Le orecchie d’asino sono roba ottocentesca, certo. E la punizione scelta dalla professoressa Giuseppa Valido le richiama abbastanza. Fare scrivere a un alunno “sono un deficiente” è un errore, anzi un reato. Oggi i metodi educativi sono un’altra cosa rispetto all’Ottocento. Ma davanti a un atto di bullismo, davanti a tre ragazzini che impediscono a un compagno di andare in bagno “accusandolo” di essere una femminuccia, un gay, qual è il provvedimento più efficace da prendere? C’era un preside al liceo Garibaldi di Palermo che non censurava l’indisciplina degli alunni più violenti. Preferiva enfatizzare la stupidità delle loro azioni. Buon per lui che nessuno gli ha fatto causa.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
17.2.11
assurdità italiane Se il bullo non è un deficiente condannata la maestra che per punre un bullo gli fa scrivere che è un deficente
2 commenti:
- fabio ha detto...
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il mio professore mi chiama drogato quando io non sono drogato sono un ragazzo molto semplice non do fastidio a nessuno come mi devo comportare con questo professore? ditemi voi
- 19 aprile 2011 alle ore 12:44
- Giuseppe Scano ha detto...
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magari scherza .chiamandoti cosi . cmq prova a parlarci prima o dopo la lezione , oppure se hai fegato avanti a tutta la classe e chiederli perchè ti chiama cosi . se non risolvi niente , porta al preside ( senza ingannare però ) altri prof e compagni di classe che testimonino come il tuo comportamento sia irreprensibile o quanto meno tranquillo , alle sue lezioni .
- 19 aprile 2011 alle ore 14:33
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Solidarietà e stima alla Prof.
ho l’enorme paicere di essere un grande amico del figlio della professoressa in questione, che vive all’estero come me….
Ma come è possibile? Sono sdegnato, il presidente del consiglio fa orgie con minorenni e non lo si condanna, un professoressa tenta con i mezzi che ha di trasmettere valori “sani” e la si condanna !!!!!
Ancora una volta mi vergongo di essere italiano e sono ben felice di viviere all’estero da svariati anni.
Bella sentenza davvero! E chi deve andare dallo psicologo perché vittima dei delinquenti da chi si deve far difendere??? Non riesco proprio a credere che sia stata emessa una tale sentenza!!!! Favorevole a due delinquenti: padre e figlio! Quel padre avrebbe dovuto gonfiare di botte il figlio delinquente: ci avrebbe pensato bene prima di insultare qualcuno!E poi basta col politicamente corretto: tanto c’é pieno di ragazzi delinquenti, drogati ed etilisti comunque, nonostante non si possa mai muovere loro il minimo rimprovero!!! Se uno é un delinquente lo si chiami come tale! Altro che deficiente!Nelle scuole succede di tutto, grazie a questa sentenza, che cosa potrà accadere ancora??!!!
Le assicuro che sentenze come queste ci inducono sempre più a non prendere provvedimenti ovvero a far finta di prenderli. Sono un docente.
italiana.Il famoso metodo Shangai che tutti in questo momento lodano tradotto in
parole povere e’ :calci nel sedere e studiare!
Provate a chiedere a qualche cinese o indiano se a casa loro durante le lezioni gli
alunni si alzano dai banchi oppure i genitori interferiscono sui programmi oppure ancora, ricorrono ad un qualunque TAR.
Di tutto questo dobbiamo ringraziare una classe politica di cialtroni,perche’ Loro
fanno le leggi e una giustizia formalista e ottusa le applica.
La faccenda del ricorso allo psicologo poi solleva un’altra questione, quella dell’abuso dei certificati degli psicologi di parte
simile personaggio.
E principalmente bisogna sentirsi offesi dalla sentenza e dal comportamento dei genitori che hanno portato il bulletto dallo psicologo non per capi
Incredibile.
Solidarietà all’insegnante
Suo figlio ha il “diritto” di umiliare gli altri (in tre contro uno: che gran paio di testicoli! Da chi li ha ereditati?), ma non può essere umiliato?
Forse il giudice ha ragione: suo figlio potrebbe effettivamente non essere un deficiente, quanto piuttosto il solito caso di chi aggredisce gli altri perché ha qualcosa da nascondere.
Forse lei questa cosa l’ha capita da tempo e cerca “rivalsa” in tribunale.
Forse suo figlio è solo più gay che deficiente.
Coraggio: lei sa di aver fatto la cosa giusta; chi ha buon senso sta dalla sua parte.
I fatti si commentano da soli.
si potrebbe vedere anche lo spirito di corpo
La professoressa Valido, ha impartito come pena al ragazzo il compito di scrivere cento volte “sono deficiente”.
E qua casca l’asino. Capisco che spesso ci fanno perdere tutte le pazienze possibili, ma non dobbiamo mai dimenticare il rispetto delle procedure e delle regole.
