14.2.12

passione per il proprio lavoro o dedizione esagerata ? Controcronache dalla Regione Sardegna, vita d'un «animale da scrivania»



 Dall'unione sarda del 12\2\2012
Controcronache dalla Regione, vita d'un «animale da scrivania»
di GIORGIO PISANO ( pisano@unionesarda.it )





Nel suo ambiente - Regione autonoma della Sardegna, seimila dipendenti - è una leggenda. Sa tutto: cita a memoria leggi, decreti e circolari con la stessa disinvoltura di una chiacchierata di calcio al bar sport. Per anni 44 e mesi undici è andato puntuale in ufficio: assunto quand'era presidente Giuseppe Brotzu, ne è uscito (si fa per dire) quando al timone è arrivato Mauro Pili. I giorni d'assenza - causa malattia vera e non fittizia - si contano sulle dita delle mani. Ferie, godute naturalmente: a metà però. Non ne ha mai fatto più di venti giorni. «Un mese intero è troppo».
Farlo andare in pensione non è stato facile, nel senso che è rimasto appeso agli amatissimi timbri finché ha potuto. Era il 2002. Da allora torna spesso sul posto di lavoro, incontra gli ex colleghi che lo chiamano per consulenze-express, discute sulla interpretazione delle norme, suggerisce, consiglia, propone.
Dovessero aggiungere un simbolo dell'Autonomia, magari affianco agli storici Quattro Mori, starebbe d'incanto la sua faccia, rassicurante, burocratica e conscia d'essere un'enciclopedia vivente in campo giuridico-economico-previdenziale. Come lui nessuno mai. Nino Tucci (  foto in alto a destra   )   settantasei anni, non arriva a dire La Regione sono io ma si capisce che lo pensa. Due figlie («a carico», precisa per deformazione professionale come se a qualcuno potesse interessare) parla la lingua fredda dei certificati, quella documentale su cui cade vanamente la polvere del tempo. Si scusa dicendo d'essere un «passionale, lavorativamente parlando» e cita, giusto per dare un'idea, «quei carabinieri che si fanno seppellire in divisa».
Perché, lei vorrebbe farsi tumulare in grisaglia?
«No, quando mai. Però».
Smentita debole, senza convinzione. Se gli chiedete qual era la sua collocazione risponde citando ruolo, incarico, numero di collaboratori e assessorato di riferimento. Poi, per farsi capire meglio, sintetizza: «Lavoravo nel cuore dell'amministrazione passiva della Regione». Passiva?, passiva in che senso? Tucci allarga un sorrisetto di compatimento, deve essere duro spiegare sempre tutto a tutti, la sua croce. «Amministrazione passiva è quella che si occupa dell'organizzazione interna».
È la persona giusta, ideale, per parlare di una categoria - i regionali - molto citata dal popolo non sempre con entusiasmo (assenteismo al 30 per cento fino alla cura-Brunetta). Lontano dai partiti politici e dai sindacati, ha servito la Regione come un figlio con mammà tenendo un piede in casa anche da sposato. Per stare più vicino alla ditta, ammesso che si possa dire così, è entrato nell'associazione che raccoglie i colleghi andati in pensione. Ha un ufficietto ingombro di fascicoli, carte e manuali. Lo scaffale a fianco schiera graffette, scotch, forbici, colla e tutto l'arsenale da sfoderare in caso di bisogno. Al centro del tavolo il suo breviario, pagine ormai ingiallite e piene di memorandum volanti. Si intitola Ruoli di anzianità del personale . «Purtroppo ora non lo pubblicano più», sussurra scoraggiato. Senza aggiornamenti, si deve navigare a vista, sul filo della memoria. Difficile anche per chi si definisce, senza arrossire, un «animale da scrivania».
Nient'altro?
«Mi sento umilmente orgoglioso d'essere un dipendente lavoratore, e sottolineo lavoratore, della Regione autonoma della Sardegna».
A proposito: la fama di fannulloni da dove nasce?
«I regionali hanno, avevano, questa nomea perché considerati poco facenti e molto guadagnanti. Capita la battuta?»
Quasi.
«Si dice che su dieci lavoratori, otto guardano e due lavorano. Ma questo vale per tutti gli impiegati pubblici e non solo per la Regione».
Ma per quelli della Regione...
«Vogliamo dirla la verità, tutta la verità? Manca lo stimolo a migliorare la professionalità. Talvolta alcuni, non avendo progressione di carriera, si addormentano. Posso usare questa espressione?»
Quale?
«Si addormentano. L'amministrazione non valorizza le risorse come si deve, si muove con la politica dei premi a pioggia e questo scoraggia anche i più motivati».
Pare abbiate la pausa-caffè più lunga d'Italia.
«Mi onoro di essere un rompicoglioni: la legge, la legge, la legge. Ovviamente non scriva rompicoglioni, trovi una formula più consona».
Va bene però non ha risposto.
«Probabile che il caffè... insomma quella storia della pausa. Mi risulta che la regione Toscana e la regione Sicilia abbiano tempi ben più dilatati dei nostri. Per favore, non generalizziamo... anche se io avevo un collega che il caffeuccio andava a prenderselo ogni ora».
Vede.
«D'accordo ma era uno che aveva idiosincrasia per l'ufficio, mica sono tutti così. Io lo richiamavo bonariamente all'ordine, visto che era un mio collaboratore, dicendogli: se non hai voglia di lavorare, cambia struttura».
E quello?
«Lasciamo perdere. Ma tengo a dire che quando mi hanno proposto di fare il segretario particolare di un assessore, ho risposto no grazie».
Perché?
«Avrei creato dei problemi. Io sono per i fatti, per le regole».
Su seimila regionali quanti assunti con una spintarella?
«Il cinquanta per cento. Dico uno su due e forse sto arrotondando per difetto. Tuttavia mi piace dire che ci sono figli di onorevoli capaci, ovvero raccomandati che lavorano con scrupolo e coscienza».
Quanti veramente competenti?
