19.6.24

EUROPEI 2024 Euro 2024, dalle storie alla storia: tra guerra e migrazioni, che cosa mette in mostra il calcio in Germania

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    di Stefano Boldrini | 14 GIUGNO 2024



    Dal Covid alla guerra. Gli europei di calcio si portano dietro la storia. Tre anni fa, nell’edizione itinerante, la pandemia che mise in ginocchio il mondo. Oggi, il conflitto in Ucraina, scoppiato il 24 febbraio 2022 e nel quale non s’intravede una volontà reale di pace, ma solo il gigantesco business dell’industria degli armamenti. Si gioca in Germania, nel cuore del Vecchio Continente. È la seconda edizione made in Germany. Tre sono invece gli europei vinti dai “panzer”: il sogno del ct Julian Nagelsmann è di calare il poker, ma non sarà facile.
    LE FAVORITE – Francia, Inghilterra, Portogallo: sono le tre nazionali di maggior valore e anche le favorite. L’Inghilterra ha il cartellino prezzi più elevato: la stima della rosa è di 1,52 miliardi. Seconda la Francia a quota 1,23, poi il Portogallo con 1.05. Spagna (965,5 mln) e Germania (831 mln) sono quarta e quinta. Seguono l’Olanda (815) e l’Italia spallettiana (705,5). A chiudere il gruppo delle prime dieci, Belgio (584,5), Danimarca (415,5) e Ucraina (379). La più scarsa è la Romania: 92,12 mln, in pratica mezzo Bellingham, che con i suoi 180 milioni condivide con Mbappé il trono di star più cara in assoluto. Il denaro ha spesso un valore relativo nello sport, ma in questo caso fotografa l’analisi tecnica della vigilia. Francia, Inghilterra e Portogallo davanti a tutti, poi Spagna, Germania e Italia. L’Olanda convince di meno, ma sarà trascinata dalla storia: 50 anni fa, nei mondiali di Germania 1974, esplose la rivoluzione arancione
    LE SCUOLE – Rispetto al 2021, sono spariti i nordici. Svezia e Finlandia non hanno superato lo scoglio delle eliminatorie, alla Norvegia non bastano mai i gol di Haaland, l’Islanda ha fatto un passo indietro rispetto agli exploit di 2016 (europei di Francia) e 2018 (mondiali di Russia). L’ex Jugoslavia si presenta con tre nazionali (Serbia, Croazia e Slovenia), l’Est schiera Polonia, Ungheria, Romania e Ucraina. La novità è la Georgia di Kvaratskhelia, al debutto. Un esordio di grande impatto simbolico. Da un mese sono in corso a Tblisi manifestazioni di protesta pro Europa e contro il rischio di tornare sotto l’influenza russa. La Gran Bretagna ha perso un pezzo (il Galles), ma in generale prevale la continuità: confermate, rispetto al 2021, 19 squadre su 24.
    FUSION – La storia che scorre è rappresentata anche dal numero dei giocatori nati “altrove”: ben 82. In questo contesto, s’impone nettamente l’Albania, primo avversario dell’Italia: 19 calciatori. Gli immigrati, i figli dell’emigrazione e delle ex colonie, gli espatriati: il flusso dei popoli è inarrestabile. Non si può andare contro la storia dell’umanità, ma reazionari e razzisti continuano a non capire: un sondaggio in Germania, dove nelle ultime elezioni c’è stata la preoccupante ascesa della destra estrema, ha evidenziato un 21% che vorrebbe in squadra più tedeschi “puri”. Di questo passo, qualcuno rispolvererà la nazione ariana, e non solo in Germania. RECORD E STORIE – Cristiano Ronaldo vivrà il suo sesto europeo. Dall’alto dei 130 gol con la maglia del Portogallo che fanno di CR7 il bomber dei bomber, giù il cappello di fronte a questo 39enne che non vuole scendere dal palcoscenico. Ha segnato 44 reti in Arabia Saudita, non molla di un centimetro. Luka Modric festeggerà i 39 anni a settembre e dopo una stagione in panchina al Real vuole godersi l’ultimo europeo. Anche lui non cede: giocherà a Madrid fino al 2025. Il portoghese Pepe, 41 anni, è il senior. Il più giovane dei 622 giocatori del torneo è lo spagnolo Yamal: 16 anni e 11 mesi. Germania e Svizzera hanno 10 elementi dai 30 anni in su, Ungheria e Belgio 9, Danimarca, Austria e Polonia 8, Croazia, Slovacchia, Portogallo, Georgia e Olanda 7. Gli azzurri, con 4 over 30, sono tra i più “green”. Il tedesco Toni Kroos, 34 anni, farà un europeo in modalità tour d’addio: si ritirerà a fine torneo.  MODULI – Domina nettamente il 4-2-3-1: lo praticano 10 nazionali. Seguono 3-4-2-1 con 5 squadre, 4-3-3 (3), 5-3-2 e 3-5-2 (2), 4-4-2 e 3-4-1-2 (1). La tendenza però è quella del calcio “fluido”: la capacità di passare da un modulo all’altro. Tra gli allenatori, dominano gli italiani con 5 ct: Spalletti, Montella, Calzona, Tedesco e Marco Rossi. La nostra cara vecchia scuola tecnica: almeno questo primato resiste.

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