La legge di tutela dei minori (che è legge sempre, non ad intermittenza) condanna qualunque insulto o ingiuria a un minore chiunque la pratichi, compresa un genitore, se il minore la ritiene tale e ne viene turbato.
E dunque questo taglia la testa al toro.
Essere obbligati a scrivere “sono deficiente” è un insulto. E non ci piove. E la legge tutela sempre e tutti, fino a prova contraria, per garantirci.
Il ragazzo è un ostinato e non capirà? Verrà allontanato dalla scuola per motivi educativi. E persino bocciato. Amen, però, se la decisione è chiara, scritta e preannunciata il docente è tutelato. E comunque , sembra che non capisca, in realtà capisce. Più dei genitori.
Inoltre: la legge recita che, a fronte di gravi comportamenti, il docente è “obbligato” a segnalare al consiglio di classe e al preside l’avvenuto; si convoca l’organo collegiale e, insieme, si adotta il provvedimento. Questo a doppia tutela: del docente e del ragazzo. In quel caso la responsabilità ricade sul dirigente che diventa tutore del minore.
Inoltre: un insulto è un insulto. Non ci piove. Se io devo educare e prendere un provvedimento contro un ragazzo che ha insultato un coetaneo che faccio? Lo insulto a mia volta? E allora che facciamo? Che insegnamento è?
Lo so che a volte la rabbia ci farebbe fare chissà cosa, ma calma e sangue freddo e rispetto delle procedure.
Se proprio voleva farlo scrivere sarebbe stato più comprensibile per il ragazzo che gli facesse scrivere 10 volte per intero la dichiarazione dei diritti umani per poi andarla a illustrare al preside, se proprio non voleva ricorrere all’organo collegiale.
Oppre fargli scrivere “devo portare rispetto sempre a chiunque, senza rispondere alle provocazioni e senza provocare io per primo, se voglio avere rispetto dagli altri e se voglio stare nel mondo in modo adeguato”.
Cosa che andrebbe fatta scrivere anche a tanti adulti direi..
Ma per atti gravi (e l’atto di bullismo è un atto grave) la procedura prevede che si ricorra a quello: al consiglio di classe allargato al dirigente. Ripeto: a tutela del docente e del ragazzo. Specie se il ragazzo è difficile. (E ne ho io di ragazzi difficili, alcuni difficilissimi)
Ma se io a un ragazzo difficile gli butto benzina, addirittura gli faccio trascrivere per cento volte un insulto, alimento il peggio. Secondo voi quante volte ripeterà a sua volta quell’insulto ad altri? Moltiplicato per mille in una settimana.
E in genere dietro a un ragazzo difficile ci sono genitori difficilissimi.
Devo tentare di ripartire comportamenti corretti a entrambi.
Ma soprattutto a lui, al mio allievo.
Se poi vogliamo coltivare e innaffiare campi di “bulli” allora andiamo avanti così…a insulto insulto e a ceffone ceffone e mai all’interno di procedure riconosciute.
Ma non stupiamoci se la legge fa semplicemente quello che deve fare. Cioè applicarsi. Perchè è la tutela di tutti: il rispetto delle norme.
Forse se si conoscessero le procedure e le leggi (e l’insulto a un minore è cosa gravissima, a prescindere dalla colpa del minore) e si seguissero con maggiore frequenza e se tutti usassero lo stesso metro di comportamento le cose sarebbero diverse.Detto ciò: ci troviamo di fronte a un emergenza educativa per la quale la scuola non è adeguatamente attrezzata per mancanza di risorse, di professionalità specifiche e di tempo trascorso coi ragazzi.Ulteriormente tagliate in questi ultimi anni.Abbiao bisogno di risorse e di tempo, tanto tempo, da passare con i nostri ragazzi. Specie gli ultimi. Perchè sono quelli maggiormente bisognosi di attenzioni ed educazione. Severa, determinata e costante ma mai irrispettosa.Un bullo è l’insieme di ignoranza,maleducazione, trascuratezza e disagio. Lo raddrizzi dandogli un poco di quelle cose.Giusto per tentare di costruire un mondo comune migliore.A fronte dei tagli terribili che hanno investito la scuola quanti di quelli che adesso dicono “sono amareggiato” hanno levato con gli insegnanti un grido di allarme?
Rodolfo scrive:
Tutta la mia solidarietà alla profesoressa!
Confido nella saggezza della Corte di Cassazione e spero che i commenti qui pubblicati possano confortare un po’ la professoressa.
Sei tu che hai educato tuo figlio, forse il Giudice avrebbe dovuto commutare la sentenza. Far tornare il padre del bullo in aula a scrivere di essere lui il vero ‘deficiente’…ma forse suona meglio “IMBECILLE”!
