poteri occulti e la giustizia il casoi di Antonela Morsello, Ancora un esempio documentato di un capitolo di malagiustizia

  da  www.terzarepubblica.it/articolo_blog.php

Una pagina piccola, concreta, lontana dai riflettori, che documenta gli effetti devastanti della malagiustizia. Una famiglia che fa lo sciopero della fame, a Marsala, perché chiede quel che crede sia il rispetto della legge. Se anziché sbertucciarsi fra opposti corporativismi, o discutere su riforme epocali che poi partoriscono topini storpi, si desse visibilità ai casi reali, probabilmente si smetterebbe di credere che la bancarotta giudiziaria sia un problema (o la salvezza) di qualche imputato eccellente, visto che è la dannazione che avvelena l’Italia.
La vicenda è financo banale: una piccola azienda d’acquacoltura, dichiarata fallita dal tribunale di Marsala. Secondo i proprietari la legge è stata largamente travisata, visto che quel tipo d’imprese, equiparate a quelle agricole, non sono fallibili. Secondo il tribunale di primo grado, invece, dato che nello statuto della società sono previste (ma mai praticate) anche altre attività, il fallimento ci sta tutto. La sentenza è del 2003. Dato il tema del contendere sarebbe stato possibile, ove la giustizia fosse tale di fatto e non solo di nome, avere un secondo pronunciamento nel giro di quindici giorni. E’ fallibile o no? Basta che lo statuto preveda altre teoriche attività per far venire meno la natura agricola? Un tema di diritto, discutibile in poche ore, utili anche a trovare i riferimenti giurisprudenziali. Invece sono passati cinque anni e fra qualche giorno è previsto il secondo grado.
Nel frattempo, naturalmente, la famiglia imprenditrice ha subito danni enormi. Che sono ingiustificati sia nel caso in cui siano dei falliti, dato che dovrebbero occuparsene le relative procedure, sia, invece, che abbiano ragione, nel qual caso nessuno ripagherà mai il loro disastro. E non basta, perché il tribunale fallimentare avrebbe (esiste la possibilità che sia solo sfortunata omonimia?) nominato il curatore nella persona di un avvocato che difendeva uno dei creditori. Il che sarebbe una specie di ciliegina sulla torta.
Gli interessati non mangiano e protestano. Noi non sappiamo se abbiano torto o ragione, nel merito della causa che li riguarda. Sappiamo che la loro storia si sarebbe dovuta concludere da anni, e che nessuna legge del mondo civile ha mai consentito questa specie di tortura giudiziaria, fatta di tempi e costi incalcolabili. Di questo, però, non si occupa nessuno, e nessuno si preoccuperà per queste poche righe. Alla prossima incriminazione relativa al mondo della politica noi scriveremo sempre le stesse cose, e il coro monotono dei giustizialisti ci risponderà sempre che difendiamo i potenti (o, con finezza di cui solo loro sono capaci, quelli che ci pagano). Dello sciopero della fame marsalese, invece, non frega niente, perché sarebbe come dire che qualcuno ha a cuore la giustizia, e non solo la propria esibizione.

» 27-10-2008

e il14 f gennaio la loro casa finirà all'asta per colpa di tale situazione

per contattare l'interessata maredelnord@gmail.com

Commenti

nonnalibera ha detto…
Evviva l'italia!!

Povera italia..sempre con la i minuscola ormai!!!

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