«In certe materie, l'ottanta per cento. In altre, zero. Difatti non è casuale che spesso si chieda aiuto a colleghi di buona preparazione indipendentemente dal fatto che siano in organico oppure già in a erre. Cioè a riposo».
Asini in ruoli apicali?
«Ce n'erano ai miei tempi e ce ne sono ancora oggi. Per pura ignoranza erogano danaro pubblico a chi non spetta. Col pericolo che se ne accorga la Corte dei Conti e rilevi un danno all'erario».
La somma dei vari asini che guai ha comportato?
«Quello che negli anni Ottanta si chiamava sfascio. Si ricorda?, sfascio di qui, sfascio di lì. La non accorta valutazione delle pratiche in itinere ha scatenato un terremoto».
Cioè?
«Attualmente la Regione è sommersa da una marea di ricorsi, ci sono migliaia di cittadini che contestano le decisioni dell'amministrazione. Prima, e quando dico prima mi riferisco alla mia giovinezza, il contenzioso non esisteva. Questo significa che, sia pure con lentezza, si adottavano scelte corrette».
Qual è stato il capolavoro di un asino in ruolo apicale?
«Farsi nominare dirigente qualche settimana prima di andare in pensione. Questo ha comportato una liquidazione di circa trecentomila euro più alta di quella che avrebbe dovuto ricevere».
E voi?
«Noi, cosa? I colleghi onesti e lavoratori, che sono la maggior parte, possono soltanto prendere atto e chinare la testa. D'altra parte, la nomina a dirigente era legittima e di conseguenza lo diventava anche la liquidazione».
Privilegi.
«Luogo comune: non è vero che i regionali hanno chissà quali privilegi. È una falsità madornale. Almeno dopo l'anno 1970».
Perché, prima?
«Fino ad allora un impiegato regionale aveva il 60 per cento in più dello stipendio di un pubblico dipendente a parità di qualifica. Mio fratello, direttore dell'Ufficio delle Imposte, mi invidiava».
E i campi da tennis?
«Qui volevo arrivare. Ne avevamo uno in terra battuta a Villa Asquer: fatto da noi, con le nostre mani».
Quelli del Poetto, pure?
«Lì, quando ci hanno assegnato l'area dietro l'ex albergo, ne abbiamo realizzato quattro. Ma abbiamo lavorato sodo: ci hanno dato una specie di foresta e ne abbiamo fatto un'oasi. Riconosco che il nostro Dopolavoro funzionava».
Molto e bene.
«Guardi, io ho cancellato la mia iscrizione quando mi sono accorto che era diventato un'agenzia di viaggi transoceanici».
A prezzi stracciati per i regionali.
«Che Cral sarebbe se non cercasse condizioni di miglior favore?»
Poi ci sono quelli del Consiglio regionale. Privilegiati tra privilegiati.
«Lo chieda a loro, ho smesso di occuparmene negli anni '60. Pensi che non siamo mai riusciti a scoprire con precisione l'entità del loro trattamento economico. Sappiamo che è il doppio del nostro ma la prova provata non c'è. Per capirci: al Consiglio hanno gli stessi stipendi dei colleghi di Camera e Senato».
E sono riusciti a rifilarvi i portaborse.
«Non sono portaborse ma funzionari che fanno capo ai gruppi politici presenti in Consiglio. Una sessantina di persone in tutto che, da qualche anno a questa parte, grava sul bilancio della Regione. Insomma, li paghiamo noi».
Sprechi.
«Me ne ricordo uno clamoroso agli inizi degli anni Duemila. La Regione aveva finanziato l'acquisto di moltissime barche a Santa Teresa di Gallura. Barche che poi sono state lasciate a marcire sui moli»
Licenziamenti?
«Pochi, a cominciare da quello di un impiegato che - durante l'orario d'ufficio - svuotava i portafogli dei colleghi. Per incapacità professionale, mai. Scarso rendimento, mai. Inosservanza dell'orario di lavoro, mai. In altri periodi...»
... erano tutti bravi, onesti e puntuali.
«No, voglio dire soltanto che era diverso il clima. Giuseppe Brotzu, che veniva a piedi in ufficio, vigilava in silenzio sull'ingresso dei dipendenti. E quando alle 10,30 del mattino trovava un direttore generale ancora immerso nella lettura del giornale, beh, interveniva. Ci mancano politici e funzionari di quel temperamento».
Nino Tucci è provato: non era questa l'intervista che si era immaginato. Incarnando il regionale-tipo ed essendo un primo della classe, si aspettava un altro genere di colloquio. «Di carattere previdenziale», confessa. Spesso diventa necessario rivolgergli tre volte la stessa domanda: un'irresistibile propensione diplomatico-corporativa lo spinge a deviare in fallo laterale sotto un acquazzone di dati. La legge numero, la circolare del, il decreto presidenziale, la nota esplicativa: è una mitragliata di burocratese. Fortuna che in suo aiuto interviene a più riprese il tesoriere dell'associazione dei pensionati regionali. Altra stoffa: risposte pronte e sovrapposte, anche se non vengono raccolte. La pausa-caffè più lunga d'Italia? «Non diciamo fesserie». Impiegati competenti e incompetenti? «Né più né meno dei redattori di un giornale». Asini in ruoli apicali? «Dobbiamo parlare solo di quelli regionali?»
Si può fare carriera attraverso il sindacato?
«Certo che si può. Non faccio nomi ma potrei citare il caso di un rappresentante di categoria diventato direttore generale».
La meritocrazia, sia pure in un angolino, sopravvive?
«Non esiste più. Il mondo è capovolto. E quando qualcuno, come il sottoscritto, tenta di ricomporla, gli incollano addosso l'etichetta di rompicoglioni».
Miglior presidente, peggior presidente?
«Il migliore sicuramente Brotzu, il peggiore Italo Masala».
Assessori indimenticabili, assessori impresentabili.
«Felicetto Contu è stato tra i pochi che conosceva bene la materia di cui si occupava, l'agricoltura. Impresentabili? Non ne ricordo».
Faccia uno sforzo.
«La memoria, certe volte, non aiuta. Lei mi capisce, vero?»


