19.11.10

anche la lega una volta seduta a roma ha perso getato la maschera

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Fini: la mafia è anche al nord
''Non capisco come qualcuno si possa indignare se c'e' chi dice che la mafia e' anche al Nord. Non e' una polemica contro un partito o contro un territorio nazionale. La mafia e' ovunque c'e' un interesse''. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenuto ad un incontro sulla legalita' nella sede della Banca Popolare di Novara. ''Pensare che la mafia - ha sottolineato Fini - sia solo un fenomeno calabrese o siciliano significa non avere letto una riga delle centinaia di migliaia di pagine degli atti giudiziari. La mafia e' ovunque si muovano dei soldi, le organizzazioni criminali cercano di prosperare in ogni parte d'Italia e d'Europa. La mafia e' un fenomeno globale, quindi evitiamo polemiche inutili''. ''Dalle inchieste - ha aggiunto - emergono tentativi di infiltrazioni mafiose nel mondo delle banche, della politica, delle istituzioni. Io mi meraviglio di chi si meraviglia''.




Fini teme le elezioni, ma non è l'unico: le teme anche la sinistra. E' l'analisi del leader della Lega, che ha replicato ai cronisti che gli chiedevano se a suo avviso il presidente della Camera tema o no il voto. «Penso di sì, ma non è l'unico, c'è anche la sinistra». Così il leader della Lega, Umberto Bossi, replica ai cronisti che gli chiedono se a suo avviso Gianfranco Fini tema il voto. Quanto alla presunta 'compravendita dei parlamentari', Bossi, è stato evasivo: «Da parte nostra no - ha detto - da parte del Pdl apero di no. Berlusconi non è capace di comprare la gente». Il Governo avrà la fiducia sia alla Camera che al Senato il 14 dicembre? «Penso di sì», insiste Bossi. E in caso questo non avvenisse, secondo Bossi, la via maestra è sempre quella del «voto». "Non ci può essere un governo tecnico, ci siamo io e Berlusconi contrari. Se il presidente della Repubblica lo facesse, provocherebbe una reazione del Paese troppo forte". Così il leader della Lega Umberto Bossi risponde a chi lo interpella sulla possibilità di un governo tecnico. Ai cronisti che gli chiedono se confermi i sondaggi che darebbero Pdl e Lega vincenti in caso di voto, Bossi replica sorridendo: "Sì. Avevate dei dubbi?". "Se Berlusconi è saggio, va al voto e ritorna: prenderebbe un sacco di voti in più". La Lega starà con Berlusconi fino a quando non saranno fatte le riforme. Fino a quando la Lega seguirà Berlusconi, visto che il premier finora non ha ascoltato il suggerimento di andare al voto? "Fino a quando non abbiamo fatto le riforme", risponde Bossi. Quindi il voto anticipato potrebbe tenersi a marzo o addirittura a gennaio? "Vediamo quando saranno fatte le riforme", è la replica del ministro.


