Gli scolaretti di Cesare

Con la sua lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica riguardo alla remissione della scomunica dei ai lefebvriani datata 12 marzo 2009, il papa ha voluto dare una strigliata a quelli che nei toni e probabilmente nelle sue più intime convinzioni dovrebbero essere degli scolaretti ubbidienti senza la possibilità di dibattito proficuo. Pare evidente, piuttosto, che la revoca della scomunica avvenuta qualche giorno prima dell'anniversario del Concilio Vaticano II e qualche giorno prima della Giornata della Memoria sia materia di colpa grave, giacché ne sussistono tutte e tre le condizioni: materia grave, piena consapevolezza, deliberato consenso. Che il papa non fosse a conoscenza delle posizioni notoriamente negazioniste e anticonciliari del lefevbriani è una storiella cui nessuno crede. Don Pierpaolo Petrucci, Priore del Priorato di Rimini della Fraternità di San Pio X così affermava nel Messaggero del 29 gennaio scorso: «La scomunica ci è stata tolta senza che a noi fosse stata posta alcuna condizione, si è trattato di un atto unilaterale del Papa», e ancora: «Il fatto che prima eravamo considerati scismatici e successivamente questo scisma è stato revocato senza che ci fosse chiesta alcuna condizione - afferma il sacerdote della Fraternità - costituisce un riconoscimento implicito» delle nostre idee dopo «che siamo stati messi all'indice ingiustamente».

Il coordinatore federale di "Padania Cristiana" nello stesso articolo affermava: «Il fine di tutto ciò [la strumentalizzazione delle parole di don Floriano Abrahamowicz sulle camere a gas], oltre a quello di screditare la Chiesa cattolica e la fraternità - prosegue Castagna - è quello di non parlare della questione fondamentale: l'assoluta necessità di giungere a una vera restaurazione della Fede nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, abrogando il nefasto Concilio Vaticano II». Il "nefasto Concilio Vaticano II"... A quest'indirizzo http://www.tradizione.biz/forum/viewtopic.php?t=12053&sid=f0a76a24cbd8ccf8cee5c97d2fa9a4b5 si può leggere chiaramente il pensiero di Castagna su chi è di religione ebraica: "... crescente sviluppo di una pericolosa cultura islamica favorita dai comportamenti ambigui, tanto per essere buoni, del card. Tettamanzi rovescio della stessa moneta che ha sul fronte il viso di quelli che definiscono i giudei fratelli maggiori...". I "giudei fratelli maggiori": non era stato Giovanni Paolo II a definire così chi è di religione ebraica (pare che calpestare i papi precedenti sia una moda)? "Tradizione, Cattolicesimo e Politica": così recita il titolo del sito di Castagna.

Del resto, il 31 marzo scorso l'Osservatore Romano non aveva forse scritto che il PDL rappresenta il partito “maggiormente in grado di esprimere i valori comuni italiani, tra i quali quelli cattolici sono una parte non secondaria”? Si sa che è tradizione vaticana dire e non dire. Ma sappiano bene cosa ha voluto dire. L'alleanza potere-chiesa è sempre stata il preludio dei regimi totalitari.

"Date a Cesare quello che è di Cesare, a dio quello che è di Dio": Dio si deve essere nascosto tra le pieghe del mantello papale damascato d'oro.
Cordialmente

Andrea F

P.S.: Nella lettera, il papa dice che "La prima priorità per il Successore di Pietro è stata fissata dal Signore nel Cenacolo in modo inequivocabile: "Tu … conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32)"; peccato che abbia tralasciato ciò che sta al posto dei puntini di sospensione: "... una volta ravveduto...".

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