libero dopo 20 da innocente . condannato perchè la confessione di un altro indagato era styata estorta con la tortura essione di un altro indagato era stata estorta con la tortura

un altro caso  (vedere  qui il precedente)  di confessioni estorte  con la  tortura , prima delle  torture  del carcere di Bolzaneto   cioè   G8 di Genova  del 2001  è  la  storia  di Giuseppe Gulotta ne  trovate la storia  sotto insieme  al video  e  alcuni  link   a  fine post  sulla  vicenda  

da  repubblica  online del  13\2\2012

Ventuno anni all'ergastolo, era innocente
"Chi mi ridarà la mia vita perduta?"


Giuseppe Gulotta con il suo avvocato Salvatore Lauria


Giuseppe Gulotta con il suo avvocato Salvatore Lauria
Giuseppe Gulotta aveva 18 anni quando venne prelevato e portato nella caserma dei carabinieri di Alcamo come sospettato dell'omicidio di due militari dell'Arma.                                     Venne picchiato e seviziato per ore finché non confessò quello che non aveva fatto                                                   
Poi ritrattò invano.  IL processo nel '90 con la condanna a vita. Nel 2007,con il pentimento di uno dei carabinieri che parteciparono all'interrogatorio,il nuovo processo e, oggi, la sentenza: "Non è colpevole.                    
Lo Stato deve restituirgli libertà e dignità"Dopo 21 anni, 2 mesi, 15 giorni e sette ore di carcere, Giuseppe Gulotta, adesso cinquantenne, ha ottenuto giustizia e dignità. Alle ore 17,35 di oggi la Corte d'Appello di Reggio Calabria dove si è celebrato il processo di revisione, ha pronunciato la sentenza. Giuseppe Gulotta è innocente, e da oggi non è più un ergastolano, non è l'assassino che il 26 gennaio del 1976 avrebbe ucciso, assieme ad altri complici, due carabinieri, Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo, in un attentato alla caserma di Alcamo Marina, un paese al confine tra le province di Palermo e Trapani.

"Gulotta non c'entra nulla; abbiamo il dovere di proscioglierlo da ogni accusa e restituirgli la dignità che la giustizia gli ha indebitamente tolto" ha detto oggi la pubblica accusa prima che la corte si riunisse in camera di consiglio per emettere una sentenza di assoluzione che Giuseppe Gulotta  ( foto   sotto   a  sinistra  )  attendeva da troppo tempo. Da quando, 35 anni fa, appena diciottenne, fu arrestato, condotto in carcere e, più tardi, dopo la durissima trafila dei diversi gradi processuali, condannato all'ergastolo definitivamente. E con lui gli altri tre suoi presunti complici: due sono ancora latitanti in Brasile; il terzo, Giuseppe Vesco, si suicidò in carcere qualche anno dopo il suo arresto.
Ad accusare Gulotta della strage fu appunto Giuseppe Vesco, considerato il capo della banda, suicidatosi - in circostanze non del tutto chiare - nelle carceri di ''San Giuliano'' a Trapani, nell'ottobre del 1976. A provocare la revisione del processo che si è finalmente concluso oggi con l'assoluzione di Gulotta, sono state le dichiarazioni, molto tardive, di un ex ufficiale dei carabinieri Renato Olino che nel 2007 raccontò che le confessioni di Gulotta e degli altri erano state ottenute a seguito di terribili torture da parte dei carabinieri. Olino, che si era dimesso dal'Arma proprio in seguito alla vicenda di Alcamo, non aveva retto al rimorso e aveva deciso di dire la verità. Gli altri carabinieri, oggi quasi tutti molto anziani, hanno fatto qualche ammissione o si sono rifiutati di rispondere. Ma la giustizia ha trovato elementi sufficienti per il processo di revisione e per questa assoluzione che, inevitabilmente, dovrebbe aprire la strada a un congruo risarcimento per gli imputati. Anche per gli altri due condannati, Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo, fuggiti all'estero prima che la condanna diventasse esecutiva, ci sarà adesso la revisione. 
La notte del 27 Gennaio di quell'anno Carmine Apuzzo (19 anni) e l'appuntato Salvatore Falcetta, due militari dell'Arma, 




