ci s'indigna giustamente per la morte della ragazza Afgana brutalmente uccisa e decapitata ma non si legge niente , salvo qualcuno\a , sull'ennesimo femminicidio avvenuto in Italia .
Uccisa a martellate dall’ex fidanzato: a Castegnato Elena Casanova colpita in un agguato sotto casa
da https://www.nextquotidiano.it/
La donna aveva 49 anni. A ucciderla è stato Ezio Galesi, un uomo con cui aveva avuto una relazione che si era conclusa un anno fa
Castegnato è un piccolo comune in provincia di Brescia. Poco più di 8mila abitanti, un posto in cui tutti si conoscono e dove vige un grande senso di comunità. Ma ieri sera un tragico fatto di cronaca ha stravolto il vivere quotidiano di quei cittadini. Un femminicidio, l’ennesimo in Italia, partito dalla folle mano violenta di un uomo che – anche a distanza di tempo – non aveva ancora accettato la fine di una relazione. E lo ha dimostrato nel modo più cruento possibile, brandendo un martello e colpendo ripetutamente alla testa e al corpo Elena Casanova.
La donna aveva 49 anni e viveva a Castegnato da oltre 15 anni. Un anno fa la fine della sua relazione sentimentale con Ezio Galesi, l’uomo che mercoledì sera – intorno alle 19 – l’ha brutalmente uccisa. Prima l’ha raggiunta fuori dalla sua abitazione, poi ha atteso il suo arrivo in automobile. E lì si è consumata una tragedia fatta di violenza irrazionale. Con quel martello ha prima spaccato il finestrino anteriore della vettura della donna, poi l’ha ripetutamente colpita alla testa. Colpi fatali. Secondo le prime ricostruzioni dei medici intervenuti sul posto, Elena Casanova è morta subito dopo il primo colpo.
E ad allertare i Carabinieri è stato lo stesso Galesi che si è fatto trovare dalle forze dell’ordine ancora lì, a pochi passi dall’automobile parcheggiata davanti alla casa di Castegnato della sua ex fidanzata. Aveva ancora il martello tra le sue mani ed è stato portato in Caserma e posto in stato di fermo. Per Elena Casanova, purtroppo, non c’era più nulla da fare. La 49enne lascia la figlia 17enne (figlia di un precedente matrimonio) e i tanti amici di quella comunità in provincia di Brescia. Adesso si attende la confessione di quell’ex compagno che l’ha colpita ripetutamente con un martello, fino alla morte. E il Giornale di Brescia riporta l’agghiacciante testimonianza di un vicino di casa. Vedendo cosa era successo ha chiesto a Galesi, in dialetto bresciano “cosa hai fatto?” e la risposta è stata “L’hó copàda. G’hére dìt che el fàe e l’hó fàt”. “L’ho ammazzata, avevo detto che l’avrei fatto e l’ho fatto”.
Eccoci ad un altro femminicidio. Di terrificante brutalità. Soprattutto perchè come al solito era pre annunciato Infatti
repubblica 21 OTTOBRE 2021
Negli ultimi tempi Ezio Galesi aveva lasciato scritte sui muri vicino alla villetta della 49enne, la tempestava di messaggi e di accuse
Scritte sui muri della via dove Elena Casanova abitava perché capisse "gli errori commessi". Ezio Galesi, 59 anni, anche lì aveva lasciato segnali del suo malessere per la fine mai accettata della relazione con la donna, operaia Iveco di 49 anni, circa un anno fa. La ex che ha ammazzato brutalmente a qualche metro dalla villetta a schiera dove la donna, mamma di una ragazza di 17 anni, abitava da una quindicina d'anni, alla periferia di Castegnato, pochi chilometri a ovest di Brescia.
La relazione con quell'uomo di dieci anni più grande di lei non era stata facile: Galesi ora la tormentava, la tempestava di messaggi e l'accusava di avere una nuova relazione. Sempre sui muri un'altra volta avrebbe scritto - "Goditi i 1.000 euro", quelli per dei lavoretti che Galesi avrebbe fatto in casa della donna e per i quali non sarebbe stato pagato. In un'altra occasione avrebbe bucato le gomme dell'auto di Casanova. Ieri sera dopo averla colpita ha detto ai vicini richiamati dalle urla e arrivati in strada solo poche parole, in dialetto, prima di chiudersi nel silenzio: "L'ho uccisa io, l'avevo detto e l'ho fatto. Ero stufo".
Casanova appassionata di arte, animali e storia, già impegnata in campagne ambientaliste a livello locale, lavorava come operaia. Dei suoi problemi con Galesi sapevano gli affetti più stretti, compresi il fratello e l'ex marito che si sono precipitati sul posto e hanno assistito sgomenti ai rilievi dei carabinieri
Interrogato dal pubblico ministero Carlo Pappalardo nella notte a Brescia, Galesi si è contraddetto, poi ha solo detto: "In quel momento la volevo uccidere. Perché tanta violenza? Perché c'erano dei sentimenti, anzi no, ritratto e non voglio rispondere a questa domanda. E' stato un raptus". [...]
Ora il copione, in questo caso , è sempre lo stesso: un uomo che non si rassegnava alla fine di una relazione. E, per questo, a distanza di un anno, le ha tolto la vita, e tolto la madre a una ragazza di 17 anni.
Nelle stesse ore in cui denunciamo l’orrore indicibile delle donne afghane,
ricordiamoci con le debite proporzioni visto che :[...] La “colpa” di questa giovane donna? Non si rassegnava a smettere di giocare a pallavolo,di fare sport, di continuare ad allenarsi, come impongono i talebani alle donne.Militava nella Nazionale Juniores di volley, sognava di diventare una giocatrice professionista, voleva andare in bicicletta, voleva vivere. Mahjubin Hakimi è morta per fare quello che qui da noi consideriamo scontato. È morta sfidando un potere maschile mostruoso. È morta difendendo un suo diritto, certo, ma in qualche modo stava difendendo i diritti di milioni di donne perseguitate nell’Afghanistan dei talebani.[ .... dalla bacheca facebook di Lorenzo Tosa ]
anche di questa mattanza quasi quotidiana, a due passi da noi, nel silenzio assordante o quasi .
Che strazio senza fine.
Ecco quindi che << Non c’è bisogno di andare troppo lontano. L’orrore è qui tra noi. E non stiamo facendo nulla per risolverlo. La storia di Elena Casanova. >> ( Lorenzo Tosa )
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