14.7.07

Senza titolo 1938

NASCE A TORINO IL COMITATO PER IL NO.

NO ALLA NUOVA LEGGE "ACERBO".
NO A LISTE BLOCCATE DI CANDIDATI SCELTI DALLE SEGRETERIE DEI PARTITI.


Ieri si è costituito a Torino il Comitato per il NO al referendum elettorale
c.d. Guzzetta.
Lo hanno promosso Antonio Caputo, Diego Novelli, Claudia Peirone, Vladimir
Mastrogiacomo, Narciso Dirindin, componenti del Consiglio  Direttivo del
  Comitato Piemontese e Valdostano per la difesa della Costituzione.

LE RAGIONI DEL NO:

1) Una legge elettorale condivisa, quale regola del gioco, deve essere
coerente  con l'attuale e condiviso assetto costituzionale, confermato dalla
stragrande maggioranza dei cittadini  italiani con il voto popolare del  25
e 26 giugno 2006.
Il referendum  manipolativo della vigente legge elettorale,  la "porcata"
secondo la definizione di uno dei suoi coautori, non lo è.
Mussolini volle la legge Acerbo, approvata dalla Camera dei Deputati il 21
luglio 1923,.
Tale legge prevedeva l'adozione del sistema maggioritario all'interno di un
collegio unico nazionale.
Alla lista che avrebbe ottenuto più voti sarebbero toccati i due terzi dei
seggi (356), mentre i restanti (179) su base proporzionale andavano alle
liste rimaste in minoranza. Era inoltre previsto, qualora la lista di
maggioranza fosse una federazione di partiti, un ingente premio di
maggioranza al movimento con più voti tra quelli che componevano la lista
più grande.
Alle elezioni del 6 aprile 1924, inizio del regime,  il Listone Mussolini
prese il 64,9% dei voti ed elesse 375 deputati, mentre le opposizioni di
centro sinistra ottennero solo 161 seggi, nonostante che al Nord fossero in
maggioranza con 1.317.117 voti contro 1.194.829 del Listone.
E' chiaro che l'attuale legge elettorale  è negativa al cento per cento, ma
è altrettanto evidente che anche il sistema scaturente  dal referendum non
sarebbe altro che una "superporcata", ancora peggiore dell'attuale "porcata"

Una sola lista,  anche con il 25% dei voti, purchè prima,   otterrebbe il
55% dei seggi
( cosi'  sarebbe avvenuto nel 2006 per Forza Italia).
E' un meccanismo che coltiva l'illiusione infantile e antidemocratica che il
sistema dei partiti possa essere radicalmente riformato, passando da 27 a 2
partiti, esclusivamente per forzatura elettorale, annullando qualunque
dinamica politica e negando il principio di rappresentanza.
 Negando anzi addirittura il Parlamento,  in quanto gli elettori
eleggerebbero  il Governo,  plebiscitandolo.
Un meccanismo che ricalca la legge Acerbo.
Solo che nel 1924 il Listone  fascista con il 64,9% dei voti conquistò il
69,9% dei seggi della Camera.
Oggi basterebbe il 25% -30% dei voti per avere il 55% dei seggi.

2) Con l'atuale porcata , i parlamentari non sono scelti dai partiti, ma
nominati dai pochi oligarchi delle segreterie , che formano le liste dei
candidati secondo un ordine prefissato.
Il referendum rafforzerebbe  l'odiosa norma,in quanto nei più lunghi elenchi
di candidati dei listoni che ne scaturirebbero l'ordine prefissato dai
partiti sarebbe ancora più decisivo per l'elezione della singola persona.

3) Le esigenze di governabilità non possono condurre a compromettere la
funzione democratico- costituzionale del referendum.
Nè compromettere la delicata e sempre attuale architettura della nostra cara
Carta Costituzionale, in cui pesi e contrappesi dei Poteri trovano continuo
bilanciamento, sempre nel rispetto della forma parlamentare

4) Riteniamo politicamente immorale, segno di deplorevole trasformismo che
gli stessi parlamentari - come l'on.Fini - che votarono la "porcata" nel
2006  facciano ora parte,  con altri,  del Comitato promotore del referendum
che intenderebbe abrogare quella  porcata da loro votata.
Cosi' come riteniamo  inaccettabile, segno di deplorevole machiavellismo,
che si utilizzi lo spauracchio del referndum per non cambiare in senso
democratico la porcata ( quale che sia la scelta di sistema elettorale,
maggioritario piuttosto che proporzionale e con soglia di  sbarramento).
 

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RIFORMARE  LA LEGGE ELETTORALE
Si può, si deve.


Ma non cosi', non a scapito della democrazia e dei cittadini, titolari della
sovranità.
Noi diciamo NO e invitiamo i cittadini a NON  firmare per il referendum e
comunque a votare NO.
               

1 commento:

compagnidiviaggio ha detto...

se prima ero andato a firmare per il referendum adesso mi hai messo il dubbio