Essere obbligati a scrivere “sono deficiente” è un insulto?
ed essere chiamato gay da un branco di deficienti no?
É ovvio -non c’è bisogno di inneggiare ai ceffoni per poterlo affermare- che il gesto del “bullo” sia indifendibile, così come lo sono i suoi genitori che tanto si sono scandalizzati.
Ma non è nemmeno possibile pensare a metodi educativi che si fondano sull’umiliazione del “colpevole”, soprattutto se si considera che , con tutta probabilità, una punizione di questo genere ottiene il solo effetto di esasperare la rabbia del “bullo” e spingerlo poi a rifare le stesse, medesime, identiche cose; solo, più grosse. Quindi, se tra qualche mese il ragazzo, invece di dileggiare un compagno, manda all’ospedale un ragazzo, la responsabilità è anche di questa insegnante.
Ceffoni, insulti, umiliazioni non hanno mai portato da nessuna parte. Il fatto che ci sia una generazione che, a ceffoni, ci è cresciuta non significa niente e, di certo, non significa che siano un sistema funzionale o accettabile: siamo vissuti nelle caverne per secoli, sarebbe stata questa una buona ragione per continuare a viverci?
Non voglio pensare che la Sua Signora sia una delle tante insegnanti conniventi con i delinquenti, che mettono così in croce quei ragazzi che si comportano bene, che sanno convivere con il prossimo! I delinquenti che ci troviamo sulle strade sono stati a scuola, non sono spuntati come i funghi e non hanno trovato qualcuno che li fermasse prima.Quando occorrono le maniere forti, queste vanno usate!Per tutelare il resto della società!Gli insegnanti non devono proteggere i delinquenti(rischiando di diventarne complici!), ma devono proteggere DAI delinquenti!
Gli immigrati del Terzo Mondo sono schifati dalla nostra scuola!!! Non credono ai loro occhi!!! I genitori albanesi dicono che con un quarto di quello che commettono i nostri “bravi ragazzi” (che magari prendono 8 in condotta e sai che paura! o pure 9 e sai che schifo!) sono buttati fuori da tutte le scuole!!! E abbiamo pure la spocchia verso l’Albania!!!!
Ma io non difendo il diritto del ragazzino offeso , duplicando un insulto a un coetaneo, perchè metto in moto una catena altamente pericolosa.
io difendo il ragazzo offeso col rispetto delle procedure e delle regole.
e ne rimando la responsabilità alle stesse.
Non alla docente in se, o al ragazzo in se, ma a tutta la comunità di cui docenti e allunni fanno parte: cioè la scuola.
perchè sono le procedure, le regole e le evenutali pene stabilite insieme a quelle regole che garantiscono il consesso comune e civile della comunità, non l’insulto duplicato a un insulto.
Specie se poi è scritto è ancora più grave.
Si riuniva il consiglio alla presenza del ragazzo e del genitore e si spegava cosa era successo e l’eventuale decisione del provvedimento (magari prendeva la lezione anche senza il provvedimento) la collega non sarebbe in questa situazione.
Può non piacermi la legge e se siamo la maggioranza indire un referendum o una raccolta di firme per un eventuale cambiamento.
Ma finchè c’è la legge io la devo rispettare.
Si chiama legalità e per me è oro colato. Non siamo nel far west e un ingiuria è un ingiuria. E un minore è materiale delicatissimo, persino e di più quando è un “vastasunazzu”.
Può anche non piacermi quella sentenza, ma è fatta a norma di legge e dunque va accettata.
Perchè ogni genitore deve avere la certezza che quando lascia il figlio a scuola, dall’angioletto al vastasunazzu, quello verrà garantito da una norma.
E basta.
La norma dice quello: un ingiuria a un minore è punibile.
E credetemi se vi dico che è il “vastasunazzu” che ha spesso bisogno di essere garantito, visti i contesti da cui vien fuori.
Ripeto: la stessa identica punizione poteva prevedere il copiare 15, 30, 50 volte la dichiarazione dei diritti dell’uomo e poi andarla a ripetere classe per classe della scuola.
Ma un insulto , scritto, poi, con tanto di prova provata di infrazione delle regole, come si fa a ignorarlo?
E io insegno la regola e ne infrango subito una basilare?
E se capitasse a me, magari non per un insulto, ma per altro, perchè non siamo Dio, perchè magari due si pigliano a sediate prima che io dall’altro lato della classe riesca a dividerli, mi piglierò la sentenza, se si fanno male. In silenzio. E pure con le lacrime agli occhi, se proprio devo dirla tutta.
Perchè il mio dovere è essere garante sempre dei miei alunni. Sempre. Non difenderli, ma garantirli.
E anche lì c’è una norma violata: quella antincendio che prevede non più di 24 alunni in un aula.