Il sogno americano dei sardi sull'Oceano

unione  sarda  del 14\1\2014
Nessuno viaggiava in prima classe, la seconda costava centocinquanta lire, la terza dolore e spavento. Il mare era sempre mosso e pochi ballavano il foxtrot. Tra la fine del 1800 e gli inizi del '900, più di 12 milioni di persone sbarcarono in America, 4 milioni gli italiani, tantissimi i sardi. Qualcuno lo sa, altri saranno sicuramente curiosi di sapere se in famiglia hanno un lontano parente approdato un giorno a New York in cerca di fortuna. C'è un sito - www.ellisisland.org - che ha registrato l'elenco completo degli uomini e delle donne arrivati con la valigia di cartone sull'isola all'ombra della Statua della Libertà. Digitate il vostro cognome e si aprirà un mondo. Un Angelo Cossu di Bultei arrivò il 5 agosto 1912 sul transatlantico Rochambeau partito da Le Havre, aveva 18 anni. Di Antonio Cossu ce ne sono nove, tutti del Sassarese. Le ragazze sono tre: Maria, Giuseppina, Adele. In alcuni casi le residenze sono state storpiate, Calaugianns, Bardigali, Osckiri. Poligami, criminali e anarchici venivano rispediti a casa, il resto di quella umanità veniva sottoposta a visita medica e subito dopo otteneva il permesso di cominciare una nuova vita. Accanto a un Giovannino Piras scopriamo un Enrico Caruso, insieme con Battista Sanna, un Giacomo Puccini, vicino a un Antioco Pinna un Rudolph Valentino. Ci piace pensare che i primi, anche se non sono diventati famosi, abbiano trovato quello che desideravano.

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