2.11.10

Davide contro golia . Il Cagliaritano Filippo Candido contro i grandi del poker ce la farà ?

 dall'unione sarda del 31\10\2010 
Alla conquista del mondo Il  Cagliaritano Filippo Candido
sfida i re del poke

Da qualche anno è entrato nell'élite dei giocatori professionisti del poker, ma ora il cagliaritano Filippo Candio (26 anni foto  sotto ) 
gioca la sfida più importante. Sabato parteciperà al November nine di Las Vegas.
«Sono un ragazzo di 26 anni. Mi piace ballare, mi piace andare in discoteca, mi piace conoscere gente». Non vuole sentirsi troppo diverso dai suoi coetanei, ma Filippo Candio, cagliaritano, sta per entrare nell'olimpo dei giocatori professionisti di poker: per la prima volta un italiano, parteciperà ai november nine, il prestigioso tavolo con nove giocatori che sabato prossimo si contenderanno il titolo di campione del mondo di poker. Il primo premio è da brividi, con quasi 9 milioni di dollari al tavolo finale delle World Series of Poker a Las Vegas. Anche l'ultimo posto non sarebbe certo da buttar via, visto che assicurerà un premio di oltre 800mila dollari.
ALLA TV PokerItalia24, il primo canale tv italiano dedicato interamente al poker sportivo (in onda in chiaro sul digitale terrestre e sul canale 222 di Sky) ha realizzato un'intervista esclusiva con Filippo Candio che andrà in onda in prima visione in due puntate. La prima è oggi alle 19, la seconda domani alla stessa ora. L'intervista conterrà il racconto delle imprese pokeristiche di Filippo Candio e delle sue esperienze personali: le origini, gli amici, l'amore e la passione per la sua Sardegna, le difficoltà incontrate nella carriera di giocatore professionista, il sostegno della famiglia. Un viaggio attraverso il personaggio che sta diventando uno dei protagonisti assoluti del gioco che appassiona milioni di italiani su internet, nei grandi tornei live e anche davanti al televisore.
L'AMORE PER LA SARDEGNA «Quando nasci in un posto - racconta Filippo - è inutile cercare la felicità altrove, sarebbe come scappare da se stessi. A Cagliari sono cresciuto, questo posto è importante per me. Mi dà la forza di andare avanti nelle mie scelte. Mi ricorda che, se tutto dovesse andare male, c'è sempre un posto dove la gente mi vuole bene e da cui ricominciare da capo». La dichiarazione d'amore di Candio per la Sardegna viene ripetuta spesso durante l'intervista: «Amo questa città, ha un centro storico fantastico, il mare, il colle. Poi ci sono le coste come Villasimius, Santa Margherita, Chia Laguna e tante altre. Anche la Costa Smeralda è uno dei posti più belli del mondo. Secondo me potrebbe essere fonte di buona economia per la Sardegna se ci fosse la possibilità per i sardi di fare cose anche lì». Fuori dal giro turistico più evoluto, «la zona dell'Ogliastra è stupenda, ma anche l'entroterra». Il Nuorese e l'Oristanese sono zone fantastiche dove si mangia benissimo». Questo «è il posto più bello del mondo per vivere ma non per lavorare», sottolinea Candio. «Viaggiando tanto grazie al poker, mi sono reso conto che è possibile tutelare l'ambiente e nello stesso tempo migliorare tecnologicamente un luogo. Esistono sistemi per conciliare il progresso e la creazione di nuove strutture e contemporaneamente salvaguardare l'ambiente».
IL GRANDE APPUNTAMENTO Filippo Candio è già concentrato sul suo grande appuntamento del 6 novembre, e racconta anche la situazione del poker nel nostro Paese. «Il poker in Italia - racconta - è stato sottoposto a molte limitazioni. Al contrario di giochi come il Bingo o il Gratta e Vinci, che possono ugualmente generare la dipendenza dal gioco. Solo che il poker, a differenza degli altri, è un gioco di abilità, in cui si può migliorare, mentre nel Bingo conta solo la fortuna».
LA MARCIA VERSO LAS VEGAS Non manca il racconto delle emozioni più grandi del torneo tenutosi a luglio che ha portato Candio a questo grande traguardo: lo studio del poker sui forum, sui libri di poker, ma anche quelli di matematica. E poi le mani giocate contro avversari fortissimi come Michael Mizrachi e Greg Duhamel, con il segreto della mano decisiva con 5 e 7, e tutto quello che c'è dietro un torneo di poker. Anche il calcolo delle probabilità, la differenza tra ogni tipo di giocata, le differenze tra il gioco online e il poker live, le differenze tra i tornei e il gioco cash, per arrivare ai rapporti che si instaurano tra i giocatori: «Io e Duhamel abbiamo fatto una scommessa. Se avessimo raggiunto entrambi il final table, ci saremmo scontrati in un match di lotta libera in dodici riprese. Abbiamo realizzato lo scontro in una stanza dell'Hotel. L'Italia ha vinto 12 a 0!».
I GIORNI DIFFICILI Nell'intervista tanti momenti divertenti. Filippo ricorda di quando faceva il cantante in una piccola band con gli amici ma ricorda anche le difficoltà, come l'estromissione dal team pro di PokerStars.it per un incidente di percorso legato all'utilizzo dell'account. «Mi hanno sospeso l'account di gioco, mi hanno detto che la mia carriera era finita. Per un attimo ci ho anche creduto, ma il giorno dopo ho affittato una macchina e ho fatto il giro di tutti i casinò d'Italia per giocare a Poker. È stato il momento più difficile della mia carriera. Poi sono arrivate le Wsop e direi che mi sono ripreso bene».
LA FAMIGLIA E GLI AMICI Filippo parla anche degli amici e soprattutto della famiglia. «I miei genitori, mio padre Roberto, mia madre Maria, ma anche mia sorella Marta mi hanno sempre appoggiato in tutto, È stata la mia più grande fortuna, hanno visto che il poker poteva essere seriamente un lavoro. E mi hanno sempre sostenuto».
LA GRANDE SFIDA Come arriverà Filippo Candio al tanto sospirato tavolo finale? «Sarò concentrato e rilassato. Le mosse possibili sono poche e vanno studiate bene. Con i soldi che vincerò non cambierò la mia vita. Già guadagno bene con il poker, forse cercherò più stabilità, cercando di giocare più online e rimanere di più a casa e magari sistemarmi. Se a Las Vegas dovessi vincere il braccialetto , lo dedicherei a tutti i ragazzi che vorrebbero affrontare il poker come una professione e incontrano tanti ostacoli in famiglia e nella vita sociale. Se tu ci credi, devi andare in fondo. Io non credo di essere un talento assoluto, però sono uno che si è applicato tanto e si impegna ogni giorno per farcela».
GIUSEPPE CATALANO

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