Il cuoco della trattoria racconta le sue grandi passioni Il clarinetto studiato al Conservatorio e l’abbinamento di nuovi sapori
da la nuova Sardegna 23\12\2022
di Pasquale Porcu
Massiccio, sempre sorridente,
48 anni e una
doppia passione: la cucina e la musica.
Quando era piccolo i suoi
amichetti collezionavano le
figurine dei calciatori della loro squadra del cuore, Antonello Casula aveva altri supereroi: i musicisti delle grandi
orchestre. Uno fra tutti: Fabrizio Meloni, primo clarinetto dell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano.
Dopo una lunga gavetta è
approdato in cucina. Dal
2006 è
Antonello Casula
con il suo clarinetto (ph Mauro Chessa) |
Negli ultimi anni la cucina,
non solo quella del Giamaranto si è evoluta. «È cambiata la conoscenza degli ingredienti – dice –.Prima le vongole le usavi quasi esclusivamente per condire gli spaghetti, ora le trovi declinate
in tanti modi diversi. Usi ingredienti che spesso non usavi, dalla frutta ai pesci. Quando sperimento un nuovo
piatto, ci lavoro a lungo, poi
lo faccio provare ai miei colleghi del ristorante. Elaboro i
suggerimenti, prima invece
il cuoco ti portava un piatto a
tavola, se ti piaceva, bene, altrimenti pace. È diverso anche il rapporto con i clienti.
Ed ecco perché non posso
trascurare il fatto che un
cliente può avere problemi
di celiachia o di intolleranza
al lattosio. La mia cucina
non crea problemi ai celiaci
o a chi è intollerante al lattosio. Non va bene se in una tavolata c’è qualcuno che non
può mangiare ciò che mangiano gli altri. Anche questo atteggiamento dimostra
che, contrariamente a quanto succedeva prima, dobbiamo avere rispetto per i nostri
clienti».
Cambiano anche gli ingredienti. Ed ecco che nei menu
dl Giamaranto puoi trovare
un antipasto a base di code
di gamberi al Campari con
crema di cavolfiore all’agro e
clorofilla di prezzemolo. Ma
ci sono anche piatti a base di
Cynar senza dimenticare sapori antichi come il tortino al
finocchietto selvatico che accompagna la mousse di salmone affumicato e la salsa allo zafferano. «I nostri clienti
vogliono piatti nuovi ogni
settimana – dice Casula – e io
mi diverto ad accontentarli».
«Il segreto di un buon ristorante – afferma Amedeo, fondatore del locale insieme al
fratello Gianni e motore propulsivo di questa storica trattoria – è sapersi adeguare ai
tempi. Tutte le novità sono
ben accette, purché non si
tratti di stravaganze che possono deludere e creare un
brutto ricordo in chi si è seduto a tavola da noi
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