15.11.08

Quella donna in croce figlia di uan banalità ( campagna contro le violenze contro le donne )

;a  campagna  di sensibillazione    contro la  violenza  delle donne  ha  com'era  prevedibile 
il solito vespaio di polemiche e le soliite richieste di censura il manifesto proposto per ricordare la Giornata mondiale contro l'orribile piaga della violenza sulla donna.

Infatti  era  scontato  e  non era   difficile  ma  prevvedibile  e  che   che l’immagine di una donna ritratta nella postura sofferente della crocifissione non facesse discutere .              Così sta andando. Come <<da copione, sfogliato in anni e anni  di spesso presunte trasgressioni e spesso reale censura >>  come  dice  Guido  Barzoletti  su Epolis    di oggi  << Già, proprio lei, pronta questa volta a crocifiggere il manifesto che l’associazione onlus donna Telefono ha proposto al Comune di Milano di affiggere in occasione della Giornata mondiale contro la violenza   sulla  donna in calendatio il prossimio 25 novembre  >> . Una donna distesa su un lenzuolo bianco, le braccia allargate e appoggiate su due cuscini bianchi, le gambe a sovrapposte, mani e piedi nella posizione che ricorda quelle inchiodate di chi subisce quel suppliziotremendo. Ora, è inutile girare attorno alle immagini, sappiamo tutti  atei e  agnoistici  , laici o credenti  di cosa stiamo parlando: quella donna richiama il dramma fondante della Cristianità, sta al posto di Gesu . Ora   La croce non c’è, ma la posizione a quella rinvia e subito qualcuno (  ovviamente   i cattolici   intransigenti   io non ce la  vedo )   ne ha tratto la conclusione di un’equivalenza blasfema e inaccettabile per i credenti.
 Infatti   ( e  e qui mi trova  d'accorrdo  )  << Quando  , come dice   sempre  l'articolo di Epolis , << quando le cose partono così, quando si trasformano in uno scontro frontale tra i Massimi Sistemi, con le frecce acuminate delle ideologie sul punto di scoccare l’una contro l’altra, non si va da nessuna parte >> Qualcosa  però si può   dire  su  quella figura. Intanto, non     pecca di originalità ,  un simbolo  ormai  banalizzato  e  scontato ormai  logoro o  Jurassico , una trasgressione  che  non trasgredisce più   . Infatti  La Croce è   sempre stata un cavallo di battaglia della polemica dissacrante, un segno prediletto per   anatemi e interdetti contro   ipocrisie e perbenismi. A intervalli regolari è già apparsa, e più volte, a simboleggiare la   condizione della donna deprivata dei suoi diritti e della sua   libertà, la guerra che non risparmia nessuno, gli omosesuali discriminati, i poveri che  muoiono della loro condizione.... Basterebbe ricordare certe   copertine de L’espresso  o di panorama  ( quando allora  era  tale e  non u a  velina   )   degli anni '60\70, certe   performance dell’avanguardia   e, sul piano della pura poesia e   del sublime, la crocifissione   del povero Stracci che muore   dell’ossimoro di sé, soffocato   dalla propria insaziabile fame, ne La ricotta di Pier Paolo Pasolini.. Ma erano altri tempi.   E, poi, francamente, quest’imagine così bianca pulita e  laccata, senza drammaticità alcuna, congelata nell’astrazione di una posizione, sembra   uno  degli ammiccamenti di certi calendari  (  presenti  da  calzolai , camionisti  , barbieri  e ora  rappresentati anche in parlamento  )  . Ora   per gridare contro una violenza intollerabile e  che tutti ci riguarda, non c’è   bisogno del luogo comune  oramia  banalizzato  arte  secondo alcuni pornografia  di una donna in croce . Cosi  come  non c'è bisogno  ne  di scandalizzarsi  ne  tanto  meno d censurare   o vietare  .

3 commenti:

filejah ha detto...

è ob-scaena!

come tutte le immagini dietro cui si cela la non più divina mania di sbarcare il lunario.

Molti argomenti andrebbero discussi onde realizazare qualcosa senza bisogno di indugiare su vuoti e speculanti estetismi ed edonismi, e voyerismi che peggiorano la mentalità bacata di noi occidentali, ed essere testimoni discreti di cambiamento radicale di ognuno come individuo... senza tutta questa captatio da gossip... alla fine il problema dello strupo, come tanti altri, resta confinato alla tragedia dell'attore attrice, non certo degli spettatori di una vita che è sempre stato teatro, ma oggi non se ne può più: abbasso le troppe inutili immagini e quindi la televisione, ad esempio, di cui si è tossicodipendenti, e non capiamo se viviamo o recitiamo con i gossipisti pseudopolitici e pseudoculturali.

buona giornta a tutti.

compagnidiviaggio ha detto...

concordo con te sull'uso che se ne fa del corpo femminile nella società occidentale e adesso in tempi di omologazone culturale si sta avvicinando nel sud del mondo . ma non sono d'accordo sul gudizio estetico che dai al'opera in questione , io la considero normale non oscena

compagnidiviaggio ha detto...

ops dimenticavo

cosi neppure sono concordo con al censura . perchè censurtare e vietare agli altri ciò che a te non piace

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