Ali Fadhil è un medico iracheno, ma è anche un giornalista che con accurate, nonché pericolose, inchieste che gli sono valse vari premi internazionali, sta indagando sul perché delle misere condizioni e della precarietà dell'Iraq di oggi. Ali, partendo dall'inefficienza e povertà degli ospedali iracheni, si mette sulle tracce dei miliardi di dollari affidati alla coalizione per rimettere in piedi le infrastrutture del paese.Nel corso dell'inchiesta che gli costerà minacce ai familiari, saccheggi in casa e tanta paura, Ali scopre alcuni buchi neri dove sarebbero spariti i soldi che ignari cittadini americani e non solo credevano fossero usati per risollevare le sorti di quel paese, riconquistato alla democrazia.Corruzione, frodi e incompetenza hanno ingoiato almeno 23 miliardi di dollari gestiti dall'Autorità Provvisoria della Coalizione, CPA, lasciando molte opere incompiute o compiute male. E in parte vanificando un percorso di riconciliazione che, con un adeguato aiuto al paese e alla popolazione, avrebbe avuto più possibilità di successo.Varie azioni giudiziarie sono in corso per accertare le responsabilità da parte di alcune compagnie americane, beneficiarie di appalti miliardari. E questo mentre l'Iraq è in ginocchio e negli ospedali si muore per mancanza di farmaci adeguati e strutture fatiscenti. Il sistema sanitario iracheno che prima della guerra poteva vantarsi di strutture molto efficienti e personale medico estremamente qualificato, langue oggi nell’abbandono e sopravvive grazie alla dedizione e alla professionalità di pochi “eroi”. Un documentario che mette a nudo la profondità dell'inganno della guerra in Iraq. Scrive Dan Whyte, criminologo americano, “il saccheggio della ricchezza petrolifera irachena non ha precedenti nella storia dei crimini industriali”. ceraunavolta.rai.it Zahra, la bimba nella foto, dopo lunga agonia in un ospedale iraqeno, è morta per mancanza di cure adeguate. Intervista ad ALI FADHIL
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