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20.10.25

Lascia il lavoro all’Onu e diventa suora missionaria, in Congo e Camerun, come pure in Italia e in Thailandia, a sostegno degli ultimi. Suor Simonetta Caboni, missionaria saveriana,

unione sarda 18-19 \10\2025




Ha lasciato un prestigioso lavoro all’Onu per dedicarsi alla vita missionaria, in Congo e Camerun, come pure in Italia e in Thailandia, a sostegno degli ultimi. Suor Simonetta Caboni, missionaria saveriana, torna nella sua Macomer per la messa di ringraziamento dei voti perpetui, in programma per oggi, alle 18, nella chiesa della Madonna Regina delle Missioni. Evento importante per l’intera comunità dove lei rivedrà tanti momenti forti della sua esperienza, compreso l’omicidio in Burundi di tre suore sue amiche. Ricordandole sottolinea: «Accogliere l’amore di Dio è dare la vita per i propri amici oppure manifestarlo al mondo». Lei ha 37 anni, entra in contatto per la prima volta con le missionarie saveriane nell’ultimo anno del liceo.
La svolta
Studia all’università, a Gorizia e a Ginevra, si laurea in scienze internazionali e diplomatiche. Inizia subito a lavorare, come giurista ausiliario all’Organizzazione mondiale del lavoro. Sente nascere un desiderio sempre più insistente, che non trova risposta nelle attività e nelle soddisfazioni professionali. Nel 2012 trascorre un mese con le Missionarie di Maria in Thailandia. Lì incontra donne appassionate di Cristo e dell’umanità. Nel 2013 lascia il lavoro e chiede di essere accolta nella famiglia saveriana, che è il suo desiderio di sempre.
In Africa
La storia di Simonetta Caboni è costellata anche di fatti tragici, che l’hanno segnata non poco, come la morte delle amiche, suor Olga Raschietti, suor Lucia Pulici e Bernardetta Boggian, trucidate in Burundi nel 2014. Nello stesso anno, dopo un periodo di discernimento, è accolta dalla comunità saveriana e inizia la formazione alla vita missionaria nella comunità del noviziato a Bukavu nella Repubblica democratica del Congo. Vi resta fino al 2018 quando fa la prima professione di voti religiosi. Tra il 2018 e il 2021 è a Parma per fare assistenza nella Casa Madre e per l’animazione missionaria. Nel 2021 riparte per il Camerun, ma dopo qualche mese deve tornare a Macomer per assistere la mamma malata. Lei stessa viene ricoverata in terapia intensiva per una malaria cerebrale. Dal 2022 è a Milano, dove le viene affidato l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Tre anni fa come volontaria con l’Oftal Sardegna è in pellegrinaggio a Lourdes. Un’esperienza che vive intensamente tra i sofferenti.
Il ritorno
Oggi è a Macomer, per la messa di ringraziamento dei voti perpetui, nella chiesa parrocchiale, accanto a quello che è stato il centro saveriano. Domani nella chiesa della Santa Famiglia di Nazareth sarà la testimone nella veglia missionaria per l’inizio dell’anno pastorale, che ha come tema “Missionari tra la gente, per essere operatori di pace”, presieduta dal vescovo, padre Mauro Maria Morfino. «Una grande testimonianza di fede - dice il parroco, padre Andrea Rossi, anch’egli saveriano -, la comunità potrà stare accanto a Simonetta e ai suoi familiari

Infatti sempre  secondo  l'unione    

A Macomer,  c'è  stata una  festa per   la sua giovane missionaria Suor Simonetta Caboni, nel giorno del ringraziamento per i voti perpetui.




L'intera cittadina, in rappresentanza delle quattro parrocchie, si è mobilitata per accogliere la sua giovane missionaria, suor Simonetta Caboni, nel giorno del ringraziamento per i voti perpetui. La chiesa fondata proprio dai missionari saveriani alla fine degli anni sessanta, era colma all'inverosimile.
Suor Simonetta Caboni, a 37 anni ha dietro una grande attività missionaria, costellata anche di avvenimenti tragici, tra cui la perdita di tre sue consorelle, trucidate in Burundi nel 2014, che la giovane religiosa ha voluto ricordare e ricorda sempre nelle sue preghiere. Alla messa di ringraziamento, celebrata da padre Andrea Rossi, anch'egli Saveriano e parroco della cittadina, vi hanno partecipato anche i familiari della giovane suora, il padre Antonio, la madre Maria, il fratello Giuseppe, la cognata e la nipote.
Attività missionaria che suo Simonetta ha iniziato, lasciando il prestigioso lavoro all'Onu. Ieri, il giorno del ringraziamento, si è presentata davanti alla sua gente nella semplicità che da sempre la contradistingue, con un abbigliamento semplice e con un linguaggio altrettanto chiaro.
Dal pulpito ha parlato della sua esperienza che ha segnato per sempre la sua vita, dopo aver aver ascoltato i canti dei cori parrocchiali riuniti, per certi versi toccanti.
«Il cristiano non è mai solo nella Preghiera- ha detto tra l'altro la giovane missionaria- nella vita si è realizzato, senza stancarsi, senza scoraggiarsi, senza incattivirsi. Senza perdere la speranza. Missionaria per sempre, senza eroismi, ma facendo bene senza stancarsi».
Alla celebrazione non sono mancate le varie associazioni religiose, quali l'Oftal, l'associazione con la quale suor Simonetta ha vissuto l'esperienza di pellegrinaggio a Lourdes, dopo la sua malattia. Non ha accettato nessun regalo, ma ha accolto l'iniziativa delle parrocchie, delle associazioni religiose e degli amci, che nel salone gli hanno organizzato un rinfresco, al quale vi hanno partecipato tantissime persone, accolte con un abbraccio dalla giovane missionaria.

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