Il caso Salis creato dalla Cia per colpire il pacifista Orbàn. L'ultimo delirio del complottismo rossobruno



Tra i militanti spopola la tesi secondo cui la vicenda della neo eurodeputata di Avs è stata montata ad arte dal "partito della guerra" manovrato dagli Usa

dalla newsletter Hanno tutti ragione  del 14\16\2024                                                                                                 

                                                                 di Stefano Cappellini                         

Un amico e collega che conosce bene la sinistra radicale italiana mi fa: “Ma lo sai che nell’area gira la tesi che il caso Salis sia stato montato ad arte per colpire Orbàn e la sua posizione contro gli aiuti militari all’Ucraina?”. Non ne sapevo nulla. Mi gira dei post Facebook di attivisti della lista di Michele Santoro, Pace terra dignità, scritti prima e dopo il voto per le Europee. Uno di questi, il più articolato, comincia così: “Sono un’elettrice di sinistra e sono molto delusa dall’elezione della signora Ilaria Salis al Parlamento europeo”. Nella prima parte del post vengono poste domande per sollevare forti dubbi sulla credibilità politica, morale e giudiziaria di Salis (qual è la sua reale imputazione? Ai nazisti ha dato un buffetto o li ha pestati? Chi ha pagato la cauzione? È vero che Salis ha occupato illegalmente una casa popolare?). La domanda testuale è: Salis è vittima di una persecuzione politica da parte di una magistratura prona a un governo “fascista” (virgolette dell’autrice) o sconta le conseguenze di un’accusa per fatti gravissimi? Ma il pezzo forte della tesi arriva dopo: “Il caso Salis è vecchio di quasi due anni, ma è arrivato alla ribalta solo quando è servito per aggiungerlo ai rimproveri a Orbàn, reo di mettere i bastoni tra le ruote agli aiuti all’Ucraina. Veramente non siete di capaci di unire i puntini? Questo vuol dire che Avs, per una manciata di voti, si è unita alle forze sistemiche che ci stanno trascinando in guerra, accettando di farne il gioco contro l’orribile nemico Orbàn che però, guarda guarda, è l’unico che cerca di fermare la corsa verso il baratro. Eccezionale veramente!”. A parte la apprezzabile, seppur involontaria, citazione abatantuoniana, non si sa dove cominciare.Comincio da lontano. Un annetto fa, in una manifestazione che seguivo per lavoro, mi è capitato di incontrare Paolo Ferrero, ex segretario di Rifondazione comunista e ministro del secondo governo Prodi, che non vedevo da molti anni. Abbiamo chiacchierato di un po’ di cose e infine, parlando di guerra in Ucraina, la conversazione è caduta sull’alto livello di cospirazionismo che alligna in tutti i canali social di area. Ferrero si è mostrato consapevole del problema e di quanto rischi di portare acqua e consenso a forze politiche molto distanti dalla sua. Diceva in sostanza Ferrero: non è facile per noi, perché bisogna cercare costantemente un confine tra l’analisi geopolitica e il delirio complottista. Gli ho augurato buona fortuna, senza nascondergli che la battaglia mi sembrava già persa.Naomi Klein, che fu tra le letture preferite del movimento No global, è da tempo impegnata a denunciare il cospirazionismo che ha pervaso molti ambienti cosiddetti progressisti e ha acchiappato un filo giusto per cercare di darsene una spiegazione. Klein è infatti convinta che uno dei veicoli principali di penetrazione sia stata la filosofia new age, lo spiritualismo che negli anni Novanta è diventato moda culturale e attraverso una serie di rielaborazioni è arrivato vegeto fino a noi. Klein, praticante di yoga, sostiene peraltro che negli Usa i maestri della disciplina siano tra i principali vettori di teorie complottiste. In pratica, hanno diffuso nel loro mondo la credenza che le energie negative da combattere non siano flussi neutri bensì influssi studiati dal sistema. Il Sistema.Cosa sia il sistema, di solito maiuscolo, chi ne muova i fili, non è facile spiegare a chi resti immune dal morbo. Sistema è ovviamente il gotha capitalistico, suoi soldati sono i media cosiddetti mainstream, oltre che la quasi totalità dei partiti