Prima d'iniziare la mia recensione dell'opera teatrale contesta ( vedi a destra una delle foto con insulti a cristicchi riportate dalla stesso sula sua pagina ufficiale di Facebook
) riporto qui questo editoriale di Michele Serra dedicandolo a chi contesta un opera senza prima averla vista .
<<“Grazie mamma Rai, più che seconda serata è un notturno per chi soffre d’insonnia!!!>> ho visto su rai replay lo spettaclomagazino18 di Cristicchi . Come dice il http://www.secoloditalia.it/
Va beh…”. “Simone non c’impediranno di vederti nemmeno se mandano Magazzino 18 alle 3 di notte! Rai ha cercato di calmare le “acque”, ma l’orario è improponibile…ci vediamo a Udine!!”. È la voce del web all’indomani della Giornata del ricordo dell’esodo giuliano-dalmata e del dramma delle foibe, troppo ingombrante persino per il servizio pubblico. Dopo una giostra di stop and go, annunci e ripensamenti, per la Giornata istituita dieci anni fa dopo mezzo secolo di silenzio e occultamenti, la rete ammiraglia Rai ha scelto una soluzione a metà, un compromesso all’italiana: relegare in seconda serata dopo Porta a Porta (per fortuna dedicata alle foibe) lo spettacolo Magazzino 18 di Simone Cristicchi. Il monologo, registrato a ottobre al Politeama Rossetti di Trieste, è apparso sul piccolo schermo pochi minuti prima della mezzanotte, orario in cui gli sbadigli sono in agguato. Chi ha resistito al richiamo del letto ha potuto apprezzare il musical recitato da Cristicchi. accompagnato dall’Orchestra Sinfonica e dal Coro dei bambini del Friuli Venezia Giulia. per “ricordare” i 350.000 italiani di Fiume, Istria e Dalmazia che nel 1947 furono costretti ad abbandonare tutto per sfuggire all’occupazione titina e al disegno ella Grande Jugoslavia comunista. Nessun intento revisionista, nessuna apologia di fascismo nell’opera di Cristicchi che vuole recuperare una pagina di storia strappata, ignorata dai libri di storia, messa a tacere dal Partito comunista italiano, trascurata dai governi democristiani, insabbiata dall’Italia ufficiale e dagli alleati che non mossero un dito per impedire l’esodo disperato di quelli italiani (tra i quali preti, bambini, partigiani e comunisti, non solo fascisti).«Contro ogni negazionismo – ha spiegato Jan Bernas coautore di Magazzino 18 – la storia non appartiene a nessuno ma la verità è di tutti. E deve diventare coscienza e conoscenza nazionale». Questo il senso dello spettacolo, messo all’indice dalla sinistra militante, dai nostalgici della guerra civile, contestato a teatro da patetiche incursioni dei centri sociali a suon di slogan pro Tito in un crescendo di veleno fino alle minacce di ieri (Cristicchi boia!) durante la rappresentazione a Roma dello spettacolo [....] continua qui
la storia è sempre fatta di fatti che si concatenano c'è un PRIMA e un DOPO . Ma il DOPO non è mai giustificato dal DOPO ma spiegato dal PRIMA .
Ecco perchè la rai visto che cristicchi parla di tale fenomeno a 360 gradi senza nessun sconto a nessuno. Ecco perchè l'opera magazino18 non è andato in onda in prima serata ma a notte fonda.
È una narrazione forte e schietta, che ti entra dentro, che non scade mai nella retorica commemorativa, un piccolo capolavoro che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato “Musical Civile”. Un’opera coraggiosa che ha stregato il pubblico triestino riscuotendo un successo crescente in tutte le tappe della tournée.Un 'opera bella bello e triste .Originale e toccante il modo di raccontare tali eventi
. Infatti Magazzino 18 si apre con la visione dell’impressionante mole di oggetti personali (che gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti a evacuare lasciarono al Servizio Esodo) ancora ammassati dopo sessant’anni al Porto di Trieste all’interno, appunto, del Magazzino 18 abitato da fantasmi e da topi. L’escamotage dell’archivista inviato dal ministero per inventariare “quella roba” permette di riportare alla luce le vite che si nascondono dietro una sedia, una chitarra, una lettera, una panca.