furono trucidati da alcuni uomini che avevano fatto irruzione nella piccola caserma di Alcamo Marina. L'attacco suscitò ovviamente forte impressione in Sicilia e in tutta Italia. Si puntò sulla pista politica e finirono nel mirino delle indagini alcuni giovani di sinistra. Pochi giorni dopo venne fermato un giovane alcamese, Giuseppe Vesco, trovato in possesso di una pistola in dotazione ai carabinieri. La sua casa venne perquisita e saltò fuori anche l'arma utilizzata per il delitto. Il giovane, però, si dichiarò estraneo ai fatti affermando soltanto che aveva avuto il compito di consegnare delle armi. In seguito alle pressioni dei carabinieri, Giuseppe Vesco cambiò rapidamente la sua versione: condusse gli inquirenti al luogo in cui erano conservati gli indumenti e gli effetti personali dei due agenti uccisi (in una stalla di proprietà di Giovanni Mandalà, un bottaio di Partinico), dichiarò di aver fatto parte del commando che aveva fatto irruzione nella casermetta e fece il nome dei suoi tre complici: Gulotta, Ferrantelli e Santangelo.
Dopo poco tempo Vesco ritrattò tutto e dichiarò che quanto da lui affermato era stato ottenuto in seguito di terribili torture. Nelle sue lettere dal carcere San Giuliano di Trapani descrive minuziosamente il comportamento dei carabinieri e come erano state estorte le confessioni dei fermati. Ma pochi giorni prima di essere nuovamente ascoltato dagli inquirenti, venne trovato impiccato nella sua cella, con una corda legata alle grate della finestra, cosa resa abbastanza difficile dal fatto che a Vesco era stata amputata una mano a causa di un incidente. E proprio a questa vicenda si legano le confessioni del pentito Vincenzo Calcara, che lascia intravedere una verità fino ad ora soltanto accennata, ma resa più concreta anche da alcune rivelazioni in cui si attesta una collaborazione tra mafia e Stato. Calcara avrebbe affermato che gli venne intimato di lasciare da solo in cella Giuseppe Vesco e che lo stesso venne ucciso da un mafioso aiutato da due guardie carcerarie. 
Anche quanto affermato dal pentito Peppe Ferro libera i quattro dalle gravi accuse: "Li ho conosciuti in carcere quei ragazzi arrestati... Erano solamente delle vittime... pensavamo che era una cosa dei carabinieri, che fosse qualcosa di qualche servizio segreto". 
Dopo la chiamata di correità di Vesco, Giuseppe Gulotta fu arrestato e massacrato di botte per una notte intera. La mattina, dopo i calci, i pugni, le pistole puntate alla tempia, i colpi ai genitali e le bevute di acqua salata, avrebbe confessato qualunque cosa e firmò un documento in cui affermava di aver partecipato all'attacco alla caserma. Il giorno dopo, davanti al procuratore, Gulotta ritrattò tutto e provò a spiegare quello che gli era successo. Non venne mai creduto, neanche al processo che, nel 1990 lo condannò in via definitiva all'ergastolo. Poi, nel 2007, la confessione di Olino e la revisione chiesta e ottenuta dal suo avvocato Salvatore Lauria. Oggi l'assoluzione. Ma Giuseppe Gulotta ha trascorso gran parte della sua vita in carcere. Durante un breve periodo di soggiorno si è sposato con la donna che lo ha sempre "protetto" e che gli ha dato un figlio. Adesso, completamente libero, andrà a vivere a Certaldo, in Toscana, dove, da quando è in semilibertà, fa il muratore. "Sono felice di essere stato riconosciuto finalmente innocente. Ma chi potrà mai farmi riavere la gioventù che ho passato in carcere, chi potrà mai darmi quegli anni che ho perduto senza potere crescere mio figlio?".

APPROFONDIMENTI

http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Alcamo_Marinacon una  munita  biografia  e ottime note  
http://www.youtube.com/watch?v=fvQ-RyWEPdc&feature=related estratto della puntata  di blu notte sulla  strage di Alcamo

il libro 


contorinchiesta su abusi ed eccidi delle forze dell'ordine in Italia dal 1943 al 1976   edito  da  Stampa alternativa di Gianni Viola e Mario Pizzola dove a pag 86 si parla dei fatti di Alcamo











13.2.12

Elis Regina, Águas de Março

ecco perchè il titolo al mio blog



La frase   con canzone  annessa  è  la risposta   a chi   tra i miei contatti  ( specie  quelli nuovi  )  di facebook e  non solo  che  ignoravano   che  avessi  un blog   su splinder  chiamato   con l'acronimo  cdv  (  compagnidiviaggio )  e  che  il titolo di questa mia seconda  casa  cioè il blog  in cui  scrivo   deriva    anche  se cambiato   in ulisse-compagnidistrada   deriva   dallo stesso motivo  del precedente  (vedere per  ulteriori   approfondimenti  i post    delle  Tag   :    Faq e  aggiornamento Faq )   . Spero d'aver  soddisfatto  le  vostre  domande  . Ma    comunque  se  ne  avete altre   potete  contattarmi   all'email del  blog  cliccando  appena  aprite  la homepage   in alto a centro   su contattami   o andando qui  a  questo url  (  http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/p/contattami.html ) 



 in tempi come questi : << l'importante è conservare il gusto e la voglia di muoversi . d'andare .L'importante è conservare l'immaginazione >> ( Hugo Pratt Rimini, 15 giugno 1927 – Losanna, 20 agosto 1995 )

uccisioni in massa di cani randagi in ucrania per fare pulizia per gli europei di calcio

cosa non si fa   per  il  nuovo oppio dei popoli  ovvero  gioco del calcio  il calcio

da il fatto quotidiano online  di oggi

In vista dell'evento calcistico i cani vengono uccisi in massa anche usando piccoli forni crematori ambulanti. L'Uefa aveva promesso 4 milioni di euro per costruire canili, soldi mai arrivati




