Le ricette povere di Melissa star dei fornelli venuta dalla fame Finita sul lastrico, crea un blog con piatti da una sterlina Dopo il boom di contatti, il contratto per un libro

PER SAPERNE DI PIÙ
agirlcalledjack.com sito della blogger )
 www.theguardian.com ( il  giornale per  cui scrive  )
http://www.irenemilia.it/upload/pagine/pagine/791-ilricettario.pdf ( ricette con avanzi  )
http://www.giallozafferano.it/ricette-cat/riciclare-gli-avanzi/


Ecco  una storia   di  come  cucinare  con gli avanzi    o  a poco prezzo si può  .Un modo  (   trovate  qualche sito   fra  gli url  sopra  ) per   evitare che   : << Ogni anno in Italia una famiglia in media butta 49 chili di cibo, per disattenzione o negligenza nella gestione della spesa. Una quantità di cibo che, ogni anno, viene acquistato, riposto in frigorifero o nella dispensa, ma poi finisce direttamente nella spazzatura senza essere consumato. Così finiscono in discarica 1,19 milioni di tonnellate di alimenti. Uno spreco che ammonta a circa ben 7,65 miliardi di euro l’anno, 316 euro per ciascuna famiglia. >>)  corriere della sera del  11\10\2013  qui l'articolo intero


repubblica del 16\1 \2014  

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ENRICO FRANCESCHINI



LONDRA Diventare povera  l’ha fatta diventare ricca. O perlomeno le ha fatto smettere di vivere con 10 sterline alla settimana e di andare a letto al freddo, senza cena.
Fino a qualche anno fa Melissa Monroe faceva la centralinista in una stazione di pompieri,pagata 27mila sterline (32mila euro) lorde l’anno. Poi le è nato un bambino, l’uomo con cui l’ha concepito l’ha lasciata e si è trovata a dover chiedere un orario di lavoro più flessibile.
I pompieri non hanno potuto accontentarla. Lei, per non lasciare solo il figlio di notte,ha dovuto licenziarsi. Ha chiesto assistenza sociale, ma gli assegni familiari da ragazza madre tardavano. Le bollette da pagare si accumulavano. Trecento domande di lavoro inviate di qua e di là sono rimaste senza risposta. Così, davanti a un bimbo che piagnucolava dicendole, «mamma, dammi un altro po’ di pane e marmellata,ho fame», ha staccato il riscaldamento
per risparmiare sui consumi, sostituito la luce elettrica con le candele, rinunciato all’acqua calda e iniziato a impegnare tutto, dal televisore alla chitarra, per raggranellare qualche soldo. Disoccupata,affamata, a casa tutto il giorno,un giorno le è venuta l’idea di scrivere un blog per raccontare
la sua esperienza, cambiandosi  nome di battesimo forse per celare un’identità di cui cominciava  a vergognarsi.
“A girl called Jack” (Una ragazza di nome Jack), il suo blog, ha conquistato rapidamente fan sul web. Se  ne sono accorti anche i giornali, prendendolo a esempio della “nuova povertà” di un’Inghilterra  uscita dalla recessione, secondo le statistiche, ma in cui molti non sono  più tornati agli standard di vita  di prima della crisi. Le sue ricette  di cucina da 1 sterlina al giorno  (o poco più: 10 sterline alla settimana, circa 12 euro, era il suo budget di sopravvivenza)
hanno convinto il Guardian a darle una rubrica di “cucina povera”.
Titolo: “Jack Monroe’s low cost recipes ,le ricette a basso prezzo di Jack Monroe. Ora Melissa/Jack ha 31mila seguaci su Twitter,un contratto per unlibro di ricette che le ha fruttato 25mila sterline (30 mila euro) di anticipo e un altro con la catena di supermarket Sainsbury per spiegare appunto ai consumatori come cucinare cose buone spendendo poco. E il partito laburista le ha chiesto di fare da “ambasciatrice” della sua campagna contro il rialzo dei prezzi energetici.
Tutto è bene quel che finisce bene? No, perché la stampa di destra l’ha presa di mira, accusandola di sfruttare una falsa povertà per arricchirsi, di “non essere una vera povera” perché è laureata si esprime in inglese corretto e propone ricette troppo raffinate. «La sua è  una parodia della povertà»,scrive il Daily Mail, descrivendola come «la povera donna preferita del Guardian ». A infastidire i tabloid conservatori, si capisce alla fine, è il fatto che Melissa/Jack sia di sinistra e scriva le sue ricette su un giornale filo-laburista. «Vengo da una famiglia di lavoratori », replica lei. «Anch'io ho sempre lavorato. Ma nel giro di sei mesi sono diventata una che andava a letto con la pancia vuota. I miei critici vorrebbero che rimanessi povera per avere diritto di parola?».



Sotto    ,  sempre da repubblica  , altre  sue ricette  , chi se  ne frega  se   sono scritte   su un giornale di sinistra o di destra  , l'importante  e che  siano originali  , creative e buone    voi  che ne pensate ?




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