Due secoli di storia della stampa sarda nella collezione rimasta senza museo

Due secoli di storia della stampa sarda nella collezione rimasta senza museo dall'unione sarda  del 2\1\2016


P.s se non riuscite a vederlo lo trovate  qui alla fonte originale




Custodisce la storia della stampa in Sardegna. Oltre 240 anni salvati dalla distruzione e dall'oblio, ma ancora scarsamente noti al pubblico. Mariano Deidda è un tipografo cagliaritano. Il titolo di professore lo meriterebbe ad honorem, perché nessuno - come lui - sa dar voce a oggetti belli, ma altrimenti senz'anima. Nell'arco di trent'anni ha scoperto e acquisito 15 tonnellate di materiale. Si tratta degli attrezzi appartenuti a 60 tipografie attive in Sardegna a partire dalla fine del Settecento e sino alla metà del Novecento, quando secoli di storia e tradizione furono soppiantati dall'avvento delle tecnologie informatiche.
Nessun museo si è offerto di mettere in mostra la raccolta in maniera completa e stabile. Dieci anni fa un progetto venne predisposto dal Comune di Cagliari e pensato per lo spazio Search, ma non è mai stato realizzato. La Soprintendenza ha sottoposto a vincolo solo una piccola parte della collezione. Riposa, in attesa dell'attenzione che merita, in 60 cassette di legno brunito di fattura e profumo antichi. Centinaia di caratteri mobili, fregi incisi da bulini e precisione d'orefice raccontano l'attività della Stamperia reale di Cagliari, lo straordinario dinamismo culturale della Sardegna a cavallo tra età moderna e contemporanea, gusto e cura nel produrre libri, la fame di lettura e ancora la voglia di partecipare al dibattito politico attraverso i quotidiani. «Nel 1860 la Sardegna - precisa il maestro - era la regione d'Italia in cui si stampavano più periodici».
L'articolo completo, con l'intervista al tipografo, sull'Unione Sarda in edicola.

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