il canto delle spose di Karin Albou

Ieri ho visto il canto delle  spose ( foto  sotto a sinistra)  il 2  film della rassegna di cinema indipendente  , organizzata dai i gruppi culturali paesani  : Cultura  club , cinedigital  e  dal gruppo NonRassegnamoCinema   rassegna di cinema idipendente  . Tale rassegna  si ribvolge  a tutti  gli apassionati  di cinema che  no  si (/  e non vogliono   ) ritrovarsi   nell'attuale programmazione  commerciale che premia  la quantità in base ala  qualità  e  che  a tutti  coloro che vogliono allargare  i loro   orizzonti  cinefili e non solo  .
Poprio per  questo  la programmazione  ,  ìdei film è  collocata  il mercoledi o il giovedi   ed  è dedicata   a tutto il cimnema  indipendente  .che pur  avendo notevole   rilevanza  artistica  e culturale  , viene  emarginato a causa   di uan minore   distribuzione  diventando cosi di   difficile  fruibilità  da  parte del gtrande  pubblico ed  è una delle  cause    \  origini  dello scaricamento  selvaggio in rete   di film  .

La rassegna   si divide  in due percorsi il primo   (  il viaggio)  in cui c'era  il bellissimo film  da me  visto   della regista  Karin Albou  ,   fino al  13  aprile con il soffio di Lim Ki du  ,  e  dal 20 aprile  con  Cous Cous  di Abdellatif Kechiche  (Hamburger & Cous  Cous )  .
Ottima idea  quella  d'inserire  il  film d'ieri 23\2\2011  nella categoria  viaggio  , in quanto descrive  benissimo  nuove   o poco conosciute se  non attraverso una informazione  fatta  di luoghi comuni e  pregiudizi  , ti  fa vedere  come  la ricchezza più sforzosa  e la povertà più estrema , l'incontrare e il confrontarsi fra  due  culture diverse  (  nel caso del film la cultura ebrea  e quella islamica ) dalla nostra   e  scoprire  un mondo di ragionare   lontano dal nostro , diverse fedi\  religioni , diversi modi di vivere o non vivere la  vita  . Come  ogni viaggio   ci costringe  ( ecco  a chi ancora  non l'ha capito o non vuole capirlo perché chiamo i mio blog multi autore   e le persone con cui  entro in contatto compagnidiviaggio  ) indubbiamente  ad  aprirci a  nuove realtà , mnuove esperienze  , ogni  fermata   una stazione diversa. I  film  proposti sono diversa nazionlità ( Tunisia , Italia , Senegal  , ecc  )  come  ad  esempio   In fuga call  center di  federico rizzo ( me lo sono perso ) . Infatti secondo  la locandina  << [....]  sarà un viaggio  a tappe  attraverso   varie tematiche  (   condizione della  donna --  il film d'ieri , giovanile , precariato , emarginazione , ecc ) [...]  >> Cosi  come in un viaggio  , ogni film   ci porterà non solo in un paese diverso  ,  facendoci  incontrare culture diverse  e  a noi poco  conosciute   se non in maniera distorta ,  conosceremo qundi e ci confronteremo   con idee  ed oipinioni  e  problematiche (   che  con la  globalizzazione sono comuni ) viste   con occhi diversi  dai nostri    magatri da  chi li  subisce  direttamente    sulla   loro pelle  ogni giorno 

Ma  adesso veniamo al film

Questo film di Karin Albou  (  foto  a destra  )  è girato BENISSIMO --- ovviamente  è  una mia impressione da profano  ----  e riesce ad esplorare nei piccoli gesti le dinamiche di due culture diverse, 
nonchè anche le dinamiche internazionali del tempo. mica facile! Bello,  di una sensualità sincera, di una volontà fine di trovare nei gesti, nei dettagli minuziosi la femminilità e la complicità, l’intesa che forse solo le donne riescono a raggiungere . Infatti  Le ragioni di interesse di un film non sono sempre soltanto artistiche.
Per esempio “Il canto delle spose”, della regista francese Karin Albou ha anche il merito di raccontare una realtà storico-sociale dimenticata o ignota ai più.
Il suo film è ambientato a Tunisi, nel corso della seconda guerra mondiale,  e precisamente al momento dell’occupazione nazista della città. La Tunisia era allora una colonia francese. E in Francia era stato instaurato il governo collaborazionista del maresciallo Petain. Così anche a Tunisi soldati tedeschi e francesi “collaboravano”: per esempio, al rastrellamento degli ebrei. Nel contempo la Tunisia veniva bombardata dagli aerei statunitensi.

La critica  è divisa   vedere  questa quasi  stroncatura 




o  questa  recensione  di  http://viadellebelledonne.wordpress.com/

In questo film della regista franco- algerina  Karin Albou sono le donne le protagoniste, con i loro corpi,  assoggettati alle regole e alle volontà maschili,  triste constatarlo, sia nel passato in cui è ambientata la storia che oggi. É la loro intimità, il loro bisogno  di solidarietà, la forza di darsi sostegno nel ristretto angolo in cui sono relegate a fare da filo conduttore in tutto il racconto filmico.
La regista ha sulle due protagoniste, Nour e Myriam, uno sguardo fatto di delicatezze e di attenzioni. Sono spesso i gesti, gli sguardi e i silenzi a parlare, o i particolari, che arrivano a riempire lo schermo, quasi la macchina da presa fosse impegnata in un’esplorazione millimetrica dell’universo femminile. Così la depilazione del corpo e del pube in preparazione del matrimonio raggiunge un’ intensità e un realismo inaspettati. E poi ci sono i volti delle due ragazze, limpidi e puliti, ignari della perfidia e della violenza umana con cui presto dovranno fare i conti.
Ma c’è pure la dissacrante parodia del maschio, proprio all’inizio del film,  quando una donna anziana vestita da uomo si appende alla cintola i testicoli di un animale squartato e balla una macabra danza nel gineceo del rituale di fidanzamento.
Il film, dunque, racconta la complessità della condizione femminile, inserita in un contesto storico, quello dell’occupazione nazista del Nord Africa, con la relativa propaganda contro il popolo ebreo che va a intaccare le relazioni umane fondate sulla pacifica convivenza e sul rispetto reciproco. Nour è musulmana, Myriam ebrea, eppure la loro amicizia è naturale, fondata sull’empatia tra donne che vivono gli stessi luoghi e lo stesso destino. E non bastano le differenze legate alla cultura a farle sentire diverse e avverse, finché non arrivano i pregiudizi, il dubbio, e le difficoltà pratiche legate alla sopravvivenza durante l’occupazione nazista.
Il privato, piccolo mondo di ognuna viene toccato e scosso dagli avvenimenti storici, che la regista riesce a pennellare con brevi ma efficaci  situazioni, e tutto sembra lacerarsi, anche l’armonica convivenza tra ebrei e musulmani.  Toccante è il punto in cui il padre di Nour  fa leggere alla figlia un versetto del Corano che parla della concordia fra le religioni , fugando i dubbi che il suo promesso sposo le aveva instillato fino a riprendere il rapporto amicale interrotto.
Un buon film . 

chi vuole  vederselo  in streaming  ovviamente  deve registrarsi  http://www.italia-film.com/film-drammatici/4132-il-canto-delle-spose.html



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