Il Gruppo Mtv Non potendo ignorare un bacino d’utenza potenziale di circa 190-200 milioni di persone, Mtv ha lanciato dal 17 novembre la versione araba del suo popolare canale televisivo. I programmi sarannno secondo alcune news un misto composto da un 60% di video internazionali e da un 40% di video di musica araba. Esso secondo il sito quomedia.diesis.it/news/ << si occuperà di indagare a proposito delle tendenze e delle abitudini dei giovani locali. Fra le trasmissioni in onda figureranno anche serie come “Cribs”, “Pimp My Ride” e “Total Request Live”, famose in altri paesi del mondo.>> Infatti sempre leggendo in rete Mtv Arabia è stata sviluppata grazie a un accordo fra Mtv Networks International e Tecom Investment e la sua unità media, Arab Media Group. Per il prossimo anno è previsto il debutto di Mtv anche in Israele. Ora nel mondo islamico e arabo ( ho esperienza diretta di alcuni amici di penna e amici di miei amici ) dove c'è una censura e dove la loro religione ( o meglio una interpretazione che ne danno , come capita in tutte le religioni , i loro esponenti religiosi ) è fatta di apertura verso l'esterno \ tolleranza chiusura \ repressione ( questa ovviamente , dai contatti che ho avutoed ho tutt'ora in rete con gente di tale religione e dala lettura di libri su tale argomento e dalla visione di programmi tv in particolare il programma IMPERO la condotto da Valeiro Massimo manfredi cui puntata dei L'Impero dei Moghul andato in onda il 1° Dicembre su La7 ) e quindi una novità culturale piena di speranze e una risposta ai pregiudizi che vogliono un islam fatto solo di fanatici e integralisti oltre che una grande novità proprio come la canzone " l'anno che verrà " di Lucio Dalla , che in questo momento sta suonando nel mio ipod qui il testo . Infatti secondo repubblica del 18.12.08 : << (...) Da un anno quello di Hammad, 24 anni, saudita cresciuto a Londra, è il volto di un esperimento senza precedenti: portare nel mondo arabo, la regione del globo dove il sentimento anti-americano è più forte, uno dei loghi più conosciuti d' America, quello di Mtv. In versione locale. Una sfida non priva di insidie: poche settimane fa lo sceicco saudita Saleh al-Luhaidan ha detto che i proprietari di emittenti che trasmettono musica, telefilm e tutto ciò che «corrompe la morale dei giovani» dovrebbero essere uccisi. Ed è noto che ai settori più conservatori del mondo arabo la presenza di un marchio americano nel mercato locale delle tv non piace. Samar al Marzouqi liquida queste osservazioni quasi con sufficienza: «Prima di iniziare le trasmissioni abbiamo fatto un tour per parlare con i leader religiosi della regione. Abbiamo spiegato che volevamo fare una tv per i ragazzi di oggi, che guardano all' Occidente ma non intendono mettere da parte la loro cultura. Chi dice che miniamo la cultura araba non ci conosce. Lo scopo è esattamente il contrario: dire ai nostri ragazzi che non hanno bisogno di cambiare. Che sono cool così come sono: abbiamo programmi americani, ma il nostro maggior successo è HipHopNa, un trasmissione che cerca i migliori rapper arabi» (...) >> . Ora visto che in tale trasmissione non sono amessi ne video e testi tropmposesy , ne tanto meno politica la sospensione di qualsiasi forma di musica poer il ramadam giudicano tale iniziativa di sicronismo culturale ha fatto gridare molti ( io non ne condivido lo considero un compromesso fra le due identità diverse quella occidentale e quella medio orientale i cui la religone come da noi ha impreganto e fa tutt'ora la base culturale e sociale ) alla censura . Ora comunque la si veda tale iniziativa sia che la si veda come censura sia che la si veda come sincronismo \ compromesso fra identità e culture , sempre secondo repubblica : << (..) Una decisione senza precedenti per Mtv e che dice molto degli sforzi di al Marzouqi e dei suoi per conquistarsi un' identità propria. «Stanno cercando di creare un prodotto ibrido fra la cultura giovanile globale e quella araba - spiega Augusto Valeriani, esperto di media arabi - è una sfida davvero interessante». Il tentativo di raggiungere questo equilibrio finora ha guadagnato a Mtv Arabia l' approvazione dei ragazzi che affollano i mall di Dubai. «Mi piace perché è moderna e aperta. Ma anche perché so che non troverò nulla che mi disturbi», dice Fatima, 17 anni, grandi dosi di matita verde sugli occhi, intonata al colore dei ricami del velo che le copre i capelli. Fatma, jeans larghi e scarpe da ginnastica appena nascosti dall' abaja nera concorda: «I programmi americani che trasmettono sono belli. E li guardo senza timore: ho capito che c' è una selezione». Difficile sapere se l' opinione delle ragazzine della ricca Dubai sia condivisa dalle loro coetanee nella conservatrice Arabia Saudita, del misero Yemen o del trasgressivo Libano. Ma l' esperimento resta di quelli da seguire, soprattutto perché Al Marzouqi promette nuove sfide. La prossima è quella sulla scelta del veejay che affiancherà Hammad: «Sarà una ragazza, moderna e tradizionale allo stesso tempo», annuncia. Dichiarazione quasi rivoluzionaria, in un' area del mondo dove le donne sono spesso ancora considerate cittadine di serie B. Non a caso alla notizia, Fatma e le sue amiche reagiscono arrossendo. «Perché no?», commentano. Ma subito mettono in chiaro: «Noi non potremmo mai farlo». Qualcuna, c' è da scommetterci, ci riuscirà. ->> sarà destinata a creare proseliti nel mondo arabo
en.wikipedia.org/wiki/MTV_Arabia
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