DI COSA STIAMO PARLANDO
"Lei non è più idonea", le hanno fatto sapere. “Uso il bastone per deambulare, però ho sempre svolto il mio lavoro, con le agevolazioni della legge 104, senza arrecare pregiudizio alcuno alla qualità dell’insegnamento e senza far mai far mancare nulla ai miei alunni”. Tante le prese di posizione a suo favore sui social
Un racconto di impegno e sacrifici
Il suo è un racconto di impegno e sacrifici. Di determinazione indirizzata a fare in ogni modo il lavoro che la appassiona. Dopo aver insegnato in varie scuole della zona, passando per incarichi in istituti paritari e a tempo determinato, è arrivata infine a insegnare nel suo paese, nel Cagliaritano. E quanto ha lottato per entrare in ruolo nella scuola pubblica."Ho lavorato nell'infanzia paritaria di Sestu per 9 anni da dove mi portavo pure i bambini a casa, talmente li sentivo miei. - ricorda - Due in quella paritaria di Serramanna. Poi ho iniziato il percorso nella primaria, amando sempre il mio lavoro, anche se la patologia ha cominciato a farsi sentire. Nonostante ciò, non mi ha certo spaventata la nuova sfida. I bambini sono la ricchezza ed il futuro per cui io lavoro, dovessi anche finire in sedia a rotelle. La mia esperienza e il mio essere insegnante con disabilità è un valore aggiunto per i piccoli". “Il mio stato di salute non è un mistero – spiega maestra Manu – usavo il bastone ed ora il deambulatore per muovermi. Però ho sempre svolto il mio lavoro, con le agevolazioni di orario previste dalla legge 104 per i disabili, senza arrecare pregiudizio alcuno alla qualità dell’insegnamento e senza far mai far mancare nulla ai miei alunni”.Eppure ora Emanuela è stata dichiarata inidonea a svolgere l’insegnamento. Tuttavia potrebbe essere ritenuta capace di fare altro, per esempio svolgere compiti burocratici nella scuola, affiancare altri insegnanti o lavorare in biblioteca. Questo ha potuto capire. Idonea cioè a collaborare con altri, a lottare con montagne di scartoffie ma non ad insegnare. Questo no. “Molte di quelle cose, come la realizzazione di progetti, posso farle anche come maestra”, ha risposto semplicemente Manu.
"La cosa peggiore che possono farmi"
“Mi vogliono cambiare contratto: la cosa peggiore che possono farmi – afferma con palese tristezza nel cuore –non posso accettarlo, farò ricorso e mi sono già rivolta al sindacato”.Lo dice con la mente rivolta a quel foglio che suona come una condanna ingiusta. Quel pezzo di carta scotta. Rappresenta una fiamma che arde nel cuore e alimenta la delusione. Quel Verbale della commissione di verifica è “la cosa peggiore che mi sia mai capitata”.Ma cosa è cambiato per lei fisicamente perché si possa dire che non può più insegnare? Per ora una risposta ufficiale non c'è. Nessun chiarimento preciso dalla direzione scolastica.“Ostacoli rispetto a prima che mi impediscono di continuare a svolgere l'insegnamento? Forse un eccesso di paura dei miei dirigenti per la sicurezza dei bambini. Non so però di preciso cosa abbiano scritto nel verbale inviato alla commissione di verifica. Mi hanno chiesto un certificato ed io, in buona fede, me lo sono fatto rilasciare dal mio medico di famiglia e l'ho fornito. Non so quali considerazioni abbia scatenato. In ogni caso avere una disabilità non può essere considerata una colpa e per questo non mi capacito della decisione”.Tante prese di posizione a suo favore La vicenda di Emanuela è stata ripresa dai giornali locali, e in sua difesa si stanno muovendo in molti. Una consigliera regionale vuole vederci chiaro e lo stesso Sindaco di Nuraminis si è interessato della questione. Le famiglie degli scolari hanno manifestato solidarietà alla maestra. Tante le prese di posizione a suo favore sui social.Emanuela, dal canto suo, si augura di “essere reinserita al più presto nel suo ruolo di insegnante”. Auspico “sia rispettata la mia appartenenza alle categorie protette e i miei conseguenti diritti. Vorrei infine che non ci fossero altri insegnanti con problemi simili ai miei costretti a passare quello che sto passando io”, afferma.I miei alunni ogni giorno mi aspettano in classe e sono disorientati. Soprattutto questo mi lascia affranta”. E loro, i bambini - gli esseri più spontanei e sinceri del mondo - sono anche andati più volte a casa della maestra. Le hanno chiesto soprattutto una cosa: “Maestra Manu, ma quando torni?”.
un insegnante viene messa in "malattia d'ufficio" contro la sua volontà, perché a quanto pare, con lei, i suoi adorati bambini non sono al sicuro, data la sua difficoltà a camminare, causa sclerosi multipla.
Sclerosi multipla e inclusione, in alto Emanuela |
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