la scritta «Ridateci Titti». Una iniziativa concordata da giorni per cercare di dare un respiro nazionale alla vicenda dell’allevatore di Bonorva, in mano ai rapitori ormai dal 19 settembre. «Era tutto a posto - hanno spiegato ieri sera i giovani -, lo striscione lo abbiamo piazzato alle 16. Ma quando mancava circa un’ora all’inizio della partita, ci hanno detto che doveva essere rimosso perchè non era possibile trasmettere un messaggio di solidarietà che riguardava i sequestri di persona. E’ assurdo».
Poco prima, infatti, in altri campi - tanto per citarne uno quello di Torino, dove giocava la Juventus - i giocatori sono scesi in campo con la scritta sulla maglia: «Liberate Torsello» (il fotoreporter sequestrato in Afghanistan). Una testimonianza importante di solidarietà che è stata negata per l’allevatore sardo.
«E’ uno scandalo - ha detto ieri sera Floriana Muroni, responsabile del Comitato spontaneo per la liberazione di Titti Pinna - siamo indignati e non sappiamo perchè accadono queste cose. Dal mondo dello sport ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso. Oggi, comunque, nei campi di calcio della Sardegna, i giocatori scenderanno in campo con una fascia bianca al braccio (simbolo dei lenzuoli) per rinnovare l’invito alla liberazione di Titti Pinna».
E da San Siro, dove ieri sera ha assistito al derby con l’Inter insieme ad altri amici sardi, il presidente del consiglio provinciale di Sassari, Enrico Piras, ha espresso tutta la sua disapprovazione per quanto accaduto: «E’ un atto indegno - ha spiegato - non si può prima autorizzare la sistemazione di uno striscione, che tra l’altro contiene una richiesta di libertà per una persona umana, e poi ordinarne la rimozione. Così sembra quasi che si voglia fare una classifica dei sequestri. Quello striscione non creava problemi a nessuno, e andava lasciato esattamente lì dov’era, dietro la porta del Milan. Ben visibile a tutti, era una testimonianza di civiltà».
Ieri, intanto, un nuovo appello per la liberazione di Titti Pinna si è levato da Nuoro. Antonietta Cossu, presidente della commissione provinciale Pari opportunità, ha rivolto a nome di tutte le componenti dell’organismo un appello alle donne della Sardegna. «In particolare a quelle che sono a conoscenza di importanti indizi e che possono contribuire alla liberazione di Titti Pinna».
«La sensibilità e l’altruismo delle donne - ha detto - devono ancora una volta vincere di fronte a situazioni di dolore. Facciamo un appello alle donne sarde, affinchè l’ingiustizia, la prepotenza e il silenzio vengano sconfitti. I rapitori sappiano che Titti Pinna non è solo, e ci auguriamo che dalle loro stesse donne nasca il bisogno di gridare insieme a noi: liberatelo, liberatelo».
Ecco l'articolo dela news tratta dalla nuova sardegna del 29\10\2006
Bonorva. Tolto lo striscione: «Uno scandalo», ha detto Floriana Muroni del comitato spontaneo
Lo sconcerto dei tifosi arrivati da Giave e Bonorva per il derby Milan-Inter
itti libero» negato anche a San Siro
GIANNI BAZZONI
BONORVA. Oggi è atteso un messaggio del Papa per la liberazione di Titti Pinna. La richiesta è arrivata a Benedetto XVI tramite il vescovo di Sassari, padre Paolo Atzei. E il Santo Padre potrebbe rivolgere l’appello ai sequestratori all’Angelus, o magari mercoledì nel giorno dei Santi.