LA PAROLACCIA DI BOSSI "Fanc...". Così risponde il leader della Lega, Umberto Bossi, ai cronisti che gli chiedono del fatto che Gianfranco Fini ha detto che non bisogna indignarsi se c'é qualcuno che dice che c'é la mafia al nord. Comunque, aggiunge Bossi in qualche modo ammettendo che il tema c'é, "Noi siamo stati sempre contrari all'invio al nord di mafiosi per soggiorni obbligati". "Immagino - aggiunge - che si sia creata una situazione negativa ma la più negativa è in Brianza e comunque la Lega è sempre stata lontana, non riescono ad avere agganci".
I FINIANI: NON C'È STATA RETROMARCIA. PDL: DICANO COSA VOGLIONO FARE Nessuna 'marcia indietro', semmai un appello a chi crede nel progetto di Futuro e Liberta'. Il vicecapogruppo dei finiani alla Camera, Benedetto della Vedova, spiega così il senso del videomessaggio di ieri di Gianfranco Fini, che aveva chiamato tutti al senso di responsabilita', premier in testa, e ad alcuni era parsa una sorta di 'frenata'. Della Vedova precisa che si e' scelto di rinviare di un mese 'l'appuntamento della chiarezza', e quindi 'anche noi ora vediamo che succede'. Dal Pdl il capogruppo Fabrizio Cicchitto chiede ai finiani di dire che cosa vogliono fare, decidendo con chi stare. Secondo Cicchitto, il Pdl si e' ricompattato, e sono anche falliti tentativi di intesa fatti da sinistra per attrarre la Lega, che resta un'alleata. In ogni caso, se il governo dovesse cadere secondo Cicchitto la via naturale sarebbero le elezioni anticipate.
IL DISCORSO DI IERI Gianfranco Fini chiama tutti «al senso di responsabilita», Silvio Berlusconi in testa. Un messaggio di pochi minuti in cui il presidente della Camera sceglie toni soft, non attacca il governo anzi, chiede a chi ha «l'onore e l'onere di governare» di rispettare «quell'impegno attraverso una agenda di governo. Vedremo nei prossimi giorni quello che accadrà...», dice. Parole che vengono interpretate nel Pdl come una sorta di marcia indietro che potrebbe prefigurare qualche apertura anche ad un 'governo-bis'. Quindi una debolezza evidente da parte dei futuristi certificata oggi anche dal Cavaliere.
Mentre Umberto Bossi è sempre più convinto della necessità di andare ad elezioni subito. Silvio Berlusconi non replica ufficialmente a Fini ma ai suoi interlocutori ribadisce più o meno quanto detto nei giorni scorsi: governeremo finchè avremo la maggioranza, senza i numeri- ribadisce- la strada resta quella del voto anticipato. Ma è appena cominciato il forcing del Cavaliere per blindare non solo il Senato ma anche la Camera ed incassare una 'doppia fiducià che a molti nel centrodestra non sembra più una chimera. In caso contrario, resta solo il voto anticipato. Voto anticipato su cui invece punta decisamente il leader della Lega, Umberto Bossi spiegando, prima di buon mattino poi in serata, di non avere dubbi che l'unica strada è quella delle elezioni subito. Quanto poi al senso di responsabilità invocato dall'ex leader di An, il presidente del Consiglio nei ragionamenti fatti con i suoi fedelissimi sostanzialmente rispedisce la richiesta al mittente: la responsabilità in primo luogo deve essere la loro nel momento in cui dovranno scegliere se votare contro il governo. Insomma per il momento l'idea di Berlusconi è di proseguire con il percorso tracciato senza lasciare spiragli ad un'ipotetica ripresa del dialogo: chi mi garantisce - è il ragionamento - che la strategia del logoramento nei miei confronti sarebbe davvero finita. Linea condivisa anche dai più oltranzisti all'interno del Pdl. Perchè il cauto ottimismo che si registra nella maggioranza sulla possibilità di ottenere la fiducia anche alla Camera di fatto riconsegna nelle mani del Cavaliere il cerino. Ma sul dopo, falchi e colombe tornano a dividersi.
Da un lato c'è chi, pallottoliere alla mano, vede le urne anticipate come unica strada di fronte ad un governo che ottiene la fiducia a Montecitorio con pochissimi voti di scarto. Le colombe invece suggeriscono al Cavaliere di andare avanti nel momento in cui si ottiene la fiducia per poi riaprire un canale di dialogo con Fini, partendo da una posizione di forza. Ecco perchè le diplomazie sono al lavoro per blindare il più possibile i numeri della maggioranza e la difficoltà che attraversa il gruppo di Fli - spiega un ministro del Pdl - può essere usata come strumento di persuasione per convincere qualche dubbioso in più.
Incognita da considerare è la Lega Nord. Il Carroccio avendo messo sotto chiave i decreti sul federalismo (nel Cdm della prossima settimana è atteso il cosiddetto piano Sud) continua a brandire l'arma delle elezioni anticipate. Nel Popolo della Libertà ci si interroga però su cosa farà realmente il Carroccio nel momento in cui il governo dovesse ottenere anche di poco il voto di fiducia. Di fronte alla situazione della maggioranza, l'opposizione non ha dubbi: il premier si dimetta. L'idea di un Berlusconi bis sarebbe «un doppio delirio» mette in chiaro Bersani invocando la necessità di «una fase nuova». Quanto all'appello lanciato dal presidente della Camera il segretario del Pd replica: «Responsabilità è prendere atto che il governo non è in grado di andare avanti». Una sonora bocciatura a Fini arriva dall'Italia dei Valori: «Ha parlato in politichese puro»attacca Massimo Donadi, mentre Antonio di Pietro non ha dubbi: «Siamo a metà tra la dittatura e il ridicolo».


ora  se  anche se  un politioc come Fini che  << più parla in questo momento , più scopre la sua pochezza di politico nulla facente.Non che non abbia fatto nulla, perchè quello che ha fatto è gravissimo. >> come afferma  un commento  nel sito di http://www.leggo.it/  da  cui  ho preso a news 
Ub quanto ha  portato l'Italia in una situazione di pre sfascio solo per il suo arrivismo.
Disposto a tutto, ad allearsi con tutti pur di far cadere Berlusconi, non si è reso conto che è stato usato dai compagni come testa d'ariete per sfondare un muro.
La scelta di gente come Bocchino, immagine del vuoto totale, gli è servita per sentirsi un nuovo ducetto ma ha dato la lastra schermografica del nulla che ha nella testa e nel cuore.
Siamo messi  bene  siamo al chi salvi chi  può come i 25 luglio del '43

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