Le elezioni finiscono 22 a 22, ora ècaccia al “traditore”
I DUECANDIDATI SINDACO HANNO LO STESSO NUMERO DI VOTI: ORA DEVONO SCOVARE E CONVINCERE L’UNICA SCHEDA BIANCA Un pugno di case e il mini municipio
- Oggi
- Dall’inviato Andrea Greco
Quarantaquattro voti divisi per due col resto di una scheda bianca. A Rondanina, il più piccolo Comune della Liguria, a mille metri di altezza e a mille curve da Genova, gli elettori si sono divisi tra i due candidati: 22 voti li ha presi l’ingegnere Gaetanino Tufaro, altrettanti l’ex vigile del fuoco Claudio Casazza. A fare da ago della bilancia l’unica scheda bianca, il 45 esimo voto rimasto in sospeso, a cui tutti in paese cercano di dare un volto: la posta in gioco è alta, domenica 16 i rondanelli (così si chiamano gli abitanti) dovranno andare a votare di nuovo e in caso di parità anche al ballottaggio la legge prevede che conquisti la carica di sindaco il più anziano tra i contendenti, in questo caso Tufaro. «Sono ottimista perché, come certi turni di Champions, posso contare su due risultati utili su tre. A dire il vero pensavo di vincere subito: ho già fatto il sindaco del paese, essendo stato il direttore tecnico dell’ospedale Gaslini di Genova ho capacità amministrative e avevo un vero programma. Poi a ribaltare i pronostici sono state le parentele, e le divisioni». Le parentele? «Ma certo: in paese gli elettori reali sono una cinquantina, molti però vivono lontano e hanno solo la residenza. I 22 voti del mio avversario vengono da tre famiglie del paese, di cui una esprime ben nove voti: praticamente da soli hanno il 20 per cento. I miei consensi invece credo di averli raccolti tra chi vive e lavora fuori. Gente più aperta, che qui definiscono con diffidenza “i villeggianti”». L’altro candidato, ClaudioCasazza, era anche lui convinto di vincere: «Avevo contato e ricontato i voti chemi avevano promesso, avrebbero dovuto essere 26 o 27, e mi avrebbero assicurato una vittoria piena, e invece alla fine qualcuno non ha mantenuto la parola». Chi? «Qualcuno dei “villeggianti” deve aver cambiato idea». Intanto tra il municipio presidiato da Francesca, l’unica impiegata, e il bar, trattoria e posto telefonico pubblico Cresci, l’unico esercizio commerciale del paese, cresce l’attesa. La figlia della titolare, mentre serve ai tavoli piatti di cinghiale in umido racconta: «La cosa positiva è che domenica sapremo subito chi ha vinto, a fare lo spoglio ci mettiamo un quarto d’ora», ma la sintesi politica più lucida la dà una signora di passaggio: «Il ballottaggio? È una fortuna, almeno domenica abbiamo qualcosa da fare...».
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