Quello di Giovanni Battista Pinna, però, continua a essere un sequestro di serie B. E la conferma arriva da uno stadio di calcio di serie A. Ieri pomeriggio, a San Siro, infatti, una delegazione di giovani di Giave e Bonorva (tifosi del Milan), arrivata per assistere al derby con l’Inter, ha sistemato dietro la porta dei rossoneri - con tanto di autorizzazione della società - uno striscione con la scritta «Ridateci Titti». Una iniziativa concordata da giorni per cercare di dare un respiro nazionale alla vicenda dell’allevatore di Bonorva, in mano ai rapitori ormai dal 19 settembre. «Era tutto a posto - hanno spiegato ieri sera i giovani -, lo striscione lo abbiamo piazzato alle 16. Ma quando mancava circa un’ora all’inizio della partita, ci hanno detto che doveva essere rimosso perchè non era possibile trasmettere un messaggio di solidarietà che riguardava i sequestri di persona. E’ assurdo».
Poco prima, infatti, in altri campi - tanto per citarne uno quello di Torino, dove giocava la Juventus - i giocatori sono scesi in campo con la scritta sulla maglia: «Liberate Torsello» (il fotoreporter sequestrato in Afghanistan). Una testimonianza importante di solidarietà che è stata negata per l’allevatore sardo.
«E’ uno scandalo - ha detto ieri sera Floriana Muroni, responsabile del Comitato spontaneo per la liberazione di Titti Pinna - siamo indignati e non sappiamo perchè accadono queste cose. Dal mondo dello sport ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso. Oggi, comunque, nei campi di calcio della Sardegna, i giocatori scenderanno in campo con una fascia bianca al braccio (simbolo dei lenzuoli) per rinnovare l’invito alla liberazione di Titti Pinna».
E da San Siro, dove ieri sera ha assistito al derby con l’Inter insieme ad altri amici sardi, il presidente del consiglio provinciale di Sassari, Enrico Piras, ha espresso tutta la sua disapprovazione per quanto accaduto: «E’ un atto indegno - ha spiegato - non si può prima autorizzare la sistemazione di uno striscione, che tra l’altro contiene una richiesta di libertà per una persona umana, e poi ordinarne la rimozione. Così sembra quasi che si voglia fare una classifica dei sequestri. Quello striscione non creava problemi a nessuno, e andava lasciato esattamente lì dov’era, dietro la porta del Milan. Ben visibile a tutti, era una testimonianza di civiltà».
Ieri, intanto, un nuovo appello per la liberazione di Titti Pinna si è levato da Nuoro. Antonietta Cossu, presidente della commissione provinciale Pari opportunità, ha rivolto a nome di tutte le componenti dell’organismo un appello alle donne della Sardegna. «In particolare a quelle che sono a conoscenza di importanti indizi e che possono contribuire alla liberazione di Titti Pinna».
«La sensibilità e l’altruismo delle donne - ha detto - devono ancora una volta vincere di fronte a situazioni di dolore. Facciamo un appello alle donne sarde, affinchè l’ingiustizia, la prepotenza e il silenzio vengano sconfitti. I rapitori sappiano che Titti Pinna non è solo, e ci auguriamo che dalle loro stesse donne nasca il bisogno di gridare insieme a noi: liberatelo, liberatelo».
1 commento:
finalmente se n'è accorto qualcuno che non pè sardo . e che nonostante sia conservatore non fà distinzione fra sequestrati
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Benedetto XVI ha espresso, al termine dell'Angelus, la sua "più ferma condanna" del crimine dei sequestri di persona "in diversi Paesi del mondo", assicurando il suo "ricordo nella preghiera per tutte le vittime e per i loro familiari e amici". In particolare, il Papa ha pronunciato un appello per la liberazione di Giovanni Battista Pinna, l'allevatore di Bonorva (Sassari) rapito il 19 settembre scorso, chiedendo che "sia presto restituito ai suoi cari".
"Da più parti - ha detto il Pontefice - mi giungono richieste di intervento in favore di persone che, in diversi Paesi del mondo, sono vittime di sequestri. Mentre ribadisco la più ferma condanna di questo crimine assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutte le vittime e per i loro familiari e amici".
"In particolare - ha proseguito il Papa - mi unisco al pressante appello recentemente rivoltomi dall'Arcivescovo e dalla comunità di Sassari in favore del signor Giovanni Battista Pinna, rapito il 19 settembre scorso, perché sia presto restituito ai suoi cari".
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