La favola siciliana della tabaccaia antimafia Mondadori pubblica "Terramarina" di Tea Ranno

  repubblica  22\11\2020 ed. Palermo 

 di EMANUELA E: ABBADESSA

È un mondo misterico quello di Terramarina, ultima fatica di Tea Ranno uscita con Mondadori, in cui uomini e bestie condividono una sorta di comune sentire. Questa, d’altra parte, è la cifra narrativa che accompagna da sempre la scrittrice di Melilli: dall’anno del suo esordio ( Cenere, edito da e/ o nel 2006 e finalista ai premi Calvino e Berto) e fino al più recente L’A-murusanza ( Mondadori, 2019), ha infatti sempre rappresentato la più intima e selvatica identità siciliana soprattutto attraverso le voci femminili, costrette in realtà troppo asfissianti e spesso violente, eppure capaci di slanci libertari.Terramarina è un luogo sospeso tra terra e mare « in cui c’è il sole pure quando piove » , un villaggio in cui le case sono sempre aperte perché gli abitanti sono talmente contigui da essere diventati amici fraterni, tanto da poter condividere gioie, dolori e stupori. Proprio lo stupore li coglie riuniti alla vigilia di Natale quando, preparandosi per la cena prima della messa, si trovano a ricoverare in casa una neonata lasciata nel freddo della sera accanto a un cassonetto.Di natalità, dunque, di nascite e rinascite si occupa questa volta la Ranno, in una favola a tratti ingenua, in cui i buoni sono tutti coloro che sanno guardare nel cuore del prossimo, sanno aprire il proprio e sanno come fare a tenere a bada la ragione quando c’è da mettere in campo i sentimenti; i cattivi, invece, sono i Caini e i Cainazzi, i senza scrupoli, gli approfittatori e i malavitosi, come Occhi janchi, ex sindaco del paesino implicato in loschi affari.Al centro della vicenda è ancora una volta la donna: qui la femminilità viene suddivisa in due personaggi, Agata e Lori, e a ciascuna è affidato il compito di esemplificarne uno degli aspetti. Da una parte Agata Lipari “ la Tabbacchera”, latrice della passionalità, giovane e bellissima sindaca di Terramarina che « non si scorda di essere femmina » e che ha coinvolto l’intero paese in una guerra contro la mafia «a colpi di poesia»; dall’altra Lori, la personificazione della maternità, una ragazzina spaurita, arrivata da chissà dove con in grembo un dolore atroce, l’ombra di un mistero e il fardello di una bimba non abortita, Luce.Intorno a loro ha corpo il cuore pulsante di Terramarina, ossia le molte voci dei paesani, Toni Scianna, Violante, Luisa, il padreparroco don Bruno che sembra trarre pazienza e prudenza dall’Ecclesiaste, Lisabetta. Ciascuno di loro ha una storia a sé, un vezzo, un tic, un amore, un dolore. È al colmo dei preparativi per il Natale, in una notte di neve e di vento, che il vero natale anima Terramarina con il sapore dell’accoglienza senza remore, perché il miracolo della vita esige sempre una celebrazione. Dove l’amore è nutrizione, la pietà è anche ricerca della verità e a questo scopo, uno dei personaggi maschili meglio tratteggiati è Andrea Locatelli, maresciallo dei carabinieri piemontese con cui “la Tabbacchera” ha combattuto il malaffare che « infesta la terra come una gramigna » , per il quale si è accesa in lei « la vampa del desiderio » a forza di versi di grandi poeti scambiati via sms ma dal quale è fuggita per paura dell’enormità stessa dell’amore, rifugiandosi nel lutto per la morte non troppo lontana del marito.In questo tempo, ora che parole come accoglienza, verità e giustizia vengono manipolate ad arte per pura propaganda politica, Tea Ranno orchestra una grande metafora di rinascita in cui il luogo d’elezione perché la carità diventi voce e chieda giustizia è proprio la Sicilia. Nessun altro posto potrebbe esserlo con altrettanta forza perché la Sicilia « non è solo malaffare, neppure magarìa e incantamento e acque chiare e cieli blu e soli ardenti», la Sicilia è «passione perniciosa».

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