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di Massimo Basile
Le americane che lavorano nell’industria dei trasporti su strada sono 1,6 milioni. Nel settore, infatti, non ci sono abbastanza uomini disponibili. Così in tante lasciano il mondo della sanità, diventato durissimo durante la pandemia, e si mettono al volante di camion e tir. E spesso raccontano la loro vita su TikTok
NEW YORK - Nel thriller Paradise highway Juliette Binoche guida un camion. Nella vita vera Chelsea Ferguson è al volante di un tir. E come lei, Jeanette, Mell, Paula, e altre migliaia di donne che hanno scelto di cambiare vita e lavoro, viaggiando sulle strade d’America, alla guida dei loro bisonti. Il numero delle donne impiegate nell’industria dei trasporti su strada ha raggiunto la cifra record di un milione e 600 mila, il dato più alto da quando il Bureau of Labor Statistics ha cominciato a raccogliere i dati, nel 1990. La quota di donne che ha raggiunto un picco senza precedenti, pari al 18 per cento. E la maggior parte ha scelto di guidare. Il fenomeno, come spiega il sito Quartz, è legato alla difficoltà crescente di trovare uomini diposti a guidare e stare in viaggio per sedici ore al giorno. Il settore è a corto di ottantamila guidatori, secondo il report di ottobre pubblicato dall’American Trucking Associations, la più grande organizzazione dell’industria di trasporti su strada. Le donne stanno aiutando a coprire il vuoto.
L'ex infermiera
“Se non puoi attirare uomini bianchi, come erano soliti fare - spiega Michael Belzer, professore alla Wayne State University e ex camionista - allora ti rivolgi ad altri gruppi”. Chelsea Ferguson è una delle “donne bisonte”. A 28 anni, dopo aver passato un decennio nel settore dell’assistenza medica, ne aveva abbastanza. I due anni di emergenza pandemica l’hanno sfibrata. Certi giorni lavorava anche sedici ore, e sempre in piedi. “Dopo la pandemia - racconta a Quartz - ho deciso di prendermi una pausa”. La pausa è diventata un addio. A gennaio ha lasciato il suo lavoro di infermiera professionale ed è andata in una scuola guida per prendere la patente commerciale in Arizona. Adesso lei e il marito, camionista, fanno i turni al volante di un tir con rimorchio che porta legname e carta igienica in tutto lo Stato.
Nonostante questa sia una categoria sottopagata, Ferguson sostiene di guadagnare novemila dollari in più rispetto a quando faceva l’infermiera. Negli Stati Uniti lo stipendio medio è di circa 54 mila dollari l’anno. I camionisti vengono pagati solo quando sono in viaggio, non quando il tir è bloccato nel traffico o in attesa di un carico e scarico. Storicamente sono stati molti i motivi per cui le donne si tenevano lontane da questo lavoro: guidare un tir è duro, serve forza, per non dire dell’ambiente maschilista e del rischio di abusi sessuali. Ma il settore non può più farne a meno. “Fino a pochi anni - spiega Ellen Voie, presidentessa di Women in Trucking Association, sindacato delle donne camioniste - avrei detto che le donne lasciavano un impiego pubblico per unirsi a noi. Adesso arrivano in gran parte dalla sanità. È incredibile”.
Le loro storie su TikTok
La natura solitaria del lavoro fa la sua parte. “Molte persone - conferma Desiree Wood, presidentessa di Real Women in Trucking, un’organizzazione in difesa della categoria - non vogliono più avere a che fare con il pubblico”. È un modo di guadagnare più che da McDonald’s e non è richiesta una laurea. Su TikTok gli account delle donne al volante stanno diventando sempre più popolari. Le clip delle varie Emma, Paula e Helena alla guida dei ‘bisonti della strada’ raccolgono migliaia di interazioni. C’è Mell che racconta di aver cominciato a 22 anni e mostra il suo viaggio lungo una striscia di asfalto disseminata di palme tropicali, poi montagne e deserti. Lei che cambia una gomma, fa il pieno, attraversa una specie di Grand Canyon. “Impari a stare bene da sola”, dice ai follower. O ‘Blackgirlrave’ che si riprende in shorts, gambe tatuate, mentre guida un tir. Il suo motto è “Just another day, another dollar”, ‘solo un altro giorno, e un altro dollaro’, titolo di un brano rap. Con il passare del tempo l’età è scesa: sono molte le ventenni che si mettono al volante. E i colleghi maschi, dopo averle viste con sospetto, cominciano a restare ammirati. “Voglio dire - commenta Wood - se sei una donna camionista, beh, vuol dire che sei una tipa tosta”.
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