Spalancando le porte del magazzino vengono riesumati brandelli di un’immensa tragedia di cui quasi nessuno sa nulla. Le foibe, le esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, la vita nei campi profughi, il dolore straziante degli italiani imbarcati sulla nave Toscana nel vedere via via all'orizzonte allontanarsi la loro terra. I “fantasmi delle masserizie” evocano Norma, figlia di un fascista, violentata e poi scaraventata in una foiba con i seni pugnalati; Mafalda, caricata con centinaia di prigionieri su una nave lanciata verso mine galleggianti; Marinella, la bambina di appena un anno morta di freddo in un campo profughi vicino Trieste; Geppino Micheletti, il medico che prestò soccorso ai sopravvissuti della strage di Vergarolla nella quale aveva appena perso i suoi due figli. È una narrazione forte e schietta, che ti entra dentro, che non scade mai nella retorica commemorativa, un piccolo capolavoro che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato “Musical Civile”.Essa rende benissimo il monologo un genere teatrale se fatto tanto per fare pesante e noioso .
Nonostante alcuni limiti storici vedere qui, e la dimenticanza ( scritta in fretta o errore ? ) dei campi di concentramento italiani o quelli nazisti a fossoli e risiera di san saba , la sua opera è un qualcosa di scomodo e d'indigesto per tutti perchè non fa favori nè a destra nè a sinistra .
Perchè racconta la situazione storica del confine orientale ( Croazia ) a 360 gradi e senza strumentalizzazioni o melglio uso politico ( vedere i miei post su tali eventi ) di queste vicende .Una ferita ancora aperta. Vicende che non vanno dimenticate ne strumentalizzate come ho detto ( e continuerò a dire ) in tutti i miei post fatti in questi 10 anni di blog .
. Infatti Magazzino 18 si apre con la visione dell’impressionante mole di oggetti personali (che gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti a evacuare lasciarono al Servizio Esodo) ancora ammassati dopo sessant’anni al Porto di Trieste all’interno, appunto, del Magazzino 18 abitato da fantasmi e da topi. L’escamotage dell’archivista inviato dal ministero per inventariare “quella roba” permette di riportare alla luce le vite che si nascondono dietro una sedia, una chitarra, una lettera, una panca.
Spalancando le porte del magazzino vengono riesumati brandelli di un’immensa tragedia di cui quasi nessuno sa nulla. Le foibe, le esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, la vita nei campi profughi, il dolore straziante degli italiani imbarcati sulla nave Toscana nel vedere via via all'orizzonte allontanarsi la loro terra. I “fantasmi delle masserizie” evocano Norma, figlia di un fascista, violentata e poi scaraventata in una foiba con i seni pugnalati; Mafalda, caricata con centinaia di prigionieri su una nave lanciata verso mine galleggianti; Marinella, la bambina di appena un anno morta di freddo in un campo profughi vicino Trieste; Geppino Micheletti, il medico che prestò soccorso ai sopravvissuti della strage di Vergarolla nella quale aveva appena perso i suoi due figli. È una narrazione forte e schietta, che ti entra dentro, che non scade mai nella retorica commemorativa, un piccolo capolavoro che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato “Musical Civile”.Essa rende benissimo il monologo un genere teatrale se fatto tanto per fare pesante e noioso .
Nonostante alcuni limiti storici vedere qui, e la dimenticanza ( scritta in fretta o errore ? ) dei campi di concentramento italiani o quelli nazisti a fossoli e risiera di san saba , la sua opera è un qualcosa di scomodo e d'indigesto per tutti perchè non fa favori nè a destra nè a sinistra .
Perchè racconta la situazione storica del confine orientale ( Croazia ) a 360 gradi e senza strumentalizzazioni o melglio uso politico ( vedere i miei post su tali eventi ) di queste vicende .Una ferita ancora aperta. Vicende che non vanno dimenticate ne strumentalizzate come ho detto ( e continuerò a dire ) in tutti i miei post fatti in questi 10 anni di blog .
Grazie Cristicchi pernon aver fatto a nessuno .Ed aver attaccato : 1) i giustificazionisti , gli scaricabarile ,2) gli indifferenti e i silenti che hanno permesso l'oblio di queste vicende .3 ) a certa sinistra quella del partito comunista che dissero e fecero ( ed alcuni vedi i contestatori aprioristici dell'opera teatrale in questione , continuano ) a definire gli italiani fuggiti da tali zone come fascisti
Nessun commento:
Posta un commento