Secondo la Peta dal 2010, con l'ufficializzazione dell'Ucraina a Paese ospitante degli Europei di calcio 2012, sono stati trucidati 15-20 mila cani. "Le uccisioni non si contano più", racconta a ilfatto.it Andrea Cisternino, fotoreporter italiano e delegato dell'Oipa che vive a Kiev. "All'inizio erano organizzate dalle amministrazioni locali, poi si è cercato di spingere gli stessi cittadini a far fuori gli animali con una massiccia campagna mediatica". Intanto l'indignazione animalista monta in tutta Europa, tanto da spingere le autorità nazionali a firmare un accordo che avrebbe dovuto istituire una commissione per risolvere il problema. Anzi, l'Uefa dice di aver donato soldi per sterilizzare i cani e costruire canili in tutto il Paese. Ma i volontari che lavorano sul campo non hanno ricevuto nemmeno un euro"  

di Alessio Pisanò

“La morte della Houston? Un monito come l’Aids contro la conversione all’Islam” Il blog cattolico Pontifex commenta la scomparsa della cantante che "non ha dato un esempio di vita cristallina"

Sicuramente oggi avrete letto della notizia su ilfatttoquotidiano o sulle  vostre bacheche   di fb e  affini  . Inizialmente  comparsa sulla mia bacheca  ho provato  a  vincere  la tentazione di non leggere  dopo  aver letto il titolo  :

 “La morte della Houston? Un monito come l’Aids contro la conversione all’Islam”
Il blog cattolico Pontifex commenta la scomparsa della cantante che "non ha dato un esempio di vita cristallina" 

ma alla fine ho aperto la pagina   degli articoli ( quello del fatto quotidiano     che trovate  sotto   e quello    di Pontifex ma  arrivato a metà  era  nauseato e schifato per  tanto odio e   violenza  verbale  che non sono riuscito  a leggerlo tutto   per  chi ha  stomaco forte   lo trova  qui   . e  mi  viene  da  chiedermi  la  solita  domanda  di cui  , come   i miei 40 lettori (   cit Manzoniana  )  , conosco  la  risposta  ( ma  è  più forte di me  )  <<  ma  che  .....  di  cattolici  sono  >>

 A  voi ulteriori commenti  , ma  mi raccomando  nessun insulto  , bestemmie , ecc  , rispetto  perchè non tutti   i cattolici in questo caso sono cosi  ,  non  abbassiamoci  allivello degli idioti   di pontefix  o ( ma  non è questo  è  il caso )   di un altro gruppo di  cattolici  fanatici   fattisentire


da il fattoquotidiano CRONACA di Eleonora Bianchini | 12 febbraio 2012 



La morte di Whitney Houston “può anche essere letta come un ammonimento a scegliere vie meno storte”. A scriverlo è Pontifex, il “blog cattolico non secolarizzato” che in passato si era già espresso sul giovane operaio che aveva perso la vita mentre montava il palco di Jovanotti, giudicando il tragico evento “un segno della giustizia divina contro il libertinaggio sessuale”. Oggi il sito pubblica due post dedicati alla cantante, colpevole di avere da poco abbracciato la religione musulmana. Infatti scrive che la sua scomparsa “potrebbe essere letta come un bene, affinché chi frettolosamente e con inutile trionfalismo, voglia convertirsi all’Islam ci pensi sopra”. Non solo: “E’ anche un avvertimento a rendere le nostre vite più limpide e pulite. Prendiamo l’Aids: in tanti casi il contagio avviene senza colpa, ma in altri a seguito di abitudini sessuali perverse ed aberranti come la sodomia o la sessualità etero sregolata e senza decenza”.
Bruno Volpe, ideatore del blog, pur apprezzando il talento della Houston, condanna le sue abitudini, alla base del declino fisico e morale. “Se la mettiamo sul piano dei valori musicali puri – scrive-, si tratta di una grave perdita, ma proviamo a scavare nel profondo, senza con questo voler dare giudizi o esprimere condanne”. E poi attacca: “La defunta, certamente, non ha dato un esempio di vita cristallina, come spesso accade nel mondo dello spettacolo. Capricci, mode, ricerca di emozioni forti e paradisi artificiali senza esclusione di sorta”. Nel mirino finisce la sua “controversa conversione all’ Islam” annunciata “con tanto di orgoglio e proclama”. Una decisione personale che comporta delle conseguenze. Infatti Dio, come dimostrano l’Apocalisse e il libro di Giobbe castiga “per il bene e per la correzione” e permette il male “altrimenti non ci sarebbero i casi delle possessioni diaboliche, la morte, la malattia o la disgrazia”. Per questo la morte della cantante “é anche un avvertimento a rendere le nostre vite più limpide e pulite”. Proprio come l’Aids.
A dar man forte a Volpe anche un altro post firmato da Carlo Di Pietro, che insiste sugli stessi punti. “Preghiamo per questa grande artista, morta (come sembra) a causa di vizi diabolici e di animo fortemente turbato e vessato da tante tentazioni. Purtroppo il successo non è sinonimo di serenità e di felicità e, troppo spesso, si ricerca aiuto e conforto nelle persone sbagliate, in falsi credi e nell’artificialità distruttiva”. E si stupisce che la Houston avesse “ritrovato la serenità convertendosi all’Islam”. Una notizia diffusa a inizio febbraio ripresa “con molta risonanza sui siti islamici americani che, con grande esultanza, accoglievano una nuova star”. Il risultato? La sua morte. Ma è davvero da considerarsi un monito? ”Chi può dirlo – chiosa l’autore-. A noi non è dato conoscere certe dinamiche, anche se la vicenda e la triste coincidenza parlano chiaro”.
Volpe, convinto dell’ortodossia della sua interpretazione, non accetta che venga sminuita: “E non si dica che siamo medievalisti,- osserva- qui si esprimono esclusivamente opinioni che, per altro, sono in perfetta aderenza con la retta dottrina cattolica di sempre”. E se la Chiesa non fosse allineata su queste posizioni? “I religiosi che vi nascondono queste verità – conclude – o sono ignoranti o sono non cattolici, non vi sono altre spiegazioni”.


