TERTENIA. La poesia è un’auto da riparare Maria Biolchini, scrittrice e carrozziera: «Donne seguite le vostre passioni»

 dall'unione  sarda  del  16\6\2024


C’è qualcosa di poetico nel donare una seconda vita alle auto ammaccate. Nel prendere qualcosa di rotto, distrutto, deformato e riuscire a farlo risplendere. Maria Biolchini, 23 anni, di Tertenia, lavora nell’officina di famiglia insieme a sua sorella Stefania. «Fra i motori ci sono cresciuta. Ricordo quando mio padre, da bambina, mi portava sul carro attrezzi, mi sentivo al settimo cielo», racconta. Dopo il diploma da ragioniera pensa di iscriversi all’università, Medicina o Ostetricia, ma l’entusiasmo si spegne sul nascere. «Sapevo che non era la mia strada. Il mio habitat naturale è sempre stata l’officina di famiglia. Per cui ho cominciato a frequentarla, a poco a poco, per imparare il mestiere. Questa è una vita frenetica, devi essere sempre disponibile 24 ore al giorno per eventuali soccorsi, festività comprese», continua Maria. La carrozzeria è un crocevia di persone, è un passaggio di storie, pensieri, esperienze, da cui Maria prende spunto per coltivare la sua grande passione, dopo i motori: la poesia.
Intrecci
Un dono tramandato dalla nonna materna, che non ha conosciuto. «Incontro tanta gente, e ognuno di loro ha una storia, richiama immagini che mi portano lontano. Può essere un semplice scambio di parole a darmi l’ispirazione per scrivere nuove poesie. Ad esempio, capita di aggiustare dei camper di famiglie in vacanza qui da noi, lo scambio con queste persone mi permette di immaginare la loro vita avventurosa e leggera, sempre in giro, con una casa mobile», spiega. Maria si è appassionata di scrittura dopo un grave lutto in famiglia e da quel momento la sua vita è un continuo intrecciarsi di auto e parole in versi.
Pregiudizi
«Ho stima per tutte le donne che si buttano a seguire le loro passioni, soprattutto quelle fuori dagli schemi. Io, ancora oggi, subisco dei pregiudizi per il fatto di essere donna in un ambito solitamente maschile. Mi guardano strano perché sembro un maschiaccio, sono sporca di grasso o indosso delle scarpe antinfortunistiche. Quando vado a recuperare una macchina con il carro attrezzi capita mi chiedano: “Dov’è tuo padre?”, come se io non fossi all’altezza. Oramai non ci faccio più caso, però bisogna parlarne e abbattere questi pregiudizi», racconta. Oggi, tra una verniciatura e una poesia di Alda Merini, Maria Biolchini continua a progettare il suo futuro, pensando ad un’esperienza all’estero, sempre nel campo dei motori, e a riprendere gli studi universitari. E poi il sogno più grande: scrivere un libro.

   questa  vicendas  mi ha  ricordato questo video    di  story impact  di quasi due  anni fa  .   


  ed  il fatto     che  spesso un pregiudizio costa molto   più caro     che  mettere  da parte  l'orgoglio  

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