Quando la verità fà paura


Stamane mentre facevo colazione ho seguito su rai uno la vicenda della ragazza stuprata dal branco in un paesino del Lazio, mi sembra, il cui sindaco ha messo a disposizione un avvocato per i sui aguzzini, perchè minori anche loro. Non sono riuscita più a bere il caffè quando hio sentito le dichiarazioni di donne le quali dicevano che la colpa è tutta della ragazzina e dicevano che èp normale per dei maschi comportarsi così. MI sono ricordatra di quando quattro anni fà, circa, sono stata violentata anche io. Quando raccontavo la vicenda tutti davano ragione a lui. "Poverinop, è easurito a cusa dei tuoi tradimenti. Ha reagito così perchè si sentiva inferiore ai maschi con cui lo hai tradito". Tutti mi inviatrono a ritirare la denuncia perchè si potevano trovare molti testimoni che avrebbero confermato le mie "perversioni" sessuali. In effetti lui mi ha usato violenza con lo stesso "gioco erotico" a cui mi ha iniziata quando eravano amanti e che a me, in fondo" piaceva. Ho ritirato la denuncia perchè lui mi inacciò anche di crearmi terra bruciata nel mondo del lavoro casertano, di dire tutto alla moglie di uno dei miei amanti. Ed io, sola con la mia sofferenza, con il mio sentirmi sporca - fallita come donna e come madre ( a seguito di quella violenza ho perso la cosa più bella che la vita mi avesse donato MIO FIGLIO) - andai a ritirare la denuncia. Dò tutta la mia solidarietà alla ragazza stuèprata e le dico non chiuderti in te stessa. datti delle mete ogni giorno. Da quattro anni lotto con la mia voglia di isolarmi dal mondo esterno. Ogni mattina indosso la maschera della donna felice quando vorrei piangere, prendere a pugni un murio duro fino a farmi male alle mani. Quelle stesse mani che nono state in grado di fermare il mio stupratore. Quelle stasse mani che mi hanno impedito di difendere la creatura che portavo in grembo. Mi raccomando una cosa: NON RITIRARE MAI LA DENUNCIA. Lotta anche per me.


Romilda Marzari 



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