su  questo argomento potrebbe interessarti anche  questo articolo qui

se proprio devo festeggiare san valentino lo faccio cosi


Mi piace vedere la ricorrenza di San valentino alla maniera anglosassone perchè sono molto vicina al loro modo di considerare tale giorno, senza smielature o esagerazioni consumistiche.* *Un esempio di vero Valentine che mi è piaciuto tantissimo l'ho trovato * qui. Poichè mi é stato offerto, io l'ho accettato e lo propongo a voi con tutto l'affetto che sento per tutti voi miei cari amici. *E questo è dedicato esclusivamente a voi...


Forse è bello ricordare un po' la storia di questa bellissima ricorrenza* * * *Anticamente, **nei giorni di febbraio ..... continua qui sul blog della compagna di strada http://clereveries.blogspot.com/

uguaglianza nella diversità 2

"depurando"  tale  articolo  tratto   da  http://www.qelsi.it/ poco rispettoso   verso chi non crede  e  verso i laici


Per favore, niente benedizione cristiana a scuola. Siamo ottusamente ‘tolleranti’
Posted: 12 Feb 2012 07:20 AM PST
Sicuramente oggi avrete letto della notizia su Libero Quotiano. Sulla pagina di Qelsi è passata più volte e dunque — vincendo la tentazione di non leggerla, per non arrabbiarmi — alla fine ho aperto la pagina dell’articolo.
L’antefatto è presto detto (così vi evito di aprire subito l’articolo per capire esattamente di cosa si tratta). In una scuola milanese (in quel di Pisapia, dunque), il consiglio di istituto ha impedito la benedizione cristiana degli alunni. Il motivo? Ma è ovvio, è sempre quello: tolleranza, pari dignità fra tutte le religioni, e via dicendo. Secondo i maestri/professori della scuola, la benedizione cristiano/cattolica non s’ha da fare per non offendere gli alunni delle altre religioni, come se — badate — una benedizione possa davvero offendere qualcuno. Se un islamico mi benedice in nome di Allah, io non mi offendo di certo. E non credo affatto che gli islamici o gli ebrei o persino i buddisti possano o debbano offendersi se un prete cattolico benedice i loro figli in nome del Dio cristiano.
Ma nella scuola Erasmo da Rotterdam, a quanto pare, hanno un concetto tutto loro di tolleranza e di pari dignità fra tutte le religioni. Ed è il solito concetto trinaciruto secondo il quale per considerare pari tutte le religioni è necessario cancellare la propria identità culturale e religiosa, e anche gli usi e i costumi propri della società italica. La tendenza, dunque, è livellare; è annullare le differenze e rendere la società italiana insipida: né carne né pesce, ma un miscuglio etnico dal vago sapore new age dove ci sta tutto e il contrario di tutto. Un pastone sociale senza sapore.
Eppure non me la sento di incazzarmi del tutto con il consiglio di istituto. Per quanto il loro punto di vista sia assolutamente privo di pregio, ritengo che stiamo ricevendo — come italiani — quello che meritiamo. Abbiamo voluto un’uguaglianza che calpesti la nostra identità? Bene, e allora stiamo zitti. Abbiamo per anni (e tuttora continuiamo) a ridicolizzare, dileggiare e persino demolire la cristianità e i suoi valori morali ed etici? Bene, e allora stiamo zitti se qualcuno dichiara di voler togliere i crocifissi dalle aule. Del resto, chi mai vorrebbe un uomo morto in croce, offeso e sbeffeggiato, in un’aula scolastica o di tribunale? Nessuno. I cristiani vogliono un Dio e non uno sfigato crocifisso dai romani. E poi, i primi a non volere Cristo, sono proprio i cristiani stessi, spinti da un’errata interpretazione evangelica, secondo la quale il concetto di accoglienza cristiana importa e comporta l’annullamento della presenza della propria fede nella società! E poi ci sono gli ostili della cristianità, coloro che hanno un odio verso la religione stranamente a senso unico: contro la cristianità, guardandosi bene dall’offendere o criticare la presenza o le intemperanze delle altre religioni (e in particolare quella islamica).Non possiamo lamentarci dunque. Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato. Vogliamo e difendiamo l’immigrazione irregolare e selvaggia? E allora stiamo zitti. Abbiamo votato politici che difendono questo assurdo concetto di uguaglianza che non tiene conto nemmeno delle minime differenze identitarie di un popolo, come se queste differenze fossero non solo inutili, ma persino pericolose? Zitti e muti come pesci. Il risultato poi si vede: le altre religioni non dicono nulla, ma sotto i baffi sghignazzano di soddisfazione. I cristiani si stanno suicidando da soli. Demoliscono giorno dopo giorno la loro identità, la loro fede e la loro cultura. Dove non sono riusciti i mori, riescono i pronipoti arroganti e ottusi dei crociati.