delle democrazie occidentali (“forze sistemiche”, le chiama l’autrice del post su Salis). Diceva uno dei primi studiosi del cospirazionismo, lo storico Richard Hofstadter, che alla sua radice c’è “il passaggio dall’innegabile all’incredibile”. Cioè, c’è sempre un’oncia di verità in ogni teoria cospirazionista, salvo costruire, su quell’oncia, un quadro privo di qualsiasi attendibilità e verificabilità. Klein ha sicuramente ragione nell’identificare nello spiritualismo new age un aspetto originale e cruciale della deriva. Basti dire che il fenomeno no Vax non nasce nelle bettole dell’ultradestra bensì in chat e siti apparentemente rispettabili e progressisti, dove tutte le principali frottole antiscientiste su virus, effetti collaterali e interessi occulti delle multinazionali farmaceutiche hanno trovato legittimazione culturale prima di finire in mano ai peggiori squadristi. C’è anche l’amico etiope da tenere in conto, però.
I cultori di Nanni Moretti conoscono bene la scena di Ecce bombo. Un ragazzo della sinistra extraparlamentare chiama una radio di area e comincia a sragionare spiegando che grazie a un amico etiope ha scoperto che le dimensioni dei tunnel autostradali sono troppo strette per far passare un carro armato. L’amico etiope gli ha aperto gli occhi (“Riuscite a unire i puntini?”, chiede l’autrice del post su Salis). Voglio dire che sarebbe sciocco non vedere – Ferrero, che non è sciocco, lo vedeva bene – che nel cospirazionismo c’è anche la degenerazione di una forma mentis che è tutta già incistata dentro un pezzo di sinistra. Lo chiameremo: il marxismo risciacquato in Dan Brown. Il materialismo storico marxiano, l’idea che dietro a ogni sovrastruttura (cultura, politica, costume) ci sia una struttura economica che ne fornisce identità e missione, si trasforma così nel Grande Complotto Universale, come quello sul quale Umberto Eco aveva costruito il suo secondo strepitoso romanzo, Il pendolo di Foucault. Nel Pendolo i protagonisti si trovano alle prese con un plot che fonde cristianesimo, nazismo, templari, rosacroce come fenomeni di un unico occulto Grande Piano.Torniamo a Salis. Di quel post, non solitario, colpisce ovviamente l’assurda convinzione che, a un certo punto della storia, degli imprecisati burattinai si siano messi a tavolino per lanciare mediaticamente il caso Salis. Ci vuole fantasia, oltre che una discreta ignoranza di come funziona la macchina mediatica, nel bene e nel male, per non capire che le immagini di Salis in ceppi sono state decisive per richiamare l’attenzione sulla vicenda. Ma colpisce ancora di più il giudizio su Orbàn espresso da una persona che ha una solida militanza a sinistra. Un fratello. Un compagno di strada. Un pacifista. Uno che sta cercando di salvare il mondo dalla guerra mondiale. Salis serve a colpire Orbàn in quanto nemico della guerra (c’è un altro che su Facebook scrive: “Ho deciso di cancellare dai miei contatti tutti quelli che hanno contribuito all’operazione della Salis pensata a Washington”). È purtroppo con questo livello di idiozia che occorre confrontarsi da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, con persone che, mentre ti spiegano che l’Ungheria è un baluardo di pace, si lamentano dell’incapacità altrui di vedere e capire le vere e complesse ragioni del conflitto. Non sapete unire i puntini? Non è un caso che gran parte di questi tizi finiscano in braccio al rossobrunismo, e cioè ad appoggiare Orban insieme a gente o partiti che lo sostengono per ben più coerenti ragioni.In un altro post, un appello al voto prima del 9 giugno, una elettrice chiedeva che alle Europee si votasse con l’unico obiettivo di fermare la guerra, perché ovviamente sono Macron, Scholz e Meloni che devono farlo, mica Putin. “Io voterò Pace terra e dignità – spiega – però ci sono anche il M5S e, per chi è di destra, la Lega”. Sono le tre forze filorusse del panorama politico (sì, filorusse, non pacifiste, che è un’altra cosa). Sono anche i tre partiti andati peggio alle Europee, ma è sicuramente un’altra riuscita macchinazione del Sistema.

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