democrazia e covid il caso della chiusura della pagina la pagina Fb che sosteneva che i Pronto Soccorso sono vuoti.

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Andrea Sparaciari
 6/11/2020 4:00:58 AM
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L’ultima azione vittoriosa ha portato alla chiusura della pagina Facebook “Ospedali emergenza Fake”, riferibile a un gruppo di convinti negazionisti del Covid 19 (oltre 6.000 follower), che raccoglieva i filmati dei Pronto soccorso vuoti. Prima ancora erano riusciti a far rimuovere dal social numerosi video complottisti che discettavano del vaccino di Bill Gates, mentre durante il primo lockdown avevano fatto chiudere le pagine dei gruppi che organizzavano rivolte negazioniste in strada.
Tutte medaglie al petto del gruppo #iosonoqui, costola italiana di un network internazionale di attivisti della rete che si battono contro le fake news, l’hate speech, le violenze verbali, e che, dall’originaria Svezia, si è diffuso in 13 Paesi. Oggi conta nel mondo circa 150 mila membri in totale, per lo più nei paesi europei, in Canada e Australia.
La costola italiana è nata circa due anni fa, ma ha iniziato a operare nel 2019 e oggi raggruppa circa 3.500 attivisti, sebbene le sue fila crescano costantemente.
«Rispetto al negazionismo da Covid o alla disinformazione in generale, la nostra attività consiste nel fare “counter speech” (cioè ribattere) per ristabilire la realtà dei fatti, soprattutto se agiamo nei commenti di un post ad alto traffico, magari presente sulla pagina pubblica di un quotidiano», spiega Francesca Ulivi, una delle amministratrici del gruppo, «Oppure segnaliamo a Facebook, se si tratta di gruppi chiusi o di pagine di negazionisti. Non andiamo mai a commentare o ribattere nelle pagine che segnaliamo, il nostro obiettivo, a seconda dei casi, è far cancellare il singolo post offensivo, oppure fare pressione affinché venga rimossa l’intera pagina».
Nato principalmente per combattere minacce, insulti, intimidazioni, razzismo, sessismo e omofobia, in rete, il movimento, con l’esplosione della pandemia ha dovuto concentrarsi principalmente sul negazionismo. Se infatti le 190 azioni portate avanti tra il 31 gennaio e il 17 novembre 2019 hanno riguardato soprattutto “attacchi personali” in prevalenza rivolti contro le donne (31%), “migranti” (17%), “razzismo” (18%), “omofobia” (9%) e “odio generico” (5%) , ora l’attenzione è presa soprattutto da quanti negano il Covid-19 e diffondono bugie.
«Sull’hate speech organizzato potremmo parlare per ore, su come sia facilmente rilevabile il movimento in massa di troll organizzati, con profili tutti fake, stilemi che si ripetono. Non dico sia semplice combatterli, ma poiché il piano di confronto è quello delle parole e dei commenti, sappiamo come farlo e soprattutto dipende da noi. Mentre è molto più frustrante combattere l’onda montante del negazionismo del Covid», si sfoga Ulivi.
«Appena ci imbattiamo in qualcosa che merita attenzione, oltre a segnalare agli amministratori dei social, segnaliamo ai debunker con cui collaboriamo di più, come Butac. Tuttavia le segnalazioni a Facebook cadono a volte nel vuoto».

Alcuni dei post di #iosonoqui contro l’hate speech su Andrea Camilleri.



E c’è un motivo: soventemente i negazionisti montano filmati con immagini che in sé non veicolano un messaggio falso. Tuttavia le clip sono spesso accompagnate da scritti e commenti che invece trasudano di falsità. Così, quando gli amministratori di Facebook controllano, si limitano a un check sulle immagini e non sui contenuti scritti, quindi non cancellano.
«Così diventa più arduo chiedere maggiore attenzione», aggiunge amara, Francesca.
Come funziona l’attività del gruppo
se si tratta di contrastare un commento fake o offensivo di un post, magari sotto un articolo di un quotidiano, un attivista aggiunge il suo commento “positivo”, seguito dall’hashtag #iosonoqui. In questo modo, gli altri membri del gruppo possono individuarlo e mettere il loro like. Così il commento “positivo” sale nelle visualizzazioni, scalza quello “negativo” e incanala la discussione su binari lontano dall’odio.
Altre volte, invece, si scrivono post che invitano esplicitamente gli amministratori di una pagina a eliminare commenti ritenuti offensivi;
Oppure, come nel caso dei siti negazionisti, si chiede proprio la chiusura della pagina.
Tutte attività coordinate dagli amministratori del gruppo che indirizzano e seguono le attività degli attivisti. 

Questa da loro condotta ed non solo loro è una durissima battaglia quotidiana, combattuta da un esercito di volontari:

«L’attività è quasi come quella di una redazione (scovare fake e hate speech nei commenti, costruire le azioni, organizzare il gruppo per farle e poi sostenerle, supportare i membri del gruppo mentre si fa l’azione), quindi molto pesante in termini di energie mentali e tempo per gli amministratori e moderatori. Mentre per i membri del gruppo è molto più facile partecipare, è un attivismo dal divano di casa, che aiuta anche a sentirsi meglio: in 5 minuti partecipi ad una azione, vedi gli altri che ti sostengono e il post che si libera dall’odio, oppure, con l’aiuto del gruppo, riesci a proteggere e sostenere una persona che è stata attaccata», aggiunge Francesca. Che lancia anche un appello: 
«In questo triste periodo c’è bisogno di far massa critica contro tutte queste persone e gruppi organizzati che spargono fesserie sul Covid, mettendo a repentaglio la vita delle persone più fragili. Il nostro è davvero un attivismo “comodo” basta avere 5-10 minuti, aprire il gruppo, vedere se è partita qualche azione e semplicemente aggregarsi, o commentando (secondo un determinato canone di counter-speech) o segnalando».


Chi volesse associarsi al gruppo e partecipare alle azioni, deve solo fare richiesta di iscrizione attraverso la pagina Facebook. È richiesta un’autorizzazione degli amministratori per essere ammessi, perché i troll sono ovunque… anche  dove meno te lo aspetti  


Tale news è stata cosi commentata sui miei social : << Cosi si fa! Ci voleva un po' di sana censura. Finalmente. Attendo l'olio di ricino ed il confino per gli Analfabeti Funzionali e per chiunque non la pensi come me.>>  Ora  la   mia  risposta      è che  qui non e problema  pensarla diversamente  da me  , anzi ben venga la diversità d'opinione ed il pluralismo d'opinioni  .Ma  qui  non si  tratta      di  avere  un opinione  diversa  . Ma  di  negare   la  realtà  . Capisco anche essere contro il terrorismo mediatico e Ma arrivare   a  negare la realtà senza portare prove certe non   non è  eticamente  corretto  . Ecco perché pur essendo per la libertà d'espressione concordo con il post sotto







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