dall'unione sarda
Sabato 20 novembre 2010
I genitori degli alunni la accusano, il preside la difende. È sospettata di vilipendioin quanto ha tenutom una lezioe su un documento antimilista e si è rifiuta di condurre la classe alla parata celebrativa dee forze armate per i cadutoi nelle guerre
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO CARTA
PAOLO CARTA
VILLASALTO La lezione della professoressa di Lettere delle scuole medie di Villasalto, Stefania Coda, è pacifista. Anzi, anti-militarista. «Nella storia, gli eserciti hanno portato soltanto morte e le guerre sono sempre state conquista di territori e risorse. Missione di pace o guerra umanitaria sono ossimori». E quindi la docente ha deciso di non accompagnare una delle sue due classi alla messa e alla cerimonia in ricordo dei Caduti in guerra, lo scorso 4 novembre, festa delle Forze Armate. Invece, in classe, ha portato ai ragazzi documenti facilmente rintracciabili su Internet, su posizioni decisamente e diversamente schierate. Titolo: soldati e ufficiali diventino un ricordo del passato . Conclusione: il 4 novembre non è una festa ma un lutto, non esistono guerre giuste e umanitarie, no alle missioni militari .
IN CLASSE Il dibattito in classe è stato pacato e costruttivo, fuori dalla scuola no. Alcuni genitori, dopo aver letto il documento distribuito dalla professoressa Coda, hanno protestato. Su più fronti: innanzitutto dal preside, Francesco Maria Manca, poi dal sindaco, Giorgio Murtas, quindi dai carabinieri. Contro la lezione particolare, per la mancata presenza dei bambini di una classe alla cerimonia ufficiale, per le posizioni antimilitariste della docente.
LA SCUOLA Il preside difende l'insegnante: «Bisogna andare alla sostanza delle cose e io sono per la difesa di qualsiasi idea, per il pluralismo dell'informazione, per un confronto leale. Personalmente uno può pensarla diversamente, ma deve sempre essere libero di esprimere le proprie convinzioni, nel rispetto degli altri, che anche stavolta non è mancato. La stessa insegnante ha spiegato le sue ragioni durante una riunione alla presenza dei genitori. D'altronde io avevo detto chiaramente che i bambini e gli insegnanti potevano partecipare alla cerimonia in ricordo dei Caduti, non che dovevano ».
IL COMUNE Sulla stessa linea il sindaco Murtas: «Nessun incidente diplomatico con la scuola o i docenti, ci mancherebbe, tra l'altro sono anche io un insegnante. Certo, ho sentito le lamentele dei genitori, ma più che altro per il fatto che alcuni ragazzini erano stati accompagnati alla manifestazione e altri no. Nella commemorazione abbiamo ricordato i 57 nostri compaesani morti nelle guerre dello scorso secolo, a mio avviso è stata una bella cerimonia, ma ognuno è libero di pensarla diversamente».
LA DENUNCIA Sicuramente il capitano Lo Iacono inoltrerà un rapporto alla Procura: «Potrebbe ipotizzarsi - spiega l'ufficiale dei carabinieri - il reato di vilipendio delle Forze Armate, articolo 290 del Codice penale». Perché nel documento letto dalla professoressa Coda si elencavano alcuni episodi della storia d'Italia che non compaiono sui libri di scuola: la costruzione dei lager in Libia, l'utilizzo di armi chimiche in Etiopia nel 1935-36, la deportazione di migliaia di libici, l'edificazione di carceri in Somalia tra i più disumani.
LA DOCENTE La professoressa Coda è stupita del clamore, ma non rinnega il suo gesto: «Non volevo indottrinare nessuno, ma ritengo che i ragazzi di tredici anni, assorbiti da tv o quant'altro, debbano ricevere più informazioni possibile per potersi fare un'idea propria, su qualunque argomento. Certi documenti dal punto di vista storico sono importanti. E l'attualità deve essere affrontata anche a scuola, a maggior ragione a Villasalto, paese così vicino al poligono di Quirra, teatro di test di armi accusati di favorire l'insorgenza dei tumori. I ragazzi non sono scatole vuote da riempire: bisogna dare loro gli strumenti per capire e scegliere,questa è stata la mia lezione .
