abusi legalizzati e solidarietà dei " normaii " verso un compagno handicappato

unione sarda del  24 febbraio 2011
Trentino, «è un legittimo esercizio del culto»
Campane in funzione a tutte le ore,
il giudice dà ragione al parroco



TRENTO È finita con l'assoluzione del parroco la battaglia delle campane che per circa tre anni ha coinvolto il piccolo paese di Sabbionara di Avio, nel Trentino meridionale. Il Tribunale di Rovereto ha stabilito che non è reato far suonare le campane della chiesa a tutte le ore del giorno, ma un legittimo esercizio di culto previsto dal Concordato.
Sul banco degli imputati, con l'accusa di disturbo della quiete pubblica, era finito l'allora parroco don Ernesto Villa, chiamato in causa da un abitante del paese, Giuliano Fugatti, un pensionato che un bel giorno ha detto basta a quei rintocchi continui, dall'Ave Maria delle 7 del mattino ogni quarto d'ora fino alle 23. «Non sono mai riuscito ad abituarmi a quel suono, quello scampanio continuo mi negava il diritto al riposo», dice Fugatti. Lui, che abita ad alcune decine di metri dal campanile della chiesa di S.Bernardino, ai piedi di uno dei più antichi castelli fortificati del Trentino che domina la Vallagarina, prima ha chiesto almeno di abbassare il livello dei decibel, poi vedendo che le sue richieste cadevano nel vuoto ha sporto denuncia per disturbo della quiete pubblica, spalleggiato da altri parrocchiani. Ma non dal consiglio comunale che ha preferito schierarsi con il parroco.
«Bisogna accogliere le esigenze della comunità, rispettando la tradizione - ribatte don Villa - non ci si può basare sui decibel. Tutte le campane, sia civiche che religiose, d'altra parte superano sempre il limite prescritto. In certe situazioni poi bisogna applicare il detto “vivi e lascia vivere”».


Catanzaro, il divieto venuto dalla preside: denunciata
Studente down escluso dalla gita,i compagni si ribellano e non partono








CATANZARO La preside vieta la partecipazione ad una gita di uno studente down ed i compagni del ragazzo si ribellano, rifiutandosi di fare il viaggio senza di lui ed ottenendo così la riammissione del giovane disabile. La vicenda è stata resa nota dall'avvocato Ida Mendicino, che è la responsabile del Coordinamento regionale della Calabria per l'integrazione scolastica.
L'episodio risale allo scorso mese di gennaio ed è accaduto in una scuola media di Catanzaro. Il ragazzo down al centro della vicenda si è sempre ben integrato nell'attività scolastica, ottenendo anche, grazie al lavoro degli insegnanti di sostegno, un buon profitto. In più ha un ottimo rapporto con gli altri studenti, che lo hanno sempre aiutato e circondato di grande affetto.
Proprio per questo la decisione della dirigente scolastica di escluderlo dalla gita ha provocato la ribellione dei compagni, che sono riusciti alla fine a farlo riammettere al viaggio, che si è svolto poi regolarmente.
La discutibile iniziativa delle dirigente, tra l'altro, aveva suscitato anche la reazione dei genitori del ragazzo down, che avevano denunciato la vicenda alla polizia.
L'avvocato Mendicino definisce il comportamento dei compagni dello studente «un segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarietà» e rivolge «un plauso ai ragazzi, che si sono dimostrati - afferma - vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».



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