  c'è  un fondo di verità    a  voi   vedere  qual'è  .  Ditemi qual'è   e  io vi dirò  la  mia 

12.2.12

le vere donne non si fanno la plastica e si deturpano con operazioni

Perché dovrei buttar via le mie rughe? Ho impiegato tanto per farmele, tutta una vita. (Jeanne Moreau)

Continua il mio viaggio  nel mondo femminile  di  cui c'è qualche accenno  sia  nel precedente  blog  ( vedere archivio ) sia in questo  attuale  ( eccone un esempio  mi scuso se non dovessero essere più attivi i  link , ma splinder  ha chiuso  e  vista la mole di lavoro  che abbiamo dovuto fare   per il trasferimento e la scarsa risposta   dei vecchi  compagni   di viaggio   , solo  40\50 su  un migliaio   tra  blog  e facebook  hanno risposto al  mio sos  prima della chiusura  di cdv e  riportato anche  su  blogger e su facebook  ) . 

Nel post  d'oggi  affronto  le gatte  morte  e le  donne  che  s'abbruttiscono  con silicone  e  plastiche  e  chirurgia  plastica inutile   . Molti mi diranno  : << ma  come da libertario  vuoi vietare     ciò che a te  non piace, ecc >> . Io  non sto vietando sto  criticando la  scelta   (  che poi rispetto   se  pur  non condivido  ) non i motivi  per cui  la  si fa' perchè  : <<  (....)  non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.  (  dalla  pagina di  wikipedia   citazioni   del  film radio freccia ) >>  e poi  che ne  sappiamo noi qual'è  il motivo   condivisibile  o meno   che ha portato una donna  a  siffatta scelta   ?  . IO  non sono contrario quando uno o una ha un problema o un disagio forte. Infatti la chirurgia plastica la ammetto solo in due casi:1. se il difetto fisico comporta problemi di salute 2. se il difetto fisico è talmente grande e aberrante da creare seri problemi psicologici.Ma queste eccessività le trovo oscene. E mi chiedo non tanto chi stia vicino a queste donne, ma con che coscienza un medico ti riduca così… ah si, basta pagare… alla faccia del giuramento… . 


Dopo  questo  chiarimento   veniamo al post

  Lo faccio    con questo notevole articolo \ post  di  una ragazza con i piedi per terra  e che  non ha mandato  in moda , ecc il cervello all'ammasso  \ in cassa integrazione  e  non  è http://www.dagospia.com/rubrica-5/cafonal.htm : << Dunque... sono una trentaduenne sensibile e di bella presenza che vorrebbe rinascere brutta e stronza per vivere meglio. Vi rimando alla sezione "Oui, c'est moi" in alto a sinistra per saperne di più. E visto che ci state, leggetevi anche gli altri link >> (  dalla presentazione del  suo blog  )  Ma  ora  bado alle ciance eccovi il post  tratto questo post  del suo   blog  http://www.lucyvansaint.com/

<<

(....)  cosa che mi ha perplessa sono le donne gatto. Stamattina accendo la tv mentre mi preparo per andare al lavoro e capito su un programma televisivo. Stava parlando una tipa, che non so neanche chi fosse, che aveva la faccia trasformata in quella di un felino.
I suoi lineamenti erano stati talmente trasformati dalla chirurgia plastica e dal botulino che il suo viso non sembrava piu’ quello di una donna, ma quello di Catwoman. La sua bocca era talmente gonfia che le labbra non si muovevano mentre parlava. Assurdo!
Ma secondo voi signore acconciate tipo queste che vi metto sotto a caso…



…pensano davvero di essere carine????
Io le trovo orribili e penso che qualunque uomo dotato anche solo di mezzo cervello proverebbe repulsione stando vicino ad una donna conciata così.
Ma perchè lo fanno? Per star bene con sé stesse? Con un’altra faccia???? Una faccia che non è la propria? Mah… io non lo capisco.  Per piacere di piu’ agli uomini? Di nuovo non capisco… agli uomini davvero piace avere vicino una donna talmente gonfia in faccia da non riuscire a muovere la bocca??? Per una questione di apparenza? Ancora non capisco. Per apparire belle bisogna per forza diventare di plastica? Guardate questo link per farvene un’idea: 




Mah… sono perplessa. Dove andremo a finire? 
>>

Federico Salvatore - Il Monumento




grazie a http://www.youtube.com/user/Ueshiba93 del video interessante e della triste canzone

dal blog IGNORANZA DI RITORNO: -LA SOLUZIONE DEGLI AIUTI UMANITARI, DAL PUNTO DI...

