lo so sempre lui . Ma che colpa ne ho se uno dei pochi che si occupa di tali storie
Questa donna incredibile si chiama Joy Ehikioya, è nata 23 anni fa in Nigeria e la sua è una storia di orrore puro e rinascita. Ne aveva appena compiuti 18 quando, nel 2016, ancora nel suo Paese, è stata rapita mentre faceva jogging, violentata e sottoposta a un cosiddetto “rito di purificazione”. Il motivo? Perché Joy è nata con la pelle bianca, in un luogo in cui gli albini sono discriminati, perseguitati, trattati come cavie.
Sembra la fine, e invece è solo l’inizio. Perché Joy viene in seguito venduta come schiava, passa da un rapitore all’altro, la chiudono di notte dentro il bagagliaio di un’auto e si ritrova in un lager libico, tra torture e atrocità di ogni tipo. Infine, forse in un lampo di pietà da parte dei suoi aguzzini, viene caricata su un barcone con destinazione Lampedusa, per poi essere trasferita in Trentino.
Ed è qui che la sua vita cambia. Joy viene accolta dal Centro Astalli, si iscrive all’Università e, alla fine, a distanza di cinque anni dall’inizio dell’incubo, ieri si è laureata in “Comparative European and International legal studies”, la prima studentessa del Progetto accoglienza richiedenti asilo e rifugiati dell’Università di Trento a raggiungere questo traguardo.
Non possiamo neanche lontanamente immaginare ciò che ha passato questa giovane donna né, per fortuna, lo vivremo mai.
Ma chi non riesce a provare uno straccio di empatia, commozione e vicinanza di fronte a una storia del genere, non è degno di essere chiamato umano.
Congratulazioni dottoressa, e buona vita.
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