È passata ed ancora sto resistendo una settimana dall'inizio dei mondiali ed ancora non ho seguito nessuna partita nonostante sia convalescente per via dell'herpes e quindi sia sempre al pc o con la tv accesa . Ma da quello che leggo da più parti , soprattutto repubblica d'oggi ( ne trovate l'articolo sotto ) e da quel che ricordo della storia del calcio , è mancato un vero gesto ( quelli avvenuti sono solo poco incisivi , a senso unico , al limite del conformismo e del politicamente corretto ) almeno per ora . Infatti ancora non si è visto un gesto coraggioso che so un coming out di un giocatore un bacio omo da parte del pubblico in diretta o censurato per fifa dalle telecamere della FIFA .
da repubblica d'oggi
La partita più triste di
sempre fu anche la più breve, quindici secondi tra il fischio di apertura e
il triplice finale. Si disputò il 21 novembre 1973, Estadio Nacional di
Santiago, fra Cile e Urss. In palio la
qualificazione al Mondiale 1974, andata a Mosca 0 a 0. I sovietici si rifiutarono di disputare il ritorno nello
stadio dove erano stati incarcerati i
militanti fedeli al presidente socialista Allende, caduto nel golpe del generale Pinochet. La Fifa, ricorda Gregorio Mena Barrales, uno dei detenuti, finse di non vedere i 7 mila prigionieri e diede l’ok al match. L’Urss
non si presentò, il capitano del Cile
“Chamaco” Valdés Muñoz segnò a
porta vuota, 15 mila spettatori applaudirono grotteschi. L’Urss però,
nota Heather Dichter, curatrice del
monumentale saggio Soccer Diplomacy: International Relations and
Football since 1914 (University Press
of Kentucky), pur eliminata, vinse il
dribbling politico e accusò il presidente Nixon e il diplomatico Kissinger di sponsorizzare i dittatori.
Quando, dunque, alla partita d’apertura in Qatar, l’emiro Tamim bin
Hamad al-Thani ha accolto in tribuna il principe saudita Mohammad
bin Salman la diplomazia del pallone
esercitava, in diretta tv, solo un nuovo capitolo della saga nata oltre un
secolo fa. I pessimi rapporti Doha-Riad facevano temere, dal 2017,
lampi di guerra panaraba sul Golfo
(il Qatar ospita il comando Usa Centcom, Medio Oriente e Asia centromeridionale), tutto raffreddato invece,
nell’aria condizionata dello stadio al
Bayt, un prato nel deserto.
Ora che il Qatar è eliminato, i tifosi
locali terranno per i sauditi? Secondo l’enfatica rete tv di casa Al Jazeera sì, anzi l’intera comunità islamica
si mobiliterà «dai caffè curdi di Erbil,
ai pub di Istanbul, agli stadi di Gaza».
In realtà, se i tifosi del Qatar sembrano freddi, la torcida verrà da lontano: all’Inter Club di Lakkidi, stato indiano di Kerala, le chat chiamano gli
amici residenti a Doha perché vadano allo stadio con le bandiere saudite. Qualcosa del genere si è visto dopo la vittoria dell’Arabia sull’Argentina: i colori dei due Paesi uniti in una
festa inattesa.
Le presenze del Segretario di Stato to Blinken, degli uomini forti di Egitto e Turchia, al Sisi ed Erdogan, del
presidente algerino Tebboune, hanno lanciato il summit del pallone
che, con le proteste di Iran e Germania, svuota l’invito del presidente Macron: “Non politicizziamo lo sport!”.
In realtà, a inventare il cocktail
Sport-Politica-Diplomazia, dosi uguali e shakerare, son stati proprio i francesi, dalle Olimpiadi di De Coubertin
ai club di calcio che, dopo la Grande
Guerra, girarono l’Europa in tour di
propaganda del governo parigino.
I sauditi sognano ora il Mondiale
2030, magari in team con Grecia e
Egitto, e la carismatica principessa
Haifa al Saud, discendente per via paterna della dinastia Abdulaziz bin
Abdul Rahman Al Saud, ha invitato
per un giro del Paese un imbarazzato Messi, ennesimo sponsor per il cartello monstre sport-turismo-economia da lanciare via calcio-golf-Formula 1 (Tiger Woods avrebbe detto
no a centinaia di milioni). E CR7 ha ricevuto un’offerta per giocare nel
Newcastle arabo.
I casi di studio son tanti, il Caudillo spagnolo Francisco Franco, reietto dopo la guerra civile 1936, usò i cinque trionfi in Coppa Campioni del
Real, 1955-60, per riguadagnare prestigio all’estero. «Noi antifranchisti —
ricordava lo scrittore spagnolo Jorge
Semprun — ci infiltravamo da Parigi,
nei caffè di Madrid la polizia ci chiedeva il risultato del Real, scena muta
e dritti in galera…».
Nel 1955, piena Guerra Fredda,
quando la popolazione islandese
contesta la base aerea USA di Keflavik, il presidente Eisenhower invia la
Nazionale americana in amichevole
a Reykjavík, e tutto si aggiusta. La
Calcio-Diplomazia ha però una condizione indispensabile, conclude lo
storico Peter Beck, «che le squadre
facciano buon risultato, Esempio
classico la Germania Ovest 1954, che
batte la mitica Ungheria 3-2». Contestatissima, in odore di doping, la
squadra intera finisce in ospedale,
per “itterizia” si disse allora. La Germania ritornò nella diplomazia globale e il geniale regista Fassbinder
usò la concitata radiocronaca nel
film Il Matrimonio di Maria Braun,
usando quei gol per datare la vera fine della guerra a Berlino.
Gianni Riotta
Infatti l'articolo di Riotta trova conferma oltre che negli eventi da lui citati dal fatto che la Coppa del mondo non è soltanto una manifestazione sportiva, ma è anche un evento con importanti condizionamenti e riflessi politici e diplomatici. Infatti Celebri sono le strumentalizzazioni propagandistiche delle vittorie mondiali della nazionale italiana negli anni Trenta e argentina nel 1978 effettuate da dittatori come Mussolini e Videla. Altri episodi, come i festeggiamenti in Iran per la qualificazione ai Mondiali del 1998, che portarono migliaia di donne a scendere in piazza violando convenzioni e divieti, o l’appello effettuato da Didier Drogba a deporre le armi e organizzare libere elezioni in una Costa d’Avorio lacerata dalla guerra civile, in occasione della qualificazione della propria nazionale a Germania 2006, Questi ed altri fatti sono riportati dal volume LA DIPLOMAZIA DEL PALLONE Storia politica dei Mondiali di calcio (1930-2022) di Riccardo Brizzi- Nicola Sbetti in cui si ripercorre la storia della Coppa del mondo di calcio, dalla prima edizione del 1930 in Uruguay sino a Qatar 2022, mostrando come questa manifestazione sportiva abbia acquisito un crescente protagonismo sul terreno mediale, economico e soprattutto politico, che l’ha trasformata in un vero e proprio mega-evento globale.
Un libro che credo che regalerò per natale all'amico con cui ho intavolato quel breve discorso riportato su queste pagine nel post precedente
Un libro che credo che regalerò per natale all'amico con cui ho intavolato quel breve discorso riportato su queste pagine nel post precedente
E anche oggi il mio dovere l'ho fatto
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