26.2.11

quando gli insegnanti scendo allo stesso livello dei bulli La vicenda all'istituto Besta, nella periferia est di Milano

Senza parola . Stavolta  non  solidarizzo con  l'insegnante   perché  se  è vero quanto  ha  dichiarato la  preside  protagonista  del fatto   : << I ragazzi spesso non sono consapevoli delle conseguenze degli scherzi pesanti che fanno. Volevo fargliele capire >> . Un conto  è  come ha  già fatto   e  sono d'accordo   far pulire  il cortile  per  un insulto  ,. Ma  non è  con i  dente per dente  occhio per  occhio  cioè le rappresaglie   che  si risolvono la  cosa  . Meglio avrei speso  una lezione  per portarli all'ospedale  a  far  visita   dei responsabili della  loro bravata  . Cosi  facendo  cara preside  sei passata  della  parte  della ragione   a quella del torto  .Urgono corsi di  non violenza  e d'educazione alla legalità  anche per  gli insegnanti  prima che sia troppo tardi e  la  scuola  pubblica già degradata  con'è  causa  politiche  scellerate     per favorire  e scuole private  e del vaticano  perda completamente la  sua  funzione e venga  abbandonata  o diventi  solo una scuola in cui     cci vanno gli scarti  , mentre  chi può permetterselo  o facendo debity  ed  entrando nel giro dell'usura     o  prestiti a strozzo finisca  in quelle private 

  fonte  repubblica   di Mlano online del 25\2\2011 


La preside usa lo spray urticante
tre ragazze finiscono in ospedale
La vicenda all'istituto Besta, nella periferia est di Milano. Una studentessa spruzza per scherzo
e la dirigente la punisce con la stessa bomboletta: "L'ho fatto per farle capire la gravità del gesto"di ILARIA CARRA e EMILIO RANDACIO



Prima ha chiesto a tutti chi fosse il colpevole della bravata del giorno prima, lo studente che con lo spray al peperoncino aveva costretto all’evacuazione la sua classe e provocato irritazioni a volto a qualche compagno. Poi, individuata la responsabile, la preside si è diretta al suo banco, ha estratto la bomboletta e glie l’ha spruzzata sulla mano: «È per farti capire cos’hanno provato le tue compagne quando l’hai fatto tu». Bruciore, grida, panico. La mano della quindicenne s’arrossa e si gonfia, la nube di gas urticante si espande, la compagna di banco fatica a respirare. E ancora peggio per un’altra studentessa, asmatica.




Una spruzzata che voleva essere “educativa”, una legge del taglione alla buona, quella della preside dell’istituto Besta per le  lingue e scienze sociali in via don Calabria, zona Palmanova, a Milano. Ma che ha mandato tre quindicenni all’ospedale e su tutte le furie le loro famiglie, che ora minacciano di denunciare la dirigente scolastica. L’antefatto risale a mercoledì. Alla prima ora un’alunna di prima estrae dalla borsa lo spray al peperoncino che la famiglia le ha dato per la sua sicurezza, quando la sera torna dalla palestra. La sicura salta, una prima spruzzata a terra. Un’altra sul giubbotto di uno studente, che poi si tocca la faccia e diventa un peperone. Altri ragazzi accusano bruciori.


Al Besta, una scuola difficile come altri istituti di periferia dove non mancano episodi di vandalismo e teppismo, scoppia il caos: dalla 



