13.2.22

In viaggio verso Ancona, l'infermiera di piacenza Isabella Zermani Anguissola, sbaglia strada e salva un uomo sull’A1

 ha  ragione  Massimo  Gramellini : << Sbagliare non è detto che sia un errore. L’infermiera Isabella Zermani Anguissola, in viaggio per Ancona con madre e figli, aveva sbagliato svincolo, finendo su un tratto della Autostrada del Sole su cui non avrebbe dovuto essere. Possiamo immaginare la sua reazione perché è stata la nostra, in casi simili: se la sarà presa con il computer di bordo, con il passeggero distratto, con quello distraente e naturalmente con la «sfiga» che ci vede benissimo solo con noi. [... continua  qui sul caffè  del 9\2\2022 ]   >> .  Infatti  è quello  che   è successo   ad  Isabella Zermani  Anguissola 

  da https://www.centropagina.it/


In viaggio verso Ancona, infermiera sbaglia strada e salva un uomo sull’A1

Infermiera di Piacenza diretta ad Ancona sbaglia strada e salva un uomo. Ora, il ferito è ricoverato a Bologna. Nessuno potrà mai sapere se senza di lei si sarebbe salvato ugualmente

Isabella Zermani Anguissola

ANCONA – Si ritrova per caso davanti ad un grave incidente, si ferma e soccorre un uomo. La protagonista di questa storia è Isabella Zermani Anguissola, infermiera 31enne del pronto soccorso di Piacenza. Era diretta ad Ancona, Isabella, quando ha sbagliato svincolo autostradale che l’ha portata sulla strada sbagliata, ma giusta. Solo uno scherzo del destino ?Sull’A1 si va veloce e forse è stata una distrazione a far prendere ad Isabella l’uscita sbagliata. Così, dopo qualche chilometro, si ritrova davanti un tir incidentato e un furgoncino bianco accartocciato su sé stesso. Dentro, un uomo ferito. Non ci pensa due volte, l’infermiera. Con sangue freddo e riflessi pronti, accosta l’auto in autostrada, scende e si prende cura del ferito, che poi scoprirà essere un 30enne di Carpi. Lo stesso luogo, cioè, in cui vive Isabella. Il ragazzo ferito – che Isabella non conosceva – si chiama Giuseppe Riccardo ed è ora ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bologna, dopo aver subìto un intervento di 14 ore. È stata un’operazione complessa, che ha riguardato parte del volto, sopracciglia, naso e mandibola.

L’incidente è avvenuto il 1° febbraio, nel bolognese, a Ponte Ronca di Zola Predosa. Le condizioni di Giuseppe, incastrato tra le lamiere del furgone, sull’A1, sono apparse sin da subito gravissime. Nessuno potrà mai sapere se senza l’intervento dell’infermiera quell’uomo si sarebbe salvato ugualmente. Certo è che lei, Isabella, avrebbe dovuto fare tutt’altra strada. Della dottoressa Zermani Anguissola ha parlato tutta Italia: da autorevoli quotidiani come La Repubblica, fino a politici e parlamentari, con post di lode. Un plauso al coraggio di un’infermiera, che ha compiuto – a suo modo – un gesto che tutti definiscono «eroico», ma che – secondo lei – avrebbe dovuto (e potuto) fare chiunque. «Dove vado: di qua o di là?», dev’essersi chiesta poco prima di svoltare e sbagliare rampa autostradale. Isabella si accorge troppo tardi di aver confuso svincolo. Ma poi si ritrova faccia a faccia con lui, Giuseppe. «Non potevo rischiare che si muovesse o che si accasciasse in macchina. Sarebbe stato troppo pericoloso, era a tratti era cosciente. Aveva la percezione che ci fosse qualcuno accanto a lui. Ogni tanto mi diceva di lasciargli la testa, che gli facevo male. Poi, si assopiva un po’», ha dichiarato, nei giorni scorsi a RepubblicaGli resta accanto per un’ora, in attesa dei soccorsi, al freddo, senza giacca, sulla carreggiata dell’A1, mentre nella sua macchina lascia sua madre coi suoi figli. Isabella, infatti, da quanto si apprende, era in viaggio con loro verso Ancona«Ero certa che qualcuno avesse già chiamato il 118, ma non era presente ancora nessun sanitario. Gli ho tenuto la testa ferma per tutto il tempo, mentre attorno a me operavano prima i vigili del fuoco e poi i colleghi dell’automedica».





“Se non si fosse fermata lei, sarebbe andata in modo molto diverso” hanno spiegato i medici.
Così la mamma di Giuseppe ha cercato pubblicamente quella donna per poterla ringraziare di persona.
Ma Grazie a Isabella dovremmo dirlo tutti noi per quello che ha fatto, per l’umanità, il coraggio, la competenza e l’altruismo non scontato. Che sia contagioso.

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