ora è sempre 25 aprile

Domani sarà il 64 anniversario dela liberazione . Molti vogliono farne una giornata condivisa come il 14 luglio in Francia . Ciò sarebeb bello è auspicabile , ma purtroppo è rimarra ancpora per un ble po' un utopia . Infatti gloi italiani non sono ancora pronti basta vedere le dichiarazioni di la Russa : << I partigiani meritano rispetto ma non di essere celebrati come portatori di libertà”. Questo perché volevano per l'Italia "un futuro stalinista" >> . o quelleI di Berluisquoni  nfatti Giorgio bocca dice sempre  su republica del 22\4\2009 : << SILVIO Berlusconi, accogliendo l' invito del segretario pd Franceschini, parteciperà per la prima volta al 25 aprile. È una decisione che va giudicata positivamente perché in essa oltre che a un diritto si riconosce il dovere del presidente del Consiglio di celebrare assiemea tutti gli italiani la festa della Liberazione e i valori della Resistenza, dell' antifascismo e della Costituzione. Ma quando aggiunge che lo farà perché di questa festa non se ne appropri soltanto la sinistra il premier rivela di essere ancora lontano da una autentica maturità democraticae storica. (…) >> lo stesso dice su la russa : << È difficile capire su cosa si basi l' affermazione di La Russa dato che il Partito comunista italiano che organizzòe diressei partigiani rossi, meglio noti come garibaldini, fece parte e parte decisiva dell' Assemblea costituente da cui è nata la Repubblica democratica. Che i comunisti italiani abbiano scelto la democrazia invece che la dittatura potrà sembrare ai loro avversari una scelta opportunistica, obbligata dai rapporti di forza in Europa e nel mondo ma si prenda atto anche da chi avrebbe preferito un esito diverso che essa ci fu e fu per i comunisti italiani vincolante. Gli storici non hanno ancora fornito la prova di chi fu la responsabilità di questa scelta: se fu decisa da Stalin o dalla Internazionale comunista di cui l' italiano Palmiro Togliatti era un autorevole dirigente, ma l' accettazione da parte comunista della divisione del mondo in due sfere di influenza fu un dato di fatto accettato sin dagli anni della guerra di Spagna, riconfermato nell' incontro fra i vincitori della guerra contro la Germania nazista e rispettato anche dopo l' invasione sovietica dell' Ungheria. Fosse interprete del pensiero politico di Stalin o convinto della necessità di convivere con le grandi democrazie occidentali Togliatti, arrivato in Spagna durante la guerra civile, dettò i tredici punti di una costituzione che sarebbe entrata in vigore a guerra finita di chiara impostazione democratica: autonomie regionali, rispetto della proprietà e della iniziativa privata e dei diritti civili, libertà di coscienza e di fede religiosa, assistenza alla piccola proprietà, riforma agraria per la creazione di una democrazia rurale, rispetto delle proprietà straniere non compromesse con il nazismo, ingresso della Spagna nella Società delle nazioni. >> Infatti fu per il pc se rimasero in vigore , art 8 dela costituzione italiana , i “ famigerati “ patti lateranensi del 1929 . Naturalmente già allora ma ancora oggi << gli avversari dei comunisti dissero che era una scelta tattica in attesa della rivoluzione, ma una scelta vincolante come si dimostrò in Grecia quando i partigiani rossi di Markos e il loro tentativo di impadronirsi del potere furono abbandonati alla più dura sconfitta. Che la scelta democratica fosse valida nella Repubblica fu chiaro quando tutte le fiammate rivoluzionarie della base comunista, dall' occupazione della prefettura di Milano a quella del monte Amiata dopo l' attentato a Togliatti, furono spente dalla polizia diretta da Scelba senza reazione del partito. Possiamo dire che le affermazioni di La Russa sull' inaffidabilità democratica dei partigiani rossi sono un processo alle intenzioni smentito dal rispetto alla Costituzione dei comunisti italiani, che al contrario dei neofascisti alla Borghese o delle trame nere, non hanno mai progettato colpi di Stato e si sono schierati con decisione contro il terrorismo delle Br. Ma c' è un' altra ragione, anche essa storica, per dissentire dalla dichiarazione di La Russa ed è quella di considerare il movimento partigiano garibaldino come un tutt' uno con il partito comunista e il partito comunista come la stessa cosa di una dittatura stalinista. Procedere per generalizzazioni arbitrarie è un cattivo modo di fare la storia e anche la politica. >> infatti , qui Bocca di cui no sempre condivido le sue ideee , ha ragione dato che le formazioni Garibaldine furono formate anche da socialisti ed esternamente vi collaborarono anche gli anarchici .. E poi sepre B : << Chi ha conosciuto il movimento partigiano nella sua improvvisazione e varietà estrema sa bene che diventare un partigiano rosso non era sempre una scelta politica, ideologica, che si andava nelle brigate Garibaldi per molte ragioni non politiche, perché erano fra le prime formatesi o le più vicine, le prime che si incontravano fuggendo dalle città occupate dai nazifascisti magari per raggiungere dei conoscenti, degli amici. Si pensi solo al comando garibaldino piemontese, che si forma in valle Po con gli ufficiali di cavalleria della scuola di Pinerolo che seguono Napoleone Colajanni, nome partigiano Barbato, perché loro amico non perché comunista, o gli altri che in Val Sesia vanno con Cino Moscatelli perché è uno della valle come loro non perchéè comunista. Così come noi delle bande di Giustizia e Libertà nel Cuneese che non avevamo mai sentito parlare del partito di azione e del suo riformismo liberal-socialista, ma che eravamo compagni di alpinismo di Duccio Galimberti o Detto Dalmastro. Nella guerra partigiana prima veniva la sopravvivenza, la ricerca delle armi e del cibo, poi sul finire arrivò anche la politica, ma le ragioni di lealtà e di amicizia restarono dominanti per cui egregio ministro La Russa mi creda ma per uno che è stato partigiano le differenze di cui parla non ci sono state. Per venti mesi, per tutti, la ragione di combattere era la libertà. >>






da il documentatrio materiale resistente di Guido Chiesa per i 50 della liberazione




dal concerto per Beppe Fenoglio


Ora dico io benvengano quelli di destra ( ovviamente antifascista ) perchè nella resistenza ci furono anche loro che vogliono festeggiare la resistenza senza distinguo , ma come valore alla Resistenza senza se e senza ma come atto straordinario contro il fascismo". . Se proprio volete un 25 aprile di tutti finitela di dire boiate storiche , non mettete e non decontestualizzate la violenza ( anche sommaria ) dei partigiani durante e post la guerra con quella fascista e repubblichina . Solo allora finira questa linea gotica






con questo a tutto alla prossima  trovate  sotto alcuni  approfondimenti  . per  chi non sa   , non ricorda  o  ha  dimenticato da dove siamo nati e dove andiamo soprattutto 








i miei video



http://www.youtube.com/profile?user=redbeppe&view=playlists


suddivisi  in





e  per   finire 


http://it.wikipedia.org/wiki/Resistenza_italiana con tutti i libri , film , e url e voci colegate



Commenti

ultimoappello ha detto…
Assolutamente d'accordo su tutto.

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