Una spruzzata che voleva essere “educativa”, una legge del taglione alla buona, quella della preside dell’istituto Besta per le  lingue e scienze sociali in via don Calabria, zona Palmanova, a Milano. Ma che ha mandato tre quindicenni all’ospedale e su tutte le furie le loro famiglie, che ora minacciano di denunciare la dirigente scolastica. L’antefatto risale a mercoledì. Alla prima ora un’alunna di prima estrae dalla borsa lo spray al peperoncino che la famiglia le ha dato per la sua sicurezza, quando la sera torna dalla palestra. La sicura salta, una prima spruzzata a terra. Un’altra sul giubbotto di uno studente, che poi si tocca la faccia e diventa un peperone. Altri ragazzi accusano bruciori.
Al Besta, una scuola difficile come altri istituti di periferia dove non mancano episodi di vandalismo e teppismo, scoppia il caos: dalla scuola chiamano l’ambulanza, un poliziotto del commissariato di Lambrate di pattuglia nella zona nota i mezzi di soccorso ed entra per capire. La faccenda sarebbe finita lì. Ma quel giorno la preside è assente per una riunione di lavoro. La informano al telefono, e quando ieri mattina rientra e trova sulla sua scrivania il verbale dell’episodio accanto alla bomboletta sequestrata, decide di passare ai fatti. Prende lo spray, va spedita nella classe dov’è successo l’incidente, sgrida tutti, i nervi forse saltano: spruzza. Un altro caos. Ma questa volta tre quindicenni finiscono al San Raffaele. 
«In tanti sono scoppiati a piangere per la paura — racconta una studentessa — Pensavamo che la preside scherzasse, quando si è avvicinata dicendo “ora ti mostro cos’hai fatto ai tuoi compagni”». La famiglia della quindicenne che aveva lo spray con sé a scuola, difesa dall’avvocato Gianluca Minniti, annuncia che sporgerà denuncia contro la preside, e così forse gli altri genitori. «È un fatto gravissimo — spiega la mamma — mia figlia ha fatto una bravata, avrei accettato anche la sospensione. Ma non esiste che la preside compia un gesto simile: è educazione questa? Poi non si è neanche scusata, faremo denuncia». Intanto la ragazza la sospensione la rischia comunque, sarà il consiglio di classe nei prossimi giorni a decidere.
Paola Tieri, la preside dell’istituto, spiega così il suo punto di vista: «I ragazzi spesso non sono consapevoli delle conseguenze degli scherzi pesanti che fanno. Volevo fargliele capire». Del rigore della preside si era già avuta una prova a gennaio dell’anno scorso, quando aveva sospeso per due giorni e costretto a pulire il cortile un gruppo di ragazzine per i pesanti insulti rivolti a una compagna via Facebook.

 ha  ragione  
Mila Spicola : << 
prima la prof che fa scrivere deficiente. Poi il sapone in bocca e infine la preside con lo spray urticante. Mi sembrava sospetta la frequenza di queste notizie. gran regalo alle gerarchie cattoliche.il cerchio si chiude.E'a tre anni ci tenta e mò ci riesce: a convincervi.>> Infatti  


dal http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2011/2/26/

BERLUSCONI/ "La scuola pubblica non educa", le parole del capo del governo

sabato 26 febbraio 2011
BERLUSCONI/ La scuola pubblica non educa, le parole del capo del governoImmagine di archivio
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BERLUSCONI SCUOLA PUBBLICA - Silvio Berlusconi è intervenuto oggi su vari temi e in differenti occasioni. E' intervenuto a voce e con messaggi scritti al congresso del partito repubblicano, a quello dei Cristiani Riformisti e al convegno dei giovani del Pdl. Al congresso dei cristiani-riformisti il capo del governo ha parlato di scuola: la scuola pubblica non educa, ha detto, e c'è il rischio che ai genitori possa essere impedito di scegliere per i figli una scuola privata, lasciandoli così in balia di insegnanti che non sono in grado di educare.
Sempre nel corso di questo intervento, Berlusconi ha parlato della sua scesa in campo nel 1994, definendola una missione contro il pericolo comunista, definito una "ideologia disumana". Ha poi detto che con il suo governo "non ci sarà mai un'equiparazione tra matrimoni tradizionali e unioni gay, così come non ci saranno adozioni per genitori single". Nel messaggio inviato ai giovani del Pdl che domani a Sorrento faranno una giornata di "riflessione politica", Berlusconi ha parlato della buona tenuta del governo: "Lo diciamo chiaramente: noi andiamo avanti e vinceremo la sfida della modernizzazione del nostro Paese, lo faremo grazie ai nostri valori e all’entusiasmo di tanti giovani che, come voi, vogliono un’Italia più libera. Sento il vostro sostegno e il vostro affetto. Il governo è saldo - aggiunge - e continuerà a lavorare per tutta la legislatura, fino al 2013, per completare il programma di riforme che è stato premiato dagli italiani nelle elezione del 2008". Infine l'intervento al congresso dei repubblicani. Sta cambiando lo scenario geopolitico e l'Italia ne è coinvolta - ha detto - Nessuno ha potuto prevedere quello che è successo in Libia e quello che è accaduto qualche settimana prima in Tunisia e in Egitto, e nessuno potrà prevedere cosa avverrà". 

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