Senza parola . Stavolta non solidarizzo con l'insegnante perché se è vero quanto ha dichiarato la preside protagonista del fatto : << I ragazzi spesso non sono consapevoli delle conseguenze degli scherzi pesanti che fanno. Volevo fargliele capire >> . Un conto è come ha già fatto e sono d'accordo far pulire il cortile per un insulto ,. Ma non è con i dente per dente occhio per occhio cioè le rappresaglie che si risolvono la cosa . Meglio avrei speso una lezione per portarli all'ospedale a far visita dei responsabili della loro bravata . Cosi facendo cara preside sei passata della parte della ragione a quella del torto .Urgono corsi di non violenza e d'educazione alla legalità anche per gli insegnanti prima che sia troppo tardi e la scuola pubblica già degradata con'è causa politiche scellerate per favorire e scuole private e del vaticano perda completamente la sua funzione e venga abbandonata o diventi solo una scuola in cui cci vanno gli scarti , mentre chi può permetterselo o facendo debity ed entrando nel giro dell'usura o prestiti a strozzo finisca in quelle private
fonte repubblica di Mlano online del 25\2\2011
La preside usa lo spray urticante
tre ragazze finiscono in ospedale
La vicenda all'istituto Besta, nella periferia est di Milano. Una studentessa spruzza per scherzo
e la dirigente la punisce con la stessa bomboletta: "L'ho fatto per farle capire la gravità del gesto"di ILARIA CARRA e EMILIO RANDACIO
Prima ha chiesto a tutti chi fosse il colpevole della bravata del giorno prima, lo studente che con lo spray al peperoncino aveva costretto all’evacuazione la sua classe e provocato irritazioni a volto a qualche compagno. Poi, individuata la responsabile, la preside si è diretta al suo banco, ha estratto la bomboletta e glie l’ha spruzzata sulla mano: «È per farti capire cos’hanno provato le tue compagne quando l’hai fatto tu». Bruciore, grida, panico. La mano della quindicenne s’arrossa e si gonfia, la nube di gas urticante si espande, la compagna di banco fatica a respirare. E ancora peggio per un’altra studentessa, asmatica.
Una spruzzata che voleva essere “educativa”, una legge del taglione alla buona, quella della preside dell’istituto Besta per le lingue e scienze sociali in via don Calabria, zona Palmanova, a Milano. Ma che ha mandato tre quindicenni all’ospedale e su tutte le furie le loro famiglie, che ora minacciano di denunciare la dirigente scolastica. L’antefatto risale a mercoledì. Alla prima ora un’alunna di prima estrae dalla borsa lo spray al peperoncino che la famiglia le ha dato per la sua sicurezza, quando la sera torna dalla palestra. La sicura salta, una prima spruzzata a terra. Un’altra sul giubbotto di uno studente, che poi si tocca la faccia e diventa un peperone. Altri ragazzi accusano bruciori.
Al Besta, una scuola difficile come altri istituti di periferia dove non mancano episodi di vandalismo e teppismo, scoppia il caos: dalla
Una spruzzata che voleva essere “educativa”, una legge del taglione alla buona, quella della preside dell’istituto Besta per le lingue e scienze sociali in via don Calabria, zona Palmanova, a Milano. Ma che ha mandato tre quindicenni all’ospedale e su tutte le furie le loro famiglie, che ora minacciano di denunciare la dirigente scolastica. L’antefatto risale a mercoledì. Alla prima ora un’alunna di prima estrae dalla borsa lo spray al peperoncino che la famiglia le ha dato per la sua sicurezza, quando la sera torna dalla palestra. La sicura salta, una prima spruzzata a terra. Un’altra sul giubbotto di uno studente, che poi si tocca la faccia e diventa un peperone. Altri ragazzi accusano bruciori.
Al Besta, una scuola difficile come altri istituti di periferia dove non mancano episodi di vandalismo e teppismo, scoppia il caos: dalla scuola chiamano l’ambulanza, un poliziotto del commissariato di Lambrate di pattuglia nella zona nota i mezzi di soccorso ed entra per capire. La faccenda sarebbe finita lì. Ma quel giorno la preside è assente per una riunione di lavoro. La informano al telefono, e quando ieri mattina rientra e trova sulla sua scrivania il verbale dell’episodio accanto alla bomboletta sequestrata, decide di passare ai fatti. Prende lo spray, va spedita nella classe dov’è successo l’incidente, sgrida tutti, i nervi forse saltano: spruzza. Un altro caos. Ma questa volta tre quindicenni finiscono al San Raffaele.
«In tanti sono scoppiati a piangere per la paura — racconta una studentessa — Pensavamo che la preside scherzasse, quando si è avvicinata dicendo “ora ti mostro cos’hai fatto ai tuoi compagni”». La famiglia della quindicenne che aveva lo spray con sé a scuola, difesa dall’avvocato Gianluca Minniti, annuncia che sporgerà denuncia contro la preside, e così forse gli altri genitori. «È un fatto gravissimo — spiega la mamma — mia figlia ha fatto una bravata, avrei accettato anche la sospensione. Ma non esiste che la preside compia un gesto simile: è educazione questa? Poi non si è neanche scusata, faremo denuncia». Intanto la ragazza la sospensione la rischia comunque, sarà il consiglio di classe nei prossimi giorni a decidere.
Paola Tieri, la preside dell’istituto, spiega così il suo punto di vista: «I ragazzi spesso non sono consapevoli delle conseguenze degli scherzi pesanti che fanno. Volevo fargliele capire». Del rigore della preside si era già avuta una prova a gennaio dell’anno scorso, quando aveva sospeso per due giorni e costretto a pulire il cortile un gruppo di ragazzine per i pesanti insulti rivolti a una compagna via Facebook.
ha ragione
Mila Spicola : <<