Non è mia intenzione disconoscere l'aiuto profuso da tante organizzazioni senza lucro, verso gli altri indigenti e di peggio, vorrei far riflettere la cosa dal punto di vista della questione OBOLO e annessi, vedi le chiese e affiliati. Molti pensano, sbagliando a mio avviso, che aiutare gli altri significhi dar loro ogni tanto qualcosa, certo è meritevole, però distoglie l'impegno degli altri per il continua qui sul blog http://ignoranzadiritorno.blogspot.com

credere o non credere ? e come credere





E' morta nel giorno dei Grammy, alla vigilia degli Oscar della Musica: Whitney Houston, 48 anni, una pioggia di statuette e una vita da diva che da anni era diventata un inferno, non ce l'ha fatta a spravvivere alla sua fama in declino. La Regina del Pop, la Voce, come era stata nominata. Ma non solo. Anche il Corpo della Musica, lo splendido corpo di "The Bodyguard", il film che ne ha incastonato la carriera prima che la depressione e la droga strangolassero la sua voce e la sua anima.di: la musica è passione

Questa   news  e la  discussione  che n'è seguita  su fb   vedere  sotto 
 

    • Giuseppe Scano pace all'anima sua
      circa un'ora fa · 
    • Cenza Chenzita Concu un'altra storia si ripete! :(
      circa un'ora fa · 
    • Cenza Chenzita Concu ‎...non entro mai nel merito di chi possa cadere in depressione, capita anche nelle migliori famiglie, non credo che si debba affermare che e chi possa meritare di vivere...c'è anche chi la vita se la toglie e dietro a tutto questo c'è "sempre" un motivo che a noi è sconosciuto....mai giudicare!
      54 minuti fa ·  ·  1
    • Gabriella Tola 
      Sono d'accordo con te Cenza, purtroppo anche chi ha tutto dalla vita, può avere qualcosa di importante che non può raggiungere. Il "tutto" è sempre relativo, e mentre c'è chi si accontenta di ciò che ha anche se non è molto, c'è chi non è m...Visualizza altro
      41 minuti fa ·  ·  2
   
mi  ha  fatto venire  alla mente  un ricordo   un litigio   tra amici e  amici d'amici   che viene riassunto   perchè la storia da raccontarvi è troppo lunga  ed in massima parte personale   con questo video   qua  



  
con questo  è tutto

le foibe una ferita ancora aperta

ECCO UNA RISPOSTA   A CHI MI DICE  LEGGENDO I MIEI POST  PRECEDENTI POST  SULL'ARGOMENTO  ( 1 2 ) CHE  SONO  PESSIMISTA   E DICO FESSERIE   . MA  ANCHE  A TUTTI\E  QUELLI CHE CREDEVANO  NEL DISCORSO DI NAPOLITANO  DI RIAPPACIFICAZIONE  E MEMORIA  CONDIVISA  SU TALI ARGOMENTI  


DA http://www.fascinazione.info/   di sabato 11 febbraio 2012


Tensioni e incidenti per la giornate delle foibe: da Massa a Parma, da Bologna a Milano

(umt) Diversi gli episodi di rilievo per il giorno del ricordo delle foibe ma, dopo gli scontri di ieri a Bergamo tra antifà e forze dell'ordine, i momenti di tensione più alta si sono registrati a  Massa con tafferugli tra Casa Pound e i militanti della sinistra antagonisti. Sono volati sassi e caschi ma nessuno è rimasto ferito
A interrompere il contatto diretto tra i due gruppi sono partite le cariche delle forze dell'ordine, fatti bersaglio anche di petardi. A scontrarsi un centinaio di esponenti dei Centri sociali e dei Carc, decisi a impedire a una settantina di militanti di CasaPound Italia di recarsi in piazza Garibaldi per il presidio-fiaccolata in ricordo dei martiri delle foibe, manifestazione regolarmente autorizzata. 
Gli antifascisti parmigiani hanno apertamente contestato e successivamente interrotto in Piazza Garibaldi il volantinaggio sulle foibe promosso dal “Movimento patria nostra”, gruppo federato a Forza nuova mentre nel corso della notte i compagni hanno rimosso in Via Tito uno striscione attaccato da Casapound. 
A Bologna mentre una decina di militanti di Forza nuova tenevano un gazebo a piazza Galvani, da piazza Maggiore un centinaio di militanti della gioventù comunista e dei centri sociali si sono mossi in corteo per cercare di raggiungere il presidio avversario ma le forze dell'ordine hanno bloccato i diversi possibili accessi e sono diventate bersaglio di un lancio di palle di neve. La manifestazione antagonista si è conclusa al Pratello senza ulteriori incidenti.
Ieri pomeriggio, infine, una decina di forzanovisti milanesi hanno fatto irruzione nei locali di Seicentro, una sede della zona 6 in via Savona, protestando contro la mostra   Fascismo,foibe,esodo" organizzata dalla "Fondazione Memoria della Deportazione" in ricordo della tragedia delle foibe istriane [ foto della  mostra dopo il  becero bliz  fascista   e neonazista  ]  . I militanti di Forza Nuova hanno tra l'altro modificato il titolo con uno spray, in modo che si leggesse "Antifascismo, foibe, esodo". A loro dire infatti la mostra è troppo di parte antifascista e hanno così motivato l'azione: "Abbiamo ricostruito la verità storica".