6.11.22

[ AGGIORNAMENTO ] Ha la sclerosi multipla maestra Manu resta a casa Il caso di una docente di Nuraminis ritenuta non idonea all’insegnamento «Dicono che con me i bambini non sono al sicuro. È falso, io non mollo»


 ne  avevo già parlato nel  recedente  post   : <<  Via dall'insegnamento, ha la sclerosi multipla: “Non è giusto". Gli scolari: “Maestra Manu quando torni?” >>

da la  nuova  sardegna  

Alla commissione è bastata mezzora per emettere il verdetto: maestra Manu non è più idonea per fare l’insegnante, perché i suoi alunni con lei potrebbero non essere al sicuro. Maestra Manu ha 54 anni e la sclerosi multipla da quando ne aveva 27 e già lavorava nella scuola. Precaria a lungo, entrata di ruolo da alcuni anni con le categorie protette, sino a metà ottobre era in servizio nella Primaria di Nuraminis, che fa parte dell’istituto comprensivo di Villasor. Emanuela Cappai, maestra di scienze, matematica storia e geografia, è stata messa in malattia d’ufficio, perché non ha accettato il cambiamento di
mansione che le è stato proposto: non più insegnante ma bibliotecaria, perché secondo la commissione non può più gestire i bambini perché ha difficoltà a camminare. Quegli stessi bambini di quinta
elementare che vanno in processione a casa sua, spesso accompagnati dai genitori, per chiederle quando tornerà da loro. E che un paio di settimane fa, insieme ad altri scolari, si sono dati appuntamento al parco armati di striscioni e cartelloni: ridateci la nostra maestra. «Mi fanno commuovere – dice Emanuela –. I miei bambini, perché io li chiamo così, più di molti adulti hanno capito di trovarsi di fronte a una ingiustizia, a una discriminazione. E io non mi arrendo, per me e per loro». Non idonea L’anno scolastico era già iniziato quando il dirigente scolastico ha comunicato a maestra Manu che una commissione di verifica, composta da medici e da un rappresentante del Ministero dell’istruzione, avrebbe accertato la sua idoneità all’insegnamento. È una visita inattesa, che comunque Emanuela Cappai affronta serenamente. «Non mi aspettavo che andasse a finire in questo modo. Ho scoperto che avere una disabilità, oltre che una sfortuna, è anche una colpa. Quando sono uscita da quella stanza conoscevo già il responso, due giorni dopo mi è stato comunicato ufficialmente dalla scuola. Il dirigente mi ha proposto un altro incarico che prevede anche un cambio di contratto. Dovrei mettere nero su bianco che rinuncio alla docenza. Ho detto no e da allora sono a casa in attesa, è iniziata un’altra battaglia che non pensavo di dover combattere». Il ricorso Venerdì mattina maestra Manu ha depositato il ricorso contro la decisione della commissione. «Mi sono rivolta all’Aism, l’Associazione sclerosi multipla. Mi assistono due avvocate. Nel ricorso chiedo di essere vista in seconda istanza da un’altra commissione, composta da medici, a Roma. Punto a essere reintegrata nel mio ruolo. Io sono un’insegnante, questo è il mio lavoro e lo faccio con passione da anni. E sono certa di poterlo fare ancora, perché la mia malattia non rappresenta un ostacolo. È inaccettabile e fa molto male sentirsi dire che con me i bambini potrebbero essere in pericolo, perché non è mai stato così. È vero, sono lenta nei movimenti, utilizzo il bastone e da un paio di anni mi sposto con il deambulatore. Ma la mia voce è forte e chiara e soprattutto non sono sola: un insegnante non è mai da solo, ci sono i colleghi, ci sono i bidelli, siamo una comunità educante che collabora. Un insegnante non vive dentro una bolla, all’interno della sua aula. È triste che qualcuno ragioni così ed è profondamente ingiusto che questo accada nel mondo della scuola, che dovrebbe essere il tempio dell’inclusione. Gli alunni con disabilità hanno l’insegnante di sostegno, il diritto allo studio viene garantito. Invece per via della malattia io vengo demansionata e privata della mia identità, dopo avere dedicato la vita alla scuola. In questi giorni ho scoperto che tanti altri prima di me sono stati discriminati, esistono gruppi, coordinamenti di docenti “non idonei” che lottano per affermare i propri diritti. Mi sembra di vivere in un mondo alla rovescia». La solidarietà Maestra Manu non è rimasta in silenzio. Chi la conosce e sa con quale piglio ha affrontato la malattia, non si è stupito. Ha scritto un post su Facebook per spiegare agli alunni le ragioni della sua momentanea assenza e in un attimo la storia ha avuto centinaia di condivisioni. I bambini e le famiglie hanno iniziato la loro protesta e sono intenzionati ad andare avanti sino a quando Emanuela Cappai non tornerà in aula: la vicenda viaggia sui social, qualche giorno fa è approdata anche in tv alle Iene, tante associazioni hanno preso posizione, chi come Emanuela convive con la sclerosi multipla – patologia che in Sardegna ha un’incidenza doppia rispetto alla media nazionale – urla allo scandalo. Come Stefania Calvisi, nuorese di 46 anni, che ha scoperto di avere la sclerosi a 18. Lei ha un blog dal titolo “Non sclero... sorrido e vivo” dove racconta come si fa a convivere con una malattia neurodegenerativa «che si impadronisce del tuo corpo come se fosse il suo», senza mai mollare. Anzi alzando la voce per affermare i diritti dei malati, alle cure ma anche al rispetto. Stefania ed Emanuela sono diventate amiche, la battaglia di una è diventata anche dell’altra: «E la vinceremo, perché i bambini aspettano e non è giusto deluderli». Ha la sclerosi multipla maestra Manu resta a casa Il caso di una docente di Nuraminis ritenuta non idonea all’insegnamento «Dicono che con me i bambini non sono al sicuro. È falso, io non mollo»





La scuola dovrebbe includere non escludere e discriminare. Una legge quella sull' Inidoneità fisica al servizio secondo l’art. 55 octies del d.lgs. n. 165/2001. chi avendo una patologia importante è in grado di assolvere il proprio lavoro egregiamente seppur limitato nei movimenti . È molto grave un atteggiamento del genere da parte di una scuola che si mostra completamente ignorante e pericolosa oltre che discriminatoria . Oggi è un insegnante con sm,domani potrà essere un insegnante diabetico e via dicendo.  << Non avrei mai pensato che avere una disabilità potesse essere una colpa Alla faccia di tutti i bei discorsi sull’inclusione >>( la stessa protagonista  della vicenda ) 
Decisione assurda...sono basito, e pensare che siamo nel nostro terzo millennio esistenziale.
La caccia alle streghe del medioevo, quando bastava un niente, e la Santa Inquisizione era pronta mettere al rogo chiunque ... o  a  emarginare    e mettere  ai margini gli invalidi  o chi ha  un  handicap . Puyr  non esendo avvocato    posso dire  che  sicuramente, per quanto ne so io non ci può essere un demansionamento di livello o retributivo. Dal punto di vista della civiltà, l'ennesimo fallimento  ed  l'ennessima storia  di  emarginazione  e discriminazione    di chi soffre  di  una gravissima   malattia    che 




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