22.4.09

Riflessi

Le abbiamo vissute, o soltanto attraversate. E già le rimpiangiamo. Le lunghe, liquide marine delle primavere mediterranee ci accarezzano spavalde e assonnate, percorrenti come rivoli, sfumate come orizzonti. E i lidi assorbono una mestizia d'attesa, solcati da sbiaditi giochi infantili. Qua e là s'arresta un pino, assorto per un sentiero diruto, contro muri non ancora roventi.

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L'avvocato è astigiano. Verosimilmente, compose Una giornata al mare appoggiato ai parapetti della riviera ligure, ma le atmosfere da lui descritte mi evocano piuttosto pallori adriatici. O, ancora, le sagome dolcemente sgraziate di zerbinotti romani. Un sole scucito nella rena, fuliggine e speranza, caracollanti felicità d'un'Italia speranzosa e negletta.


Poi, come in un passo di danza, tutto si perde nel cielo lontano.

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