non c'è lavoro me lo invento o riscopro quelli antichi Il riparatore di bici a domicilio Arriva da Uras e lavora a Milano

un nostro emigrato che si fa onore. Ormai si emigra non per lavorare ma per inventarsi un lavoro che basta a malapena per pagare affitto e utenze.E' la storia di   Daniele Tetti, 26 anni, si è inventato un lavoro per sbarcare il lunario nel capoluogo lombardo.riportata  dall'unione  sarda  Mercoledì 12 febbraio 2014 14:14




Con una laurea in Ingegneria Chimica presa all'università di Cagliari in valigia, Daniele Tetti, originario di Uras (Oristano), 26 anni, è arrivato a Milano tre mesi fa. Nessun lavoro per lui, nessuna prospettiva: il suo curriculum non andava bene neanche per fare il cameriere.
Così è nata l'idea: riparare biciclette a domicilio. "Con un pugno di attrezzi e 1000 volantini ho iniziato a farmi pubblicità", racconta il giovane. Le prime telefonate sono arrivate in pochi giorni, e ha deciso di creare anche una pagina Facebook: "meccanico bici a domicilio Milano". Funziona? "Riesco a pagare l'affitto e le utenze, ma non posso concedermi serate di svago o biglietti aerei per tornare ogni tanto a casa". A chiamarlo è soprattutto gente comune: "Finora non ho mai trovato persone disoneste, anzi. Anche se si pensa che Milano sia una città senza sentimenti, ho riscontrato con sorpresa tanta solidarietà e appoggio per la mia attività". In questi casi spesso la fregatura è dietro l'angolo, ma lui assicura: "Capita di incontrare persone che non capiscono nulla di bici, potrei approfittarne ma non l'ho mai fatto. La mia è un'attività che può avere un futuro solo grazie al passaparola, è fondamentale essere onesti".

Sabrina Schiesaro



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