Nella storia, gli eserciti hanno portato >> , Sempre secondo l'insegnante , << soltanto morte e le guerre sono sempre state conquista di territori e risorse. Missione di pace o guerra umanitaria sono ossimori». La lezione della professoressa di Lettere delle scuole medie di Villasalto, Stefania Coda, è anti-militarista. E quindi ha deciso di non accompagnare una delle sue due classi alla messa e alla cerimonia in ricordo dei caduti in guerra, lo scorso 4 novembre, festa delle Forze Armate. Invece, in classe, ha portato ai ragazzi documenti facilmente rintracciabili su Internet, su posizioni decisamente e diversamente schierate. Titolo: soldati e ufficiali diventino un ricordo del passato . Conclusione: il 4 novembre non è una festa ma un lutto, non esistono guerre giuste e umanitarie, no alle missioni militari .Il dibattito in classe è stato pacato e costruttivo, fuori dalla scuola no. Alcuni genitori, dopo aver letto il documento distribuito dalla professoressa Coda, hanno protestato. Su più fronti: innanzitutto dal preside, Francesco Maria Manca, poi dal sindaco, Giorgio Murtas, quindi dai carabinieri. Contro la lezione particolare, per la mancata presenza dei bambini di una classe alla cerimonia ufficiale, per le posizioni antimilitariste della docente.Il preside difende l'insegnante: «Bisogna andare alla sostanza delle cose e io sono per la difesa di qualsiasi idea, per il pluralismo dell'informazione, per un confronto leale». Sulla stessa linea il sindaco Murtas: «Nessun incidente diplomatico con la scuola o i docenti. Certo, ho sentito le lamentele dei genitori, ma più che altro per il fatto che alcuni ragazzini erano stati accompagnati alla manifestazione e altri no». Il capitano Lo Iacono inoltrerà un rapporto alla Procura: «Potrebbe ipotizzarsi il reato di vilipendio delle Forze Armate». La professoressa Coda è stupita del clamore, ma non rinnega il suo gesto: «Non volevo indottrinare nessuno, ma ritengo che i ragazzi di tredici anni, assorbiti da tv o quant'altro, debbano ricevere più informazioni possibile per potersi fare un'idea propria, su qualunque argomento». IN CLASSE Il dibattito in classe è stato pacato e costruttivo, fuori dalla scuola no. Alcuni genitori, dopo aver letto il documento distribuito dalla professoressa Coda, hanno protestato. Su più fronti: innanzitutto dal preside, Francesco Maria Manca, poi dal sindaco, Giorgio Murtas, quindi dai carabinieri. Contro la lezione particolare, per la mancata presenza dei bambini di una classe alla cerimonia ufficiale, per le posizioni antimilitariste della docente.
LA SCUOLA Il preside difende l'insegnante: «Bisogna andare alla sostanza delle cose e io sono per la difesa di qualsiasi idea, per il pluralismo dell'informazione, per un confronto leale. Personalmente uno può pensarla diversamente, ma deve sempre essere libero di esprimere le proprie convinzioni, nel rispetto degli altri, che anche stavolta non è mancato. La stessa insegnante ha spiegato le sue ragioni durante una riunione alla presenza dei genitori. D'altronde io avevo detto chiaramente che i bambini e gli insegnanti potevano partecipare alla cerimonia in ricordo dei Caduti, non che dovevano ».
IL COMUNE Sulla stessa linea il sindaco Murtas: «Nessun incidente diplomatico con la scuola o i docenti, ci mancherebbe, tra l'altro sono anche io un insegnante. Certo, ho sentito le lamentele dei genitori, ma più che altro per il fatto che alcuni ragazzini erano stati accompagnati alla manifestazione e altri no. Nella commemorazione abbiamo ricordato i 57 nostri compaesani morti nelle guerre dello scorso secolo, a mio avviso è stata una bella cerimonia, ma ognuno è libero di pensarla diversamente».
LA DENUNCIA Sicuramente il capitano Lo Iacono inoltrerà un rapporto alla Procura: «Potrebbe ipotizzarsi - spiega l'ufficiale dei carabinieri - il reato di vilipendio delle Forze Armate, articolo 290 del Codice penale». Perché nel documento letto dalla professoressa Coda si elencavano alcuni episodi della storia d'Italia che non compaiono sui libri di scuola: la costruzione dei lager in Libia, l'utilizzo di armi chimiche in Etiopia nel 1935-36, la deportazione di migliaia di libici, l'edificazione di carceri in Somalia tra i più disumani.
LA DOCENTE La professoressa Coda è stupita del clamore, ma non rinnega il suo gesto: «Non volevo indottrinare nessuno, ma ritengo che i ragazzi di tredici anni, assorbiti da tv o quant'altro, debbano ricevere più informazioni possibile per potersi fare un'idea propria, su qualunque argomento. Certi documenti dal punto di vista storico sono importanti. E l'attualità deve essere affrontata anche a scuola, a maggior ragione a Villasalto, paese così vicino al poligono di Quirra, teatro di test di armi accusati di favorire l'insorgenza dei tumori. I ragazzi non sono scatole vuote da riempire: bisogna dare loro gli strumenti per capire e scegliere,questa è stata la mia lezione .
1 commento:
Sono davvero dispiaciuta e delusa della importanza che tra ieri ed oggi si sta dando a questo articolo o a quello della murgia (la lettera miniscula del cognome non è un errore!!). Io sono d'accordo che si debbano dare ai ragazzi gli strumenti per avere una più chiara visione di alcune cose, ma tutti gli strumenti.....cara prof. xkè non tenere una lezione su entrambi gli aspetti? altrimenti mi spiace ma parte